Mavi Atelier, il progetto di due giovani architetti che lavorano per diffondere la bioedilizia
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Imperia - Quella che vi racconto oggi è una storia che ha come elemento centrale l’amore, in primis verso sé stessi, all’interno della coppia, ma anche e soprattutto per questo mondo. E questa passione diviene spesso una spinta a cercare di migliorare ciò che conosciamo, a sperimentare, comprendere, esplorare e a mettersi in gioco.
Questa è la storia di Vincent e Maddalena, due giovani architetti che dopo essersi laureati e aver viaggiato si sono incontrati casualmente in Africa all’interno di un progetto di volontariato per costruire abitazioni in bioedilizia. È bastato poco per comprendere quante cose avessero in comune: la visione della loro professione, gli ideali di vita e un sogno condiviso, quello di autocostruire la loro casa.
Oggi vivono nell’entroterra ligure imperiese e mentre ristrutturano la loro abitazione, condividendo nei loro canali social passo dopo passo i progressi fatti, lavorano per diffondere la cultura della bioedilizia e del valore dell’esistente attraverso consulenze mirate a persone con sensibilità simili.
VI PRESENTO VINCENT
Vi presento Vincent: nato e cresciuto vicino a Marsiglia, a un anno dalla laurea decide di vedere un po’ di mondo, viaggiando prima di capire cosa fare della sua vita. «Sono stato fuori per quasi un anno, girando in diversi continenti, cercando di non prendere mezzi aerei, ma muovendomi solo in autostop, con mezzi pubblici o noleggiando moto. Alla fine del viaggio avevo preso solo due aerei e avevo potuto vedere da vicino molti diversi modi di vivere e costruire abitazioni».
Vincent mi racconta dei diversi modi di costruire che ha potuto conoscere: in Iran molti edifici sono composti da mattoni di terra e sistemi di ventilazione che permettono all’aria fredda pescata dall’esterno di raffrescare gli ambienti interni. In Nepal molte case, pur essendo in pietra, permettono di vivere bene nonostante l’altitudine. E così le abitazioni del Myanmar e della Thailandia, create principalmente da legno e bambù.
«Questa esperienza mi ha cambiato e credo sia stata per me fondamentale per fare ciò che stiamo realizzando qui ora, ovvero recuperare il patrimonio edilizio già esistente utilizzando tecniche biocompatibili per ristrutturare». Con il materiale video raccolto durante il suo viaggio Vincent realizza un film e nel frattempo decide di terminare il percorso di sudi e di ripartire per un tirocinio di sei mesi in Tanzania, dove conosce Maddalena.
VI PRESENTO MADDALENA
Anche Maddalena inizia a parlare di sé, raccontandomi di quanto ami viaggiare: «Anch’io ho sempre avuto interesse per i viaggi e dopo essermi laureata in architettura a Genova con una specializzazione in restauro ho partecipato a tre esperienze di Erasmus in Europa per approfondire le diverse tecniche di costruzione».
Unendo poi la passione per viaggiare con quella per il progettare e costruire abitazioni attraverso materiali naturali, ha partecipato a due progetti in Africa, una in Ghana e il secondo in Tanzania, dove attraverso una ONG ha fatto parte di un team selezionato per la realizzazione di un ospedale e di un’abitazione. Lì in Tanzania, lavorando fianco a fianco nell’approfondire la tecnica di costruzione attraverso la terra cruda con mattoni di terra compressa, Vincent e Maddalena si conoscono e riconoscono.
LA NUOVA CASA
Rientrati dall’Africa riflettono sul futuro e non avendo ancora le idee chiare di cosa volessero fare decidono di continuare il loro viaggio insieme, questa volta in Australia, e dopo quindici mesi in giro per le farm rientrano in Europa con la ferma convinzione che sia giunto il momento di realizzare il loro sogno insieme, cioè trovare un’abitazione e lavorare insieme alla sua ristrutturazione, attraverso il solo utilizzo di materiali naturali.
«Abbiamo così iniziato a cercare casa prima in Francia, per poi esplorare anche la zona delle langhe, ma lungo il percorso che ci avrebbe portati in Piemonte abbiamo fatto una tappa nell’imperiese, dove abbiamo guardato qualche abitazione e ci siamo invaghiti subito di quella che poi abbiamo scelto come casa».
A ottobre del 2020 acquistano così la loro abitazione nell’entroterra ligure e dopo aver atteso un anno per permessi vari, danno il via alla ristrutturazione. «Abbiamo prima ripulito il terreno dai rovi che avevano, nel corso degli anni di abbandono, ricoperto sia l’abitazione che i terreni adiacenti. Abbiamo poi smontato il tetto e iniziato a demolire le tramezze in mattoni successive alla costruzione». I lavori sono poi continuati, dalla pulizia dei muri interni ed esterni in pietra al rifacimento del tetto con l’isolamento con fibra di canapa per isolare.
In generale i materiali utilizzati sono due: la canapa e la calce naturale. I lavori da svolgere sono ancora consistenti, ma entro l’estate sperano di terminare l’opera e la relativa narrazione all’interno dei canali social di Mavi Atelier. Maddalena infatti si sta occupando di condividere le sue conoscenze a persone con sensibilità simili che vogliono ristrutturare casa. Il viaggio è ancora lungo e le difficoltà incontrate molte, ma Vincent e Maddalena non demordono: il sogno di creare case sostenibili in Italia è già realtà.
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