NEVER GIVE UP illumina il Colosseo per sensibilizzare sui disturbi alimentari
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Roma, Lazio - «Il nome NEVER GIVE UP è un invito a non arrendersi e lo abbiamo scelto perché vorremmo divenire un interlocutore per gli adolescenti, non solo per quanto riguarda i disturbi alimentari, ma in qualsiasi situazione che può caratterizzare un’età così difficile quale l’adolescenza. La mancanza di ascolto e di comprensione è una condizione che spesso caratterizza il contesto del disagio giovanile. È qui che noi vogliamo intervenire fornendo il nostro supporto».
Sono queste le parole con cui Simona Sinesi, Ashoka fellow dal 2019, ci ha presentato il suo progetto quando l’abbiamo incontrata per la prima volta, circa tre anni fa. Da allora lei e NEVER GIVE UP hanno proseguito il loro cammino al fianco di ragazzi e ragazze affetti da disturbi alimentari. In Italia infatti sono circa 2.665.000 gli adolescenti che hanno problemi con cibo, peso e immagine corporea e solo il 10% di loro riesce a parlarne e ad affrontarli. Oltre alla patologia in sé dunque, il dramma di questa epidemia sociale consiste dunque proprio nella difficoltà di chi vive tale condizione a parlarne.
Ma questo momento è particolarmente indicato per tirare fuori l’argomento: ieri, 15 marzo, si è celebrata infatti la Giornata Nazionale per la lotta ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. A questo proposito, nella serata di martedì NEVER GIVE UP è tornata a illuminare il Colosseo, a Roma: una campagna di sensibilizzazione volta a portare luce su un problema su cui c’è una forte difficoltà a chiedere aiuto, portata avanti con il Patrocinio del Ministero della Salute, del MIBACT e del Parco del Colosseo. Il messaggio della campagna è: Rompiamo il silenzio. Parlane con noi.
«È bellissimo tornare con NEVER GIVE UP a illuminare di lilla il Colosseo», ci ha spiegato Simona Sinesi commentando l’iniziativa. «Iniziative come queste sono il risultato di un lavoro costante con le istituzioni come Presidenza del Consiglio e Ministero della Salute con cui NEVER GIVE UP lavora fianco a fianco da quasi dieci anni per evitare che anoressia e bulimia continuino a mietere vittime».
La Giornata sui disturbi alimentari, il cui simbolo è il fiocchetto lilla, è nata per volontà di Stefano Tavilla, presidente dell’associazione Mi Nutro di Vita, in memoria di sua figlia Giulia, una ragazza di Genova morta di bulimia a 17 anni il 15 marzo del 2011, mentre si trovava in lista d’attesa per entrare in una comunità di cura. Mi Nutro di Vita è un altro punto di riferimento per le persone che soffrono di diturbi alimentari e per le loro famiglie e offre una serie di servizi fondamentali, dalla prevenzione alla creazione di sinergie con le case farmaceutiche, dall’appoggio alle persone malate alla collaborazione con le istituzioni.
In Italia i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono la prima causa di morte per malattia nei giovani tra i 12 e i 25 anni. Il tempo medio che occorre prima di chiedere esternare il problema è di tre anni: la vergogna e la paura di essere giudicati sono le principali cause che creano questo ritardo nella richiesta. Dati sconcertanti che dimostrano come i problemi con cibo e immagine corporea stiano ormai diventando una vera e propria epidemia sociale, la cui età si sta spaventosamente abbassando. Da qui l’importanza di una forte campagna, per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto precocemente e tempestivamente.
NEVER GIVE UP è la Onlus che da anni si impegna nella lotta ai disturbi alimentari, di cui anoressia e bulimia sono i più conosciuti.
Questa sono le iniziative realizzate da NEVER GIVE UP con partner istituzionali sul tema negli anni precedenti:
- Campagna realizzata da Never Give Up per Presidenza del Consiglio nel 2018
- Campagna realizzata da Never Give Up per Ministero della Salute nel 2021
- Campagna Never Give Up ora in onda in spazi pro-bono su tutte le Reti inclusa Rai
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