13 Mar 2023

Libera Orchestra Popolare, a Marsala si suona sulle note dell’integrazione culturale e sociale

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Nel quartiere Sappusi di Marsala nel 2018 è nata la Libera Orchestra Popolare su iniziativa di Salvatore Inguì e Daniele Nuccio. Una ensemble senza confini che abbatte le barriere culturali e sociali attraverso la musica come strumento di libertà e di crescita all’insegna dell’integrazione e dell'accoglienza.

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Trapani - «Mi piace pensare che la mia partecipazione nel territorio non sia qualcosa di speciale, ma qualcosa che dovrebbe rientrare nella normalità e che sarebbe bello facessero tutti». Esordisce così Marco Saladino durante la nostra chiacchierata. Ci “incontriamo” per telefono, ma dalle sue parole puntuali e per nulla casuali, dall’impegno e dalla passione che traspare dalla sua voce posso dire che Marco è uno di quei giovani di oggi con le idee chiare. Un ragazzo cosciente del potenziale che ognuno di noi possiede e che merita di essere valorizzato, ognuno nella propria unicità e diversità.

Sono in tanti, come lui, a nutrire valori di speranza, impegno civile e voglia di sopperire alle mancanze delle istituzioni nei territori. Marco ha 27 anni e lavora per un’associazione che promuove progetti europei per giovani. Da maggio 2020 è referente del presidio Libera di Marsala. Ha conosciuto l’associazione famosa in tutto il mondo per le azioni concrete contro le mafie e la corruzione quando era ancora uno studente.

Desideroso di contribuire e darsi da fare per il suo territorio si è lasciato subito conquistare dai tanti stimoli giunti dalla rete di associazioni e grazie all’incontro illuminante con Salvatore Inguì, noto in tutta Italia per gli originali progetti di recupero dei ragazzi svolti nel trapanese, ha conosciuto la Libera Orchestra Popolare, fondata da Daniele Nuccio e dallo stesso Salvatore Inguì, di cui oggi è parte integrante.

Libera Orchestra 2

Un’orchestra – voluta dal presidio locale di Libera in collaborazione con Archè onlus e Amici del terzo mondo di Marsala e il supporto del Dipartimento di servizio sociale (Ussm) e il Dipartimento della giustizia minorile – che supera tutte le barriere culturali e sociali attraverso la musica come strumento di libertà e di crescita umana e sociale all’insegna dell’integrazione e dell’accoglienza.

Doveva essere un corso di chitarra per i ragazzi del quartiere Sappusi di Marsala che ruotano intorno al centro sociale e che da 10 sono diventati 40 in meno di un mese. Poi alle chitarre si sono aggiunti altri strumenti, tastiere, batterie, djembe che grazie a un appello nazionale della rete di Libera sono arrivati in donazione da tutta Italia. Si è così costituita la Libera Orchestra sugli accordi della pace, dell’antirazzismo, dell’integrazione e dello stare insieme. «L’obiettivo è creare un ambiente di integrazione culturale e sociale. Siamo in un quartiere marginale e difficile di Marsala e lanciare un messaggio di speranza è necessario» racconta Marco.

Non solo immigrati dall’Africa e dal Bangladesh, ma anche persone con disabilità, dipendenze, problemi psicologici. Una diversità umana da valorizzare, da aggregare e a cui attingere. Una realtà molto fluida che cambia velocemente adattandosi alla mutevolezza della vita. Con l’introduzione del Decreto Sicurezza, ad esempio, molti immigrati sono stati costretti a lasciare Marsala e la Libera Orchestra Popolare, ma il legame e l’affetto umano instaurato non è svanito. Anzi!

Basterebbe renderli protagonisti di un agire sano e propositivo per poi aspettare i risultati che prima o poi arrivano sempre

«La porta delle sede dell’Ussm dove ci riuniamo a provare ogni sabato pomeriggio è sempre aperta. La nostra attività rientra nel quadro della prevenzione in ottica educativa: cerchiamo di diffondere una cultura diversa in un quartiere spesso emarginato e abbandonato. Un’attività di antimafia sociale. Nonostante le tante difficoltà che minano le relazioni umane, prima il decreto sicurezza e poi il Covid, l’esperimento funziona bene. Molte persone di Sappusi, anche se non suonano, partecipano alle prove e i bambini vengono a giocare nei nostri spazi mentre siamo lì», continua Marco. 

Oggi i ragazzi di colore non sono più i “niuri”, ma sono compagni di gioco dei bambini e dei ragazzi del quartiere. Abbattendo le barriere e i pregiudizi fiorisce la spontaneità e la purezza delle relazioni sociali e umane. Durante il Covid sul gruppo whatsapp della Libera Orchestra Popolare si lanciavano spontaneamente quiz sulla musica per alimentare quel l’interazione nata in questi anni e che per un periodo è stata limitata. «Si sceglieva una canzone e ognuno registrava la propria voce mentre cantava o suonava. Hanno partecipato in tantissimi, anche chi ha notoriamente difficoltà a usare il cellulare e la tecnologia», racconta Marco. 

La Libera Orchestra Popolare ha un repertorio di tutto rispetto che spazia dalla musica anni 60/70 ai Pink Floyd, fino alle musiche tradizionali africane. Canzoni che parlano di pace, fratellanza, amore, integrazione e rispetto. La qualità musicale dell’Orchestra, secondo Marco, non è il loro requisito migliore: la bellezza infatti non è tanto nelle orecchie, quanto negli occhi. «Non riusciamo a comprendere cosa succede durante i concerti: riusciamo a suonare nel migliore dei modi per noi mentre durante le prove facciamo milioni di errori. E tra le tante cose riusciamo ad abbattere anche le barriere linguistiche tra di noi».

Libera

Come dice Marco, nessuno fa cose speciali e se si fanno vuol dire che non sono impossibili. Questa della Libera Orchestra Popolare è solo una delle tante storie e delle tante attività organizzate in territori spesso sconosciuti a molti per contribuire a un mondo migliore. «Per agire non bisogna per forza pensare di dover cambiare il mondo. Il mondo cambia giorno per giorno e nel quartiere Sappusi ci accorgiamo di questo dopo anni di attività. Servono solo la volontà e i volontari, soprattutto giovani. In molti di noi vanno via, il nostro territorio non offre molto, ma chi resta, soprattutto dalla pandemia, ha una forte esigenza di esprimersi».

«Molti ragazzi vengono a cercarci, chiedono di parlarci, vogliono capire cosa succede, la mafia, l’arresto di Matteo Messina Denaro. Io ho molta fiducia in loro, quella fiducia che spesso non viene data loro dalla società. Basterebbe renderli protagonisti di un agire sano e propositivo per poi aspettare i risultati che prima o poi arrivano sempre. E la Libera Orchestra Popolare – conclude Marco – all’interno di un quartiere difficile come Sappusi è un esempio».

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