27 Feb 2023

Start working, il progetto che vuole riattivare il borgo toscano di Pontremoli “importando” lavoratori

Scritto da: Davide Artusi

Lavorare da remoto circondati dalla natura, poco distanti sia dal mare che dalla montagna, accolti da una comunità viva e calorosa e vicini a tutti i servizi utili al proprio impiego. L'invito arriva da Pontremoli, un borgo della Lunigiana in via di spopolamento che Andrea e Damiano, con il loro progetto Start Working, stanno cercando di riattivare.

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Massa-Carrara, Toscana - Siamo a Pontremoli, nella provincia di Massa-Carrara, in Toscana un borgo che, purtroppo come tanti altri, dal dopoguerra sta vivendo un progressivo spopolamento. La popolazione dagli anni Cinquanta oggi è più che dimezzata e gli abitanti ora sono meno di 7000. Questo è un problema che affligge tutti i vari paesi della Lunigiana e che appare come un processo inesorabile, difficile da fermare.

«È proprio per trovare una soluzione al problema dello spopolamento che nasce nell’agosto del 2020 Start Working – ci racconta Damiano, fondatore di questa iniziativa insieme all’amico Andrea –, con la finalità di portare a Pontremoli nomadi digitali o professionisti che lavorano in smart working di altri paesi, anche lontani dall’Italia, dando loro la possibilità di lavorare da remoto. Se Pontremoli non offre lavoro, sarà il lavoro che verrà a Pontremoli».

Start Working è un progetto nato grazie all’intuizione di Damiano e Andrea che ora vanta la partecipazione di un gruppo numeroso di ragazzi e ragazze, tutti volontari, che ritengono Pontremoli il posto più bello del mondo dove vivere. Alcuni di loro sono piccoli imprenditori, altri architetti, altri ancora agenti immobiliari, guide turistiche, avvocati, consulenti, lavoratori pubblici e liberi professionisti, tutti accumunati dalla voglia e dal desiderio di vedere il loro paese più vivo e popolato.

Pontremoli 1 1

«Quello che tentiamo di fare – ci spiega Andrea – è “importare” persone a Pontremoli per cercare di ripopolare il nostro territorio, facendo conoscere le sue bellezze. Portare persone significa portare idee ed energia. Una cosa molto bella infatti, è che chi ha deciso di trasferirsi qui da noi ha voluto mettere le proprie competenze anche al servizio della comunità. C’è chi ha cercato di dar vita a un gruppo di acquisti equo solidale oppure chi ha fatto partire una raccolta rifiuti Plastic Free o anche chi ha deciso di creare corsi di lingue e di ballo. Ognuno porta qualcosa alla comunità».

Per chi fosse interessato all’iniziativa Start Working e stesse pensando di trasferirsi a Pontremoli per lavorare da remoto, Andrea, Damiano e i vari collaboratori sono a disposizione per rispondere a tutte le domande dei potenziali start workers. Inoltre, agli interessati viene offerta la possibilità di essere ospitati gratuitamente per un giorno intero per andare alla scoperta di Pontremoli e della comunità.

Per chi deciderà di trasferirsi, solo per qualche mese o anche per uno o più anni oppure per una vita intera, viene attivato un servizio gratuito di welcoming, una vera e propria accoglienza per aiutare i nuovi arrivati a conoscere Pontremoli, le sue tradizioni, i suoi abitanti e gli altri lavoratori start workers. Nel paese sono presenti numerose abitazioni e appartamenti in affitto, dotate di connessione internet tramite fibra o ADSL.

Pontremoli

È stato realizzato uno spazio di coworking, dotato anch’esso di fibra e ubicato nel centro di Pontremoli. In questo modo i professionisti possono decidere se lavorare da casa oppure in un luogo dove poter conoscere altre persone, scambiare idee e competenze, fare una chiacchierata e mangiare in compagnia. Si tratta di un’ampia sala all’interno di un ex monastero con otto postazioni, ognuna dotata di scrivania con sedia e lampada da tavolo, e salette per riunioni e telefonate.

«Noi siamo estremamente legati a Pontremoli – riprendono Andrea e Damiano – e per noi è il posto più bello del mondo. Nello stesso tempo che ci vuole per andare da Monza a Milano, da Pontremoli si può arrivare in otto capoluoghi di provincia, passare dal mare della Versilia alle Cinque Terre, agli impianti sciistici dell’Appennino Tosco-Emiliano, fino alle Alpi Apuane. Le uniche cose che non abbiamo sono inquinamento e criminalità. Possediamo inoltre un forte senso di comunità, ci conosciamo bene o male tutti e ci aiutiamo l’uno con l’altro».

A Pontremoli i servizi non mancano, sono presenti numerose attività commerciali, un ospedale, un teatro, scuole e varie associazioni di volontariato. Per giunta, la presenza della ferrovia permette di raggiungere i luoghi limitrofi in poco tempo e con comodità. Ogni anno il paese è sede di decine di eventi che rendono la comunità estremamente viva e zona di passaggio per molti turisti.

Quello che tentiamo di fare è “importare” persone a Pontremoli per cercare di ripopolare il nostro territorio, facendo conoscere le sue bellezze. Portare persone significa portare idee ed energia

«Il nostro progetto ha avuto fin da subito una forte eco mediatica – afferma Andrea – seguita da una chiusura causa lockdown. Già a ottobre/novembre 2020 molti lavoratori hanno deciso di raggiungere Pontremoli per la giornata di ospitalità gratuita; tuttavia a causa della pandemia gli ospiti hanno iniziato a stabilirsi effettivamente in paese intorno a marzo dell’anno dopo. Questa affluenza è stata continua e spalmata nel tempo fino a oggi».

Nel corso di questi due anni e mezzo si sono trasferite ben 38 persone a Pontremoli e 15 di loro hanno deciso di fermarsi a tempo indeterminato, diventando residenti. Andrea e Damiano ci raccontano che ci sono anche altri sette lavoratori intenzionati in questo periodo a spostarsi in questo piccolo Comune della Lunigiana. «Gli start workers provengono da vari paesi, nove in tutto: USA, Nuova Zelanda, Spagna, Irlanda, Brasile, Estonia, Messico, Lituania e ovviamente Italia. Tuttavia, la quantità di italiani che si è trasferita qui è inferiore rispetto a quella degli stranieri e questa è una cosa che ci ha stupiti».

Pontremoli 2 1

«Cercare di “importare” lavoratori nelle nostre terre è solo la prima fase di un progetto più ampio. Quello che cercheremo di fare quest’anno è provare a far restare una maggiore quantità di nostri giovani a Pontremoli che, scoraggiati dalle poche opportunità lavorative, sono molte volte costretti ad andarsene. Vorremmo quindi assegnare ai giovani locali borse di studio per intraprendere percorsi formativi su tematiche digitali. Così facendo, acquisiranno competenze sfruttabili per ottenere lavori che possono essere svolti da remoto e potranno pertanto rimanere a lavorare sul territorio in smart working».

Andrea e Damiano non si vogliono fermare qui e hanno in mente anche una terza fase. Il loro desiderio è quello di creare una comunità di persone, ognuna delle quali con singolari competenze, che permettano di sostenere lo sviluppo territoriale: associazioni, artigiani, agricoltori e realtà imprenditoriali locali. Un progetto ambizioso, forse più un sogno, che cerca di unire l’innovazione del lavoro da remoto con lo spirito di solidarietà che da sempre contraddistingue Pontremoli, dove ognuno avrà modo di mettere le proprie conoscenze al servizio della comunità.

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