28 Feb 2023

Via Milano rinasce dal basso con la biblioteca degli oggetti e il laboratorio di comunità

Scritto da: Simone Foscarini

In un'ex bottega artigianale la cooperativa ManoLibera crea uno nuovo spazio di comunità: la biblioteca degli oggetti. Siamo in Via Milano a Brescia, un’area segnata da un passato operaio e industriale, oggi quartiere migrante e multietnico in cui è importante costruire presidi di socialità, inclusione e condivisione.

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Brescia, Lombardia - Una biblioteca degli oggetti aggiunge un nuovo capitolo al lavoro di Casa del Quartiere e Porto delle Culture, due spazi di comunità che animano da tempo la complessa e multietnica Via Milano di Brescia. La cooperativa sociale ManoLibera, da poco costituita da un gruppo di lavoratrici e lavoratori che da cinque anni operano nella zona Ovest della città, lancia un nuovo progetto di condivisione e riuso a cui è collegata un campagna crowdfunding su Produzioni dal Basso. Ne abbiamo parlato con Cristiano Martinelli, presidente della nuova Cooperativa, che ci ha raccontato la storia di Via Milano e del grande di lavoro di comunità portato avanti negli ultimi anni.

LA STORIA DI VIA MILANO

A cavallo tra otto e novecento la grande disponibilità di terreni fuori Brescia avvicinò grandi imprese chimiche e siderurgiche alle porte della città. Con il boom economico del secondo dopoguerra, l’attuale Via Milano si affermò come grande polo industriale, connotato da una forte presenza operaia che negli anni fu protagonista di importanti rivendicazioni e lotte sindacali. Questa vocazione produttiva si perse a partire dagli anni Novanta quando, oltre alle delocalizzazioni e alle chiusure, emersero i primi scandali legati all’inquinamento dell’area – tra i casi più conosciuti lo stabilimento della Caffaro, oggi tristemente noto per essere uno dei più estesi Siti di Interesse Nazionale (S.I.N.) in Italia.

via milano2 1

Tutta la zona entra così in uno stato di progressivo abbandono, degrado e parziale spopolamento e con il valore delle case caduto a picco l’area inizia ad attrarre migranti e stranieri. Così Via Milano diventa l’appoggio per i primi arrivi e il punto riferimento per chi approda a Brescia. Il quartiere assume quindi una nuova fisionomia: la componente straniera, spesso giovane e con figli, e una fetta più anziana di popolazione, appartenente alla vecchia classe operaia.

In questo quadro sono iniziati tanti percorsi di rigenerazione sia a livello istituzionale che dal basso: il Comune si aggiudica Oltre la Strada, un progetto da 50 milioni di euro che dà il via a importanti interventi urbanistici e all’avvento delle prime cooperative. ManoLibera raccoglie l’eredità di questi anni e riunisce tanti operatori e operatrici che si sono spesi nei quartieri limitrofi a Via Milano. Una delle esperienze più recenti ve l’abbiamo già raccontata qui ed è quella dell’Associazione Via Milano 59, che affianca le attività di ManoLibera condividendone la visione.

Sarà un modo di sostenere la comunità locale, fornendo un servizio che manca tra i quartieri di Via Milano: un progetto che si fonda sulla fiducia tra abitanti

IL LAVORO DI COMUNITÀ

Con Cristiano ripercorriamo il lavoro degli ultimi anni sul territorio: «Abbiamo cominciato con un lavoro di comunità per tessere relazioni e costruire rapporti con chi vive i quartieri. Una delle nostre prime azioni sono state le interviste per conoscere la comunità locale, che ha iniziato ad instaurare un rapporto di fiducia con noi», spiega il presidente dalla cooperativa.

«Negli ultimi cinque anni di lavoro abbiamo dato vita a due spazi, Porto delle Culture e Casa del Quartiere, che oggi ospitano tantissime attività: la Sartoria dell’Allegria avviata e gestita da un gruppo di donne; lo Sportello salute condotto da Emergency Brescia; il Doposcuola per bambini e ragazzi e tante attività laboratoriali (musica, costruzione di giochi); il Gruppo di Teatro sociale; una scuola di italiano per donne di origine straniera”.

«In generale – continua Cristiano – la cooperativa ManoLibera accoglie chi vuole fare progetti, abilitando la comunità a portarli avanti. Uno dei grandi risultati è stato quello di creare degli spazi aggregativi, che prima nel quartiere mancavano. Con l’estate poi andiamo nei parchi, usciamo dagli spazi chiusi e cerchiamo di presidiare il territorio per creare nuove relazioni. In questo modo è nato un laboratorio rap e trap rivolto ai ragazzi e alle ragazze del quartiere, con sala di registrazione. Lavoriamo con laboratori anche anche nelle scuole e nel vicino carcere e abbiamo avuto una risposta altissima da parte del territorio, che inizia a riconoscerne l’importanza».

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LA BIBLIOTECA DEGLI OGGETTI

Grazie al legame con Mauro Nicolini, storico abitante della zona e restauratore ora in pensione, la cooperativa avrà a disposizione l’ex laboratorio di restauro collocato in via Milano 65, a pochi passi da Porto delle Culture e Casa del Quartiere. Qui verrà aperta una biblioteca degli oggetti, un progetto che mira a promuovere la cultura della condivisione e del riuso per contrastare il consumismo e la necessità di acquistare nuovi beni. Sarà un modo di sostenere la comunità locale, fornendo un servizio che manca tra i quartieri di Via Milano: un progetto che si fonda sulla fiducia tra abitanti, quella che ManoLibera ha provato a coltivare in questi anni.

Nello stesso spazio vedrà la luce un laboratorio di comunità, un luogo attrezzato dove condividere i propri saperi artigianali, partecipare a corsi di restauro, falegnameria o altre attività artigianali. E da ultimo prenderà vita l’Allegra Brigata Aggeggiatutto, un gruppo di professionisti che si occupa di piccole manutenzioni nelle case della città, favorendo inserimenti lavorativi e rispondendo ad un bisogno emerso dagli abitanti di zona. Qui il link diretto per chi volesse sostenere il progetto.

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