A Isola il Make in South è dedicato a educazione, innovazione e cambiamento climatico
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Catania - Un cambio stagione e un cambio di abiti. Con l’arrivo della primavera e dell’ottava edizione di Make in South, Isola Catania volta pagina. Una nuova stagione per l’hub proprio quando, metaforicamente e non, la luce torna a riprendere il sopravvento. Antonio Perdichizzi ha inaugurato con queste parole i lavori della Spring Edition di Make in South lo scorso 20 marzo in occasione dell’evento Happy new Isola, presentandosi per la prima volta come impresa sociale, ente del Terzo Settore.
A sostenere questa “impresa” i partner Arcadia Holding, Junior Achievement Italia, Fondazione Oelle, Scenario Pubblico e Farm Cultural Park, con un piano di impatto realizzato in collaborazione con le numerose organizzazioni presenti a Isola. Antonio Perdichizzi, insieme a Rosario Sapienza presidente di Impact Hub Siracusa, ha tracciato le linee guida di quello che sarà l’intervento strutturale – contro le principali criticità socio-economiche che affliggono il territorio catanese, dalla povertà educativa alla fuga dei giovani qualificati – focalizzato sul mondo della cultura, della scuola, dell’imprenditorialità e dei giovani.
Nella classifica stilata da Il Sole24Ore sulla qualità della vita delle città italiane nel 2022, Catania occupa la 91° posizione, (il 7° posto per il clima, il 107° posto per l’ecosistema urbano) e molti dei parametri che concorrono a questo risultato riguardano proprio i giovani che non hanno la possibilità di fare liberamente le loro scelte, trovandosi costretti a lasciare la propria terra. Da qui l’idea di una nuova visione, «una proposta ambiziosa, ma possibile, per migliorare la qualità della vita di questa città e generare nuove opportunità attraverso una comunità di luoghi, persone e organizzazioni», commenta Antonio Perdichizzi. Perché è proprio da una qualità della vita migliore che dipendono le scelte dei giovani. Come realizzare tutto questo?
«Abbiamo immaginato una vera e propria road map per raggiungere degli obiettivi chiari entro il 2030 e a essi abbiamo associato delle metriche per valutare di volta in volta quanto siamo vicini al raggiungimento di un determinato risultato. In generale, pensiamo che ogni intervento debba ispirarsi a tre direttrici: quella della sostenibilità, quella dell’avanguardia, intesa come il coraggio di puntare sull’innovazione, e quella della contaminazione, ovvero lo scambio di idee che nasce dall’incontro tra realtà che normalmente, altrimenti, non dialogherebbero», commenta Rosario Sapienza.
Questi sono i presupposti attraverso i quali Isola intende portare avanti le sue attività, produrre una qualità della vita migliore in Sicilia e rendere i giovani più capaci di inserirsi all’interno di questo contesto. Una sfida che richiede un lavoro sull’immaginario che passa anche attraverso le reti e le persone. Italia che Cambia sa bene cosa vuol dire lavorare sull’immaginario anche attraverso una “diversa” narrazione cerca di ribaltare stereotipi e luoghi comuni. «Spesso lo sviluppo di una comunità passa dal modo in cui questa si immagina e si racconta. Crediamo che in Sicilia ci sia bisogno di una narrazione che metta in luce la contemporaneità di questa terra», ha aggiunto Rosario Sapienza.
E per farlo servono, appunto, le reti e le persone. «Abbiamo già localizzate 36 aziende virtuose – ha spiegato Antonio Perdichizzi – e l’obiettivo è arrivare a 100 nei prossimi anni. Ad esempio il fondo di investimento Moonstone ha scelto Isola come propria sede legale e si è impegnato a investire anche al Sud. […]. A luglio 2024 ospiteremo il grande festival dell’imprenditorialità europea: 1000 giovani provenienti da 43 paesi metteranno in competizione le loro idee. Saremo la capitale dell’imprenditorialità nascente. Catania e la Sicilia non vogliono più essere luoghi in cui le aziende scelgono di venire per il basso costo del lavoro, ma perché riconosceranno che siamo in grado di produrre qualità».
In linea con quanto annunciato dal founder di Isola, le restanti giornate del Make in South sono state dedicate al tema dell’educazione, dell’innovazione, delle startup e del cambiamento climatico. A quest’ultimo non potevamo di certo mancare. Insieme a esperti in sostenibilità ambientale e innovazione si è parlato di cambiamento climatico anche alla luce di recenti report che ne testimoniano, se ancora fosse necessario, l’urgenza di attivarci e il precipizio su cui stiamo per sprofondare.
Secondo Amy Myers Jaffe, professoressa e amministratrice delegata del Climate Policy Lab della Tufts University Fletcher School, per rispondere alla crisi climatica bisogna puntare su finanza, tecnologia e società. Come società l’abbiamo già messo in pratica più volte, durante le guerre, durante la recente pandemia siamo stati chiamati, anche con piccole azioni, a tutelare il prossimo e l’intera collettività. Ci siamo adattati a situazioni drammatiche in pochi mesi.
Un atteggiamento che potremmo attuare anche adesso, in sostegno e in aiuto a tutte quelle popolazioni che stanno già vivendo eventi complessi. Il Professor Inturri, professore di Ingegneria dei trasporti all’Università degli studi di Catania e membro del comitato tecnico-scientifico di Legambiente Catania, ha ricordato come l’inquinamento atmosferico sia un killer silenzioso – 9 milioni di morti premature per inquinamento nel mondo (2015) e 6.7 milioni per inquinamento atmosferico – e come una mobilità virtuosa possa migliorare l’aria che respiriamo.
Da scenari apocalittici si è passati ad analizzare strumenti e azioni con cui poter affrontare il cambiamento climatico. È il caso di EIIS Solutions Hub che valorizza le migliori soluzioni di economia circolare espresse da startup e giovani talenti del Sud Italia, mettendole in contatto con le aziende più rilevanti. Di AWorld, una piattaforma che si pone tra gli utenti e le aziende per favorire la cultura della sostenibilità attraverso un percorso di gamification che premia i comportamenti sostenibili. E poi Uno di Un Milione, il progetto artistico-ambientalista nato dal Collettivo OP per la tutela delle fonti d’acqua della Val di Sole che adesso verrà riproposto anche in Sicilia.
Noi di Italia Che Cambia abbiamo voluto raccontare il progetto Visione 2040 e indicare alcune azioni che ognuno di noi, come singolo, come imprenditore, come amministratore, ma anche come comunità, possiamo compiere quotidianamente per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Da dieci anni a questa parte non ci chiediamo se, ma come. Il 2040 è alle porte e le conseguenze climatiche saranno già evidenti. La domanda, anche in questo caso, non è se, ma come ci arriveremo. E la risposta, come sempre, dipende solo da noi.
Potete rivedere la registrazione dell’evento Facing the Climate Change qui.
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