17 Mar 2023

A Catania un incontro per progettare insieme un centro educativo sulla permacultura e l’agroecologia

Scritto da: Selena Meli

L'11 e il 12 marzo si è tenuto a Catania un incontro per progettare un centro educativo per diffondere la permalcultura, coltivare in modo sostenibile e diffondere buone pratiche. A promuoverlo il Laboratorio 2030 e la Fondazione Istituto Agrario Valdisavoja. Noi di Sicilia che Cambia non potevamo mancare: abbiamo partecipato, facilitato e sostenuto questo percorso.

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Catania - Negli ultimi mesi ho partecipato a tanti incontri in Sicilia, la maggior parte dei quali vivi e arricchenti. Domenica sono stata a uno di questi. È stata una di quelle giornate in cui esci con mille domande in testa e torni entusiasta, con nuove storie da raccontare e condividere. A creare l’occasione sono stati i rappresentanti di iACT (International Activating Community Transformation), progetto finanziato dal programma Erasmus + che ha lo scopo di diffondere la permacultura in Europa tramite la disseminazione di tecniche e competenze specifiche. Tra i suoi scopi c’è quello di contribuire alla crescita di una rete internazionale di apprendimento e dimostrazione. In Italia in gruppo è composto da Vincenzo Santiglia, Ezio Gori e Giorgio Benizzi.

Il sito scelto per l’evento è stato la Fondazione Istituto Agrario Siciliano Valdisavoja, che ospita il Dipartimento di Agricoltura e Ambiente dell’Università di Catania e che è nato nel 1896 proprio con lo scopo di promuovere il progresso e il miglioramento dell’agricoltura siciliana. L’attività principale della Fondazione consiste nello studiare e migliorare alcune colture della Sicilia, con particolare attenzione alle specie tipiche e rappresentative del territorio: cereali, ortaggi, piante officinali, agrumi.

fondazione 2

In questo luogo incantevole, in partenariato con il dipartimento, iACT sta mettendo le basi per  la creazione di un centro educativo sulla permacultura e agroecologia, un luogo in sostanza in cui si possa coltivare applicando i principi dell’agroecologia, organizzare dei corsi di design della permacultura, progettare modelli sostenibili e creare comunità in transizione verso un futuro a basso impatto.

Mi rendo conto delle potenzialità del posto appena ci metto piede, accompagnata da Giancarlo e Lucia de Il Filo di Paglia. Un giardino rigoglioso di diversi ettari fa da cornice a un palazzo signorile. Serre in vetro, orti, alberi secolari, fiori di ogni tipo, piante aromatiche: mentre le attraversiamo intuisco le potenzialità di questo luogo straordinario nascosto in uno dei tanti quartieri cementificati di Catania, a pochi passi dallo Stadio Cibali. Da lì arrivano urla e cori di tifosi che aspettano con ansia la partita di campionato. 

In una delle decine di sale della Fondazione incontro un gruppo ricco e compatto e riconosco subito alcuni volti: c’è Michele Russo dell’azienda agricola Caudarella, che è lì per rappresentare LIFE desert-adapt, un programma per la salvaguardia della biodiversità e la promozione di tecniche agronomiche che contrastano i processi di desertificazione; c’è Antonino Coco, contadino, apicoltore, anima di Ficos e della Fera Bio di Catania, socio del consorzio Le Galline Felici, e c’è Salvo Cacciola della rete siciliana delle Fattorie Sociali. Altri volti vagamente familiari raccontano di progetti virtuosi: la Scuola di medicina integrata di Palermo, Bresov, La Fattoria della Valle dei Templi e Monethica sono tra questi.

Trenta persone motivate dalla curiosità di conoscere il progetto, dal piacere di incontrarsi – molti sono amici di vecchia data – e dal desiderio di trovare soluzioni comuni che ci permettano di migliorare il nostro sforzo e dare al nostro impegno maggiore incisività. In questo fermento che ancora una volta riconosco l’importanza della rete. 

In questo luogo incantevole, in partenariato con il dipartimento, iACT sta mettendo le basi per  la creazione di un centro educativo sulla permacultura e agroecologia

Ce lo ricorda fin da subito Michele con il suo intervento di apertura, celebrato con il suono di una campana tibetana, che ci riporta a un clima di accoglienza e condivisione che sarà il leit motiv delle due giornate, ma anche a una promessa di impegno verso il percorso che stiamo costruendo. Un accento sul verbo “fare” emerge dalle parole, intense e appassionate: «Facciamo sì che questo lavoro che stiamo facendo qui oggi sia solo l’inizio e che non si riduca a un ennesimo primo incontro».

La maggior parte delle persone della sala si sono viste il giorno prima. Mi faccio raccontare da Vincenzo Santiglia, facilitatore insieme a me dell’incontro, i momenti salienti. «La giornata di ieri – mi racconta – è stata soprattutto dedicata a condividere la strategia adottata da iACT per un sistema agroalimentare sostenibile per la Sicilia e presentare la sua applicazione proprio qui al centro Valdisavoja. In tal senso è stato importante condividere con i partecipanti il risultato del progetto fatto dagli studenti dell’istituto a conclusione di un corso di Project Permaculture Design e che aveva come caso studio proprio la fondazione».

«Momenti di celebrazione intorno a un tavolo ricco di cibo sano e consapevole e un buon bicchiere di vino hanno reso il tutto ancor più sentito, così come noi siciliani sappiamo ben fare, ed è stato facile per tutti percepire la promessa di una importante comunità di intenti», continua Vincenzo. Una partecipazione che si è sentita anche nella giornata di domenica e che si è tradotta in ragionamenti e idee progettuali che sono state elaborate attraverso momenti di brainstorming e di progettazione condivisa.

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«L’invito a dare vita a un gruppo di lavoro dedicato alla facilitazione, allo sviluppo progettuale e alla costruzione di un percorso ha ricevuto l’adesione da parte di una dozzina di persone tra i presenti. Ci sono in questo gruppo esperienze, competenze e aspirazioni tali da farci continuare a sognare», conclude Vincenzo. «Siamo convinti della promessa che questo progetto rappresenta di potere accelerare i processi di trasformazione della comunità siciliana e siamo fiduciosi di trovare le risorse umane ed economiche per poterlo fare».

Per Ezio Gori e Vincenzo Santiglia del team del Laboratorio Sicilia 2030, il prossimo passo è partecipare in Lussemburgo al TPM (Transnational Partner Meeting) che si terrà tra il 26 e il 30 marzo, con i partner internazionali di progetto. Si discuterà del futuro della comunità internazionale iACT. Per LS2030 si conclude con questo viaggio questo ERASMUS + e si apre la sfida di trovare risorse per continuare a lavorare.

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