20 Mar 2023

Api e biodiversità: piccoli insetti che tengono in vita il mondo

Scritto da: Redazione

Il legame fra api e biodiversità è molto più stretto di quanto siamo abituati a pensare. Non solo gran parte delle colture mondiali dipende dal lavoro di impollinazione delle api: esse forniscono anche altri servizi ecosistemici e sono un ottimo indicatore della salute dell'ambiente che ci circonda. Scopriamo come proteggerle

Salva nei preferiti

Le api svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema terrestre, contribuendo alla protezione della biodiversità, dalla quale dipendiamo anche noi esseri umani. Api e biodiversità sono un binomio quasi inscindibile nell’archietettura degli ecosistemiu terrestri.

Secondo uno studio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), più del 75% delle colture alimentari del mondo dipende dalle api per la loro impollinazione.

In questo articolo potrai scoprire:

Il legame fra api e biodiversità
Il ruolo delle api nella produzione di cibo
I servizi ecosistemici delle api
La crisi delle api e l’apocalisse degli insetti
Che cos’è l’apocalisse degli insetti
Cosa causa la scomparsa delle api?
Progetti a tutela di api e biodiversità
Api e biodiversità: politiche e azioni per difenderle
Le normative vigenti
Azioni individuali

api e biodiversità

IL LEGAME FRA API E BIODIVERSITÀ

C’è una citazione attribuita (falsamente) ad Einstein che recita: «Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita». Einstein non ha mai detto niente di simile, la citazione deriva piuttosto dalla “storpiatura” di una frase del poeta e scrittore belga, premio Nobel per la Letteratura nel 1911, Maurice Maeterlinck, il quale scrisse nel suo La vita delle api del 1901: “Si stima che più di centomila varietà di piante scomparirebbero se le api non le visitassero”.

api e biodiversità

Tuttavia, il senso della citazione è abbastanza reale. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il 75% delle colture alimentari mondiali dipende dall’impollinazione degli insetti, di cui le api sono uno degli esempi più importanti. Ciò significa che senza le api molte delle nostre colture alimentari, tra cui frutta, verdura, frutta secca e semi, diminuirebbero significativamente in quantità e qualità, con conseguenze disastrose sulla sicurezza alimentare globale.

Il ruolo delle api nella produzione di cibo:

Le api sono note, fra noi Homo sapiens, principalmente per il loro ruolo nella produzione di miele. Tuttavia api e biodiversità sono legate in molti modi: le prime svolgono un ruolo essenziale nella conservazione della seconda. Esse sono considerate uno degli animali più importanti del nostro pianeta per l’impollinazione di piante e fiori, contribuendo alla produzione di frutta, verdura e semi.

Le api infatti, così come altri insetti impollinatori, spostandosi da un fiore all’altro per raccogliere il polline depositano involontariamente il polline su altri fiori, garantendo così la riproduzione delle piante. Senza le api e altri insetti impollinatori, la maggior parte delle piante non sarebbero in grado di riprodursi, causando la scomparsa di molte specie vegetali e animali.

Così, l’attività certosina delle api favorisce la crescita di piante che sono alla base della catena alimentare degli ecosistemi terrestri, supportando così la sopravvivenza di numerose specie animali.

Secondo i dati Fao su api e biodiversità, gli impollinatori interessano il 35% dei terreni agricoli globali, sostenendo la produzione di 87 delle principali colture alimentari del mondo. Ecco alcune colture che, secondo i dati del parlamento europeo, dipendono in maniera diretta dal “lavoro” delle api: 

  • mele, arance, fragole, albicocche, ciliegie
  • fagioli, cetrioli, zucche
  • erbe quali basilico, timo o camomilla
  • pomodori, peperoni e agrumi

Dove le api mancano, il cibo scarseggia. In alcune regioni del mondo dove questo insetto è in declino i risultati sull’agricoltura sono stati devastanti e per porre rimedio si è dovuti ricorrere a soluzioni paradossali. L’esempio più drammatico viene dai frutteti di mele e pere del sud-ovest della Cina, dove le api selvatiche sono state sradicate dall’uso eccessivo di pesticidi e dalla mancanza di un habitat naturale.

Negli ultimi anni, come mostrano diversi articoli e reportage fotografici, i contadini sono stati costretti a impollinare a mano i loro alberi, portando con sé vasi di polline e pennelli con cui impollinare singolarmente ogni fiore e usando i loro figli per arrampicarsi fino ai fiori più alti.

api e biodiversità

Questo è chiaramente possibile solo per questa coltura di alto valore, ma non ci sono abbastanza esseri umani al mondo per impollinare a mano tutte le nostre colture. Ecco perché api e biodiversità sono legate da un filo doppio e al calare delle prime cala anche la seconda.

I servizi ecosistemici delle api

La produzione di cibo, tuttavia, è solo uno degli aspetti del legame fra api e biodiversità. Quello che noi consideriamo cibo è solo il cibo per la nostra specie, ma gli ecosistemi si reggono su una fittissima rete di interconnessioni. Nel volume Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità, realizzato dai ricercatori di Ispra ambiente, si spiega come “circa il 90% delle piante selvatiche da fiore si servono di api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli e mammiferi e in generale di impollinatori per trasferire il polline da un fiore all’altro e riprodursi”.

“L’impollinazione animale, consentendo a tantissime piante di riprodursi, è la base fondamentale per l’ecologia delle specie e il funzionamento degli ecosistemi, la conservazione degli habitat e la fornitura di una vasta gamma di importanti e vitali servizi e benefici per l’uomo, inclusa la produzione di alimenti, fibre, legname e altri prodotti tangibili. In sintesi, l’impollinazione soprattutto entomofila è alla base della biodiversità, della nostra esistenza e delle nostre economie”.

Infine, le api sono anche un indicatore importante della salute dell’ecosistema. Sono molto sensibili alle variazioni ambientali e alle minacce come l’uso di pesticidi e la perdita di habitat. La loro presenza o assenza può fornire importanti informazioni sulla salute degli ecosistemi, non solo nell’ambito dell’agricoltura, ma anche nelle foreste, nei parchi e nelle zone urbane. In questo senso api e biodiversità sono legate da un rapporto inverso: dove cala

LA CRISI DI API E BIODIVERSITÀ L’APOCALISSE DEGLI INSETTI

Negli ultimi decenni, le api sono state oggetto di una preoccupante diminuzione delle popolazioni. Gli apicoltori di varie parti del mondo stanno lanciando allarmi ripetuti per la riduzione del numero delle colonie di api e per il declino delle loro popolazioni. Secondo Ispra In Italia sin dal 2003 sono stati segnalati eventi significativi di moria delle api, concentrati soprattutto in primavera, durante le fioriture, a causa dei trattamenti massivi con pesticidi operati sui suoli agricoli. La popolazione delle colonie di api in Europa, come in altre regioni del mondo, è in drastica diminuzione. 

Secondo una rete di ricerca internazionale, coordinata dall’Istituto di apicoltura dell’Università di Berna, la morte in massa di api in Europa è un problema grave e in aumento di anno in anno. La scomparsa delle api avviene sia attraverso un lento e diffuso declino, sia nella forma di fenomeni improvvisi, ancora non del tutto compresi, chiamati Sindrome da spopolamento degli alveari (SSA) o Colony Collapse Disorder (CCD). 

Il primo caso conosciuto di SSA risale all’autunno del 2006, quando un apicoltore della Pennsylvania che stava facendo svernare le proprie api in Florida trovò le sue arnie piene di uova, cibo e con ancora l’ape regina, ma senza più api operaie, alcune delle quali giacevano morte lì attorno.

Fenomeni simili (del tutto anomali) si ripetettero nel febbraio 2007 e successivamente svariate altre volte in sempre più luoghi del mondo fra cui Canada, Portogallo, Italia, Spagna, Grecia, Germania, Polonia, Francia e Svizzera. In tutti questi casi, ci sono alcuni elementi ricorrenti:

  • perdita improvvisa della maggior parte delle api operaie; 
  • presenza di una abbondante covata (uova); 
  • presenza della regina; 
  • molte scorte di cibo (sia miele che polline); 
  • tali scorte non sono immediatamente rubate da altre api e l’attacco da parte di altri insetti è notevolmente ritardato; 
  • notevole mancanza di api operaie morte sia al di fuori che all’interno dell’arnia.
Che cos’è l’apocalisse degli insetti

Il declino della popolazione di api fa parte di un fenomeno di più ampia scala, e dai contorni molto preoccupanti, noto con il nome – un po’ sensazionalistico – di “apocalisse degli insetti”. L’apocalisse degli insetti è un termine utilizzato per descrivere la preoccupante diminuzione delle popolazioni di insetti in molte parti del mondo.

icc foto articoli smrk 3

Questa diminuzione è stata documentata da numerosi studi scientifici negli ultimi decenni e sta suscitando grande preoccupazione in tutto il mondo. Ad esempio uno studio, pubblicato nel 2019 su Biological Conservation, ha fatto molto scalpore affermando che il 40% delle specie di insetti del pianeta è in declino e potrebbe scomparire nei prossimi decenni.

Tuttavia, come spiega una recente analisi pubblicata su Science, la situazione è più sfumata e complessa di quanto si pensasse finora finora. C’è un calo significativo nel numero di esemplari delle popolazioni di insetti terrestri, con una diminuzione annuale media del 0,92% e una diminuzione del 24% in trent’anni.

D’altra parte, il numero di insetti d’acqua sta aumentando dell’1,08% all’anno, probabilmente a causa di una maggiore attenzione agli habitat acquatici. I trend locali variano notevolmente e il tasso di declino dipende dalla presenza dell’uomo, con aree selvagge che mostrano cali meno drastici.

Cosa causa la scomparsa delle api?

Visto che api e biodiversità sono strettamente collegate, un declino delle api avrà un doppio legame con la perdita di biodiversità. Ma cosa causa, più nello specifico, il declino della popolazione di api in tutto il mondo? Non esistono al momento dati scientifici completi sulla situazione degli impollinatori, ma è evidente un significativo declino dovuto principalmente all’attività umana. Le api e le farfalle sono le specie per le quali si dispone di maggiori dati, con una su dieci a rischio di estinzione in Europa.

api e biodiversità

Ci sono molte cause di questo declino, tra cui:

  • la perdita e il degrado degli habitat naturali a causa del cambiamento nell’uso del suolo per l’agricoltura e l’urbanizzazione
  • l’agricoltura intensiva 
  • i pesticidi e gli inquinanti che possono colpire gli impollinatori sia direttamente che indirettamente. 

Nel caso più specifico della Sindrome da abbandono dell’alveare, ci sono molte teorie, ma ancora relativamente poche certezze. Tuttavia, molti scienziati concordano sul fatto che la moria delle api sia probabilmente causata da una combinazione di fattori, tra cui:

  1. Parassiti e malattie: le api sono soggette a molte malattie e parassiti, tra cui la varroa, un acaro che succhia il sangue delle api, e il virus delle ali deformi, che può deformare le ali delle api giovani. Queste malattie e parassiti indeboliscono le api e le rendono più suscettibili ad altre minacce.
  2. Pesticidi: l’uso di pesticidi nelle colture agricole può essere nocivo per le api. I pesticidi possono indebolire le api e influire sulla loro capacità di navigare e di ricordare le fonti di cibo.
  3. Perdita di habitat naturale: la perdita di habitat naturale, come le aree di fioritura selvatiche, può ridurre la disponibilità di cibo per le api. La perdita di habitat naturale può anche aumentare l’esposizione delle api a pesticidi e altri agenti nocivi.
  4. Cambiamento climatico: il cambiamento climatico può influire sulla disponibilità di fiori e piante che sono importanti per le api. Il cambiamento climatico può anche aumentare la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi, come le tempeste, che possono danneggiare le arnie.
  5. Stress nutrizionale: l’abbondanza di monoculture, cioè colture di un’unica specie, riduce la varietà di piante da cui le api possono nutrirsi e aumenta la competizione tra le api stesse.

La scomparsa delle api e più in generale degli insetti ha un anche un nemico “silenzioso”. Infatti, come si può leggere in un interessante articolo su National Geographic, mentre la diminuzione di animali vistosi o di rilevante interesse economico fa inevitabilmente clamore, la scomparsa di cimici, mosche e zanzare passa decisamente più inosservata.

PROGETTI A TUTELA DI API E BIODIVERSITÀ

Negli ultimi anni, anche in risposta al calo delle popolazioni di api, sono fioriti – è proprio il caso di dirlo – molti progetti di tutela e salvaguardia di api e biodiversità. Negli Stati Uniti si sta diffondendo il progetto Bee City, che incoraggia le città ad adottare politiche e pratiche che proteggono le api e altri impollinatori. Le città che si impegnano a diventare “Bee City” si impegnano a creare habitat per le api e ad educare la loro comunità sulla conservazione delle api.

A Utrecht, in Olanda, i tetti di 316 pensiline degli autobus sono stati ricoperti di piante e fiori con l’obiettivo di attirare api e bombi, ma anche di migliorare la qualità dell’aria e di abbassare la temperatura. A Parigi c’è un prestigioso e storico hotel, il Mandarin Oriental di Place Vendome, sul cui tetto vivono qualcosa come 100 mila api. 

In Italia Filiera Futura, associazione nata nel 2020 che lavora a livello nazionale per innovare il settore agroalimentare promuovendo progetti condivisi, incoraggia la creazione di oasi fiorite per le api attraverso + Api. Oasi fiorite per la biodiversità, grazie allo stanziamento di risorse apposite (circa 1000 euro per ciascun soggetto) da parte di alcune fondazioni di origine bancaria associate.

Si tratta di un progetto pilota nato con l’obiettivo di promuovere la biodiversità in tutta Italia attraverso la creazione di oasi fiorite, spazi verdi, ricchi di essenze mellifere adatte a fornire nutrimento agli impollinatori, con il coinvolgimento dei Comuni e delle comunità. Si andranno a creare delle aree per lo sviluppo di api e biodiversità, che avranno anche un forte ruolo educativo e di sensibilizzazione verso la popolazione, in particolar modo le scuole, rispetto al tema della cura dell’ambiente e della natura.

Ad oggi, all’iniziativa + Api. Oasi fiorite per la biodiversità aderiscono diverse fondazioni di origine bancaria associate a Filiera Futura: Fondazione Perugia, Fondazione CRC, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana.

Su ciascun territorio il progetto è declinato con caratteristiche proprie e si rivolge in via generale alle amministrazioni comunali e/o ad altri soggetti ritenuti ammissibili sui territori di riferimento delle fondazioni aderenti. I soggetti individuati riceveranno un contributo economico per la copertura delle spese di preparazione del terreno, semina e creazione delle oasi.

Su Italia che Cambia abbiamo raccontato anche altri progetti di apicoltura urbana a Torino e in Lombardia, storie personali di chi ha scelto di condividere la propria esistenza con le api, storie collettive che si ispirano alle api per immaginare nuove strutture sociali e tanto altro ancora.

API E BIODIVERSITÀ: POLITICHE E AZIONI PER PROTEGGERLE

Per preservare le api e garantire la continuità del loro ruolo ecologico, sono necessarie misure di conservazione e di sostegno alla loro popolazione. Ci sono molte azioni che possiamo fare sia a livello collettivo (politico e sociale) che a livello individuale per migliorare la condizione delle api, rallentare fino a invertire il loro declino e in definitiva tutelare la biodiversità. 

Le normative vigenti

Il quadro globale per la biodiversità post 2020 prevede al suo interno diversi obiettivi che riguardano la riduzione delle principali minacce per gli insetti impollinatori. Tra questi, l’obiettivo più importante riguarda la diminuzione dei pesticidi e l’eliminazione della dispersione di prodotti di plastica in agricoltura.

Altri target negoziati riguardano l’aumento della connettività degli ecosistemi, la gestione sostenibile delle aree agricole e forestali, la minimizzazione degli effetti dei cambiamenti climatici attraverso azioni di mitigazione e il rafforzamento dei servizi ecosistemici, tra cui l’impollinazione.

Durante i negoziati della COP15 sulla biodiversità (tenutasi a dicembre 2022 a Montreal), si è tenuto un evento parallelo dal titolo “Protezione degli impollinatori: rafforzamento delle politiche, scambio di conoscenze e coinvolgimento”, che ha visto la partecipazione di organizzazioni che si occupano della biodiversità, in particolare delle api.

Durante la riunione, gli esperti e i ricercatori hanno presentato le iniziative e le migliori pratiche per ridurre gli impatti negativi sugli impollinatori e aumentare la consapevolezza dell’importanza del loro ruolo nella sicurezza ecologica e alimentare. Tra questi, è stata menzionata l’International Pollinators Initiative, una serie di linee guida della FAO che promuove lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili e l’attuazione di normative sui pesticidi. Tuttavia l’accordo finale della COP 15 è stato giudicato piuttosto debole nella protezione di api e altri insetti impollinatori.

A livello europeo, l’Ue ha introdotto diverse politiche per la conservazione delle api e degli impollinatori in generale. Una delle politiche principali è stata la pubblicazione della “Strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030”, che prevede l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030, oltre a migliorare la salute degli impollinatori e delle farfalle.

Fra le politiche previste, il divieto dell’uso di alcuni pesticidi e il finanziamento di diversi programmi di ricerca sull’impollinazione e la conservazione degli impollinatori. Anche la Commissione europea si sta mobilitando a riguardo: il 24 gennaio 2023 è stata pubblicata la comunicazione “Un nuovo patto per gli impollinatori” per porre un freno all’allarmante declino degli insetti impollinatori selvatici in Europa, rivedendo la precedente iniziativa UE del 2018 e integrando la normativa sul ripristino della natura del 2022.

Azioni individuali

A livello di azioni individuali, ecco alcune cose che possiamo fare per tutelare il binomio api e biodiversità:

  • evitare l’uso di pesticidi chimici nel nostro giardino o balcone, 
  • piantare piante che attirano le api, 
  • acquistare solo prodotti provenienti da agricoltura sostenibile e locale 
  • sostenere le politiche a favore dell’ambiente e della biodiversità.
  • Per gli agricoltori, è importante piantare strisce di fiori selvatici nel terreno della propria azienda agricola e lasciare macchie di vegetazione naturale.

Questo contenuto è stato realizzato in collaborazione con Filiera Futura.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più

Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1
Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1

I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram
I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(9) "nazionale"