Quando l’inclusione parte dalla cucina: a Novara i giovani con disabilità cognitiva studiano per diventare chef
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Novara - «Abbiamo preparato gnocchi, cannelloni e crêpe», racconta entusiasta lo chef Luca Zara, che in cucina affianca un gruppo di ragazzi e ragazze che stanno imparando cosa significa essere chef. «C’è Emanuele che ha 24 anni e non smette mai di parlare, è un vulcano, sempre pronto ad alzare la mano per intervenire. Meraviglioso!».
C’è Sara, anche lei poco più che ventenne, che invece è timidissima e non parlerebbe mai, ma che ha abilità manuali davvero notevoli, ama questo lavoro, «la vedo già in cucina a fianco di uno chef», commenta Luca. Poi Paolo, 40 anni, energia da vendere, ti conquista con i suoi sorrisi e non puoi non adorarlo. E infine Alberto, ottima manualità, un po’ meno espansivo ma con una voglia immensa di farcela. Emanuele, Sara, Alberto e Paolo sono giovani con disabilità cognitiva che grazie all’associazione Il Timone di Novara si sono buttati in una nuova avventura: imparare a diventare cuochi professionisti.
Ciò è stato possibile grazie a una collaborazione tra l’associazione Il Timone – che dal 2015 supporta le persone con disabilità cognitiva e le loro famiglie attraverso attività socio-assistenziali, formative, terapeutiche e sportive non agonistiche – e CEF Publishing, società B-Corp e leader nella formazione a distanza che con il corso per cuoco professionista – firmato CORSICEF – promuove inclusività e professionalità di persone con fragilità.
IMPARARE UN MESTIERE… DIVERTENDOSI
La proposta nasce da una prima esperienza di successo realizzata del 2021, durante la quale un giovane studente individuato dall’organizzazione ANGSA Novara-Vercelli (associazione Nazionale Genitori persone con Autismo) oggi lavora come aiuto chef presso il ristorante novarese L’orto in cucina.
Così il progetto è partito come una grande scommessa, che si può già dire almeno in parte vinta. Il corso di formazione prevede una parte di lezioni teoriche a distanza che consentono di prepararsi a entrare nel mondo della ristorazione professionale. Il percorso didattico è suddiviso in 16 unità e prove di autovalutazione a distanza ed è stato poi adattato e arricchito con lezioni pratiche in cucina con uno chef professionista.
La docente Cecilia De Antonis ha lavorato alla progettazione con le educatrici del Timone Gaia e Gabriella, che conoscono bene i quattro ragazzi e li aiutano nell’apprendimento. «Loro sono entusiasti, si divertono, si sentono capaci e autonomi, ma soprattutto sperimentano la possibilità di diventare indipendenti, anche lavorativamente». Le due educatici li supportano nell’apprendimento online e nello studio attraverso la piattaforma e-learning di CORSICEF®, con l’aiuto di strumenti semplificati come schemi, disegni, quiz di autovalutazione interattivi. «L’esercitazione teorica la fanno a casa con i loro genitori, poi ce la consegnano e noi diamo una valutazione, che non è vincolante ma fondamentale, per loro».
IN CUCINA, DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Ma è la parte in cucina quella in cui mettere davvero le mani in pasta: il progetto prevede otto lezioni con lo chef Luca Zara, che da anni lavora con ragazzi e ragazze in condizioni di fragilità e marginalità. Con un passato da campione di nuoto, una volta approdato alla cucina, Luca ha infatti capito che la sua strada era a fianco dei giovani: «Cuoco di alto livello, docente, formatore, saggista, dopo la dura gavetta sulle navi da crociera, dove ha incontrato anche lo chef Antonino Cannavacciuolo – che è stato testimonial e mentore del progetto “Chef fuoriclasse” di CORSICEF® –, ha abbracciato subito la filosofia dei CORSICEF, pratici, efficaci, veloci, e soprattutto ha sposato a pieno il progetto con Il Timone».
Con lo chef Luca Zara gli aspiranti chef si trovano una volta a settimana presso la sede del Timone e sperimentano il lavoro in cucina. «Lo chef gli insegna i passaggi delle varie preparazioni, fornendo anche tutte le nozioni di sicurezza HACCP necessarie, non in modo teorico ma mostrando loro ad esempio come usare il coltello, come maneggiare pentole bollenti, come gestire il fuoco mentre l’acqua bolle e così via».
Nei primi incontri Sara, Alberto, Paolo ed Emanuele hanno completato le preparazioni con successo e hanno portato a casa i cibi preparati per condividerli con le proprie famiglie: «Il momento della condivisione è importantissimo, sia per loro che per i genitori. Il nostro obiettivo è poter fornire uno strumento per lavorare poi in una struttura in qualche modo protetta: l’esperienza ci dice che questo è possibile».
La loro forza è la voglia di imparare, di sentirsi autonomi e riconosciuti per le abilità che hanno saputo sviluppare. «E al termine del percorso – ci ricorda Cecilia De Antonis – ottengono un attestato di cuoco professionista uguale a quello rilasciato a tutti gli altri corsisti».
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