Climate Fresk: contrastare il cambiamento climatico divertendosi
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Il cambiamento climatico è un problema complesso che riguarda tutti noi, ma ancora poco compreso dall’opinione pubblica, che lo vede come un macro tema fin troppo abusato e noioso. Non abbiamo molto tempo per cercare di trovare delle vere soluzioni, per questo è necessario comprendere ciò che ha causato questo stravolgimento del clima e le conseguenze che sta portando con sé. Dobbiamo dunque apportare il nostro contributo, sia in qualità di singoli individui, sia come collettività.
È proprio qui che entra in gioco Climate Fresk, una ONG che ha come scopo quello di informare persone e organizzazioni su questa problematica attraverso divertenti e dinamici workshop della durata di tre ore l’uno. La finalità è quella di spingere i partecipanti a intraprendere azioni costruttive per aiutarli ad affrontare il cambiamento climatico. Conoscere per poi agire nel miglior modo possibile, ognuno dando il proprio contributo: è questo lo spirito che guida Climate Fresk.
«Fondatore e presidente dell’associazione – raccontano Enrico e Martina, collaboratori italiani di Climate Fresk – è Cédric Ringenbach, docente e consulente per la transizione energetica. L’idea è nata da una sua iniziativa per spiegare ai propri studenti universitari il problema del cambiamento climatico in maniera più attiva e meno accademica. Climate Fresk è ufficialmente nata nel 2018 e da quel momento si è diffusa in maniera capillare in tutto il mondo, promuovendo il laboratorio ideato da Cédric nel 2015 che, per l’appunto, si chiamava Climate Fresk, da cui ha preso il nome l’organizzazione».
«I laboratori realizzati da Climate Fresk sono incentrati sull’uso di 42 carte, le quali descrivono diversi aspetti e fenomeni del cambiamento climatico. La prima parte del workshop si concentra nel riordinare queste 42 carte secondo una logica causa effetto per capire la complessità del fenomeno dei cambiamenti climatici. La seconda parte invece è costruita sulla condivisione dei sentimenti che sono scaturiti durante la prima fase e sulla ideazione partecipata di alcune soluzioni per ridurre le emissioni di CO2, sia a livello individuale che collettivo».
I workshop promossi da Climate Fresk rivestono un ruolo importante anche da un punto di vista sociale, in quanto i partecipanti possono arricchirsi vicendevolmente attraverso il confronto diretto sulle varie tematiche, portando le proprie esperienze e la propria sensibilità. La collaborazione e la condivisione sono quindi essenziali in questi laboratori. Inoltre, attraverso il gioco delle carte, le tematiche sul cambiamento climatico vengono semplificate, rendendole più fruibili, divertenti e meno noiose.
L’ambizione di Climate Fresk è quella di creare una rete di persone che possano trasmettere le conoscenze acquisite dal workshop, per spingere anche altre persone a sensibilizzarsi su questi temi. Ciò che viene spiegato nei laboratori proviene da pubblicazioni scientifiche e dai rapporti IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico.
I partecipanti di questi workshop si riuniscono attorno a un tavolo in gruppi formati da 4 a 7 persone. Un facilitatore qualificato guida l’intero processo e fornisce ulteriori approfondimenti. Per diventare facilitatori per Climate Fresk non è necessario essere esperti di clima, basta una breve formazione offerta dalla stessa organizzazione che amplia le conoscenze in merito alla crisi climatica che stiamo vivendo e fornisce gli strumenti per organizzare seminari nelle proprie zone.
«La comunità di facilitatori all’interno di Climate Fresk – riprendono Enrico e Martina – è molto forte e diffusa in tutto il mondo. Queste comunità sono gruppi informali spinti dalla volontà di far conoscere nel loro paese il laboratorio ideato da Cédric. La sede dell’organizzazione è infatti unica, situata in Francia, ma la sua crescita sta avvenendo in modo esponenziale, raddoppiando il numero totale di partecipanti al workshop ogni cinque mesi. Ora conta più di 875.000 partecipanti nei workshop, con circa 40.000 facilitatori e 80 coordinatori internazionali, attivi in più di 50 Stati».
«In Italia il numero di facilitatori non è basso, se confrontato a quello di altri paesi, ed è anche in crescita. I collaboratori attivi con cui ci si sente con una certa frequenza sono circa una trentina, mentre quelli registrati sul sito dell’associazione sono più di un centinaio. Il nostro obiettivo è quello di aumentare il numero di partecipanti attraverso l’aumento del numero dei facilitatori, con una distribuzione di quest’ultimi più omogenea sul territorio italiano, in modo da coprire più posti possibili. Più facilitatori ci sono, più partecipanti ci saranno e maggiori saranno gli aiuti per contrastare il cambiamento climatico».
Per eventuali domande o se qualcuno fosse interessato a un workshop oppure a intraprendere la strada del facilitatore, qui l’indirizzo e-mail della comunità italiana di Climate Fresk: italy@climatefresk.org
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