Trekking sommatinese, la scoperta del territorio passa dalla “memoria” delle zolfare
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Caltanissetta - Il territorio in cui nasciamo e cresciamo, nella maggior parte dei casi, ci forgia e diventa parte del nostro Dna. E c’è chi dal legame con il proprio territorio, la sua storia e le sue tradizioni trae un’energia vitale incredibile, tanto da doverla e volerla condividere con gli altri. È quello che è successo a Francesco Iannì che, insieme con alcuni amici e compaesani, ha istituito cinque anni fa, l’associazione Trekking Sommatinese proprio per condividere la conoscenza del paese in cui è nato e cresciuto, Sommatino, in provincia di Caltanissetta, conosciuto anche come città delle zolfare – dalle miniere di zolfo operative fino a sessant’anni fa.
Di associazioni di trekking e di appassionati della camminata, della scoperta e della convivialità ce ne sono tante, senza dubbio. E ognuna ha la sua specificità. Quella dell’associazione presieduta da Francesco è legata a doppia mandata proprio alle zolfare. Oltre alle bellezze naturali e architettoniche del territorio di Sommatino infatti, le uscite domenicali del gruppo Trekking sommatinese hanno spesso a che fare proprio con il passato minerario di questo territorio. «Io vado in giro da sempre e amo entrare in tutte le trazzere [strade che attraversano i campi in Sicilia, nda] in cui mi imbatto; se poi è degna di essere visitata, la ripropongo in bici o a piedi per famiglie del gruppo».
TREKKING SOMMATINESE E L’IMPEGNO PER MANTENERA VIVA LA MEMORIA
«Sono convinto che per tutti sia fondamentale conoscere bene il territorio e condivido la passione con gli altri 80 associati che hanno voglia di conoscere la zona, scoprirla e trascorrere giornate all’aria aperta esplorando territorio, storia e tradizioni». E tra valli, monti, pendi, torrenti, antiche trazzere e ferrovie dismesse, quello verso cui Francesco ha sempre indirizzato particolare attenzione è sicuramente la memoria degli anni delle miniere e dello zolfo.
Il territorio tra Sommatino e Riesi infatti è “fatto” di miniera e di zolfo e qui fino al 1975 era operativo il complesso minerario di Trabia-Tallarita, la più grande miniera di zolfo d’Europa che ha plasmato il territorio, la memoria e la storia delle famiglie del luogo. E così, quando si va in escursione in questi luoghi, non può mancare un accenno a questa memoria, soprattutto se a condurre la passeggiata è proprio Francesco. «Sommatino – dice – è fondato sullo zolfo e nonostante la miniera sia chiusa da tanti anni, la ricchezza e l’economia del paese, anche attraverso i pensionati delle miniere, deriva direttamente da lì».
L’ASSOCIAZIONE TREKKING SOMMATINESE SULLE VIE DELLO ZOLFO
In quegli anni infatti il complesso minerario della “Solfara Grande” era una vera e propria città. L’attività estrattiva negli Venti era al massimo e a Trabia Tallarita si estraeva il 12% della produzione mondiale di zolfo. Per questo attorno agli impianti c’era un vero e proprio villaggio con tanto di scuola, stazione dei carabinieri, cappella, ufficio postale e ovviamente alloggi per i dipendenti e le famiglie. Si tratta di uno stile di vita che è nella memoria dei figli di quei minatori e fa parte delle radici dei sommatinesi, nisseni e siciliani tutti.
Radici che Francesco ha imparato a conoscere proprio attraverso i racconti di suo nonno prima e di suo padre poi. «Quando parlo dello zolfo per me è come parlare delle mie origini. Tutto quello che io ho oggi è proprio per lo zolfo e quel duro lavoro che mio nonno, ad esempio, iniziò a fare come “caruso” a soli quattro anni». Una storia comune in queste zone, tanto da entrare anche nella letteratura – basti pensare alla novella Ciàula scopre la luna di Luigi Pirandello che racconta proprio di un ragazzo-minatore che lavora di notte in una miniera di zolfo senza aver mai visto il cielo di notte.
«Io ritengo sia importante mantenere viva questa memoria. In questo senso collaboriamo con altre associazioni come Inner Sicily, con la quale organizziamo percorsi proprio sulle vie dei zolfatari, ovvero il percorso che facevano i minatori a piedi per andare da Sommatino alla miniera e che attraversa le campagne per cinque chilometri. Inoltre il 5 giugno 2022 abbiamo partecipato alla Giornata organizzata dall’Associazione Greenway delle Zolfare di Sommatino in occasione della XIV giornata Nazionale delle Miniere promossa dall’Ispra per una camminata lungo il percorso della Ferrovia delle Zolfare nel tratto di Sommatino, opera di ingegneria e architettura di grande pregio degli anni ’20-’30».
IL MUSEO DELLA MINIERA TRABIA-TALLARITA
Sono esperienze che permettono di far conoscere meglio l’archeologia industriale di questi luoghi che si innesta nella natura e ne racconta anche la storia. Per questi motivi è nato anche il Museo della miniera di zolfo di Trabia Tallarita, che si trova sulla strada statale 190 che collega i Comuni di Riesi e Sommatino ed è tagliato in due parti dal fiume Salso. Il sito minerario di Trabia Tallarita è stato acquistato dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali tra il 2000 e il 2003. L’8 marzo del 2010 è stato inaugurato il primo lotto dei lavori di recupero per la centrale elettrica Palladio e i fabbricati annessi.
«Si tratta di un Museo davvero bello, ma purtroppo poco conosciuto perché al di fuori dei circuiti turistici più battuti e purtroppo per tanto tempo anche molto trascurato – basti pensare che mancò l’energia elettrica per tanti anni a causa di un furto di rame. Inoltre purtroppo il Museo non è collegato al parco minerario di cui si parla da decenni, che è stato istituito ma che praticamente esiste solo su carta».
Sono tutte grandi pecche che non permettono alla zona di sviluppare un indotto turistico sulla storia e l’archeologia industriale che insiste su questo territorio. «Noi, nel nostro piccolo, non solo con Trekking Sommatinese ma anche con il comitato cittadino Santa Barbara, protettrice dei minatori, cerchiamo di tenere viva la memoria, ma penso che un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni potrebbe far entrare questi luoghi in circuiti turistici e rappresentare ancora una fonte di ricchezza per il territorio e cultura storica per chi viene a visitarli», conclude Francesco.
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