Riserva naturale Saline di Priolo: da polo petrolchimico a luogo di nidificazione dei fenicotteri
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Siracusa - Nell’immaginario collettivo il nome Priolo evoca subito il polo petrolchimico siracusano: una realtà industriale imponente che ha segnato in modo inequivocabile l’ambiente, l’economia e la salute di questo magnifico angolo costiero di Sicilia. Eppure, da ormai 22 anni, la Riserva naturale orientata Saline di Priolo sta disegnando un nuovo paradigma di scoperta e conoscenza di questo territorio che tra fauna, flora e archeologia ha tanto da raccontare.
La Riserva, istituita nel 2000 dalla Regione siciliana, tutela un’area di circa 55 ettari. Grazie all’inarrestabile lavoro di salvaguardia e valorizzazione del sito da parte della Lipu, che lo gestisce sin dall’estate 2001, oggi questo piccolo angolo di paradiso, tra le ciminiere e i vecchi oleodotti dismessi e bonificati, è uno dei siti naturalistici più peculiari dell’Isola che vanta un importante primato: è il primo e unico luogo siciliano dove nidificano i fenicotteri.
L’ATTIVITÀ DELLA LIPU PER LA TUTELA DELL’HABITAT DELLA RISERVA SALINE DI PRIOLO
Fenicotteri, esattamente: gli affascinanti uccelli rosa che in tante zone umide siciliane – da Vendicari a Marsala – si fermano e sostano a lungo, ma che solo nella Riserva orientata naturale Saline di Priolo, si riproducono. Qualcosa che potrebbe quasi sembrare incredibile ma che si spiega anche con l’intervento virtuoso di tutela e salvaguardia da parte dell’uomo. Così come conferma il dottore Fabio Cilea, biologo ambientale e direttore, dal 2007, della Riserva Saline di Priolo per conto della Lipu.
«In molti si chiedono come mai i fenicotteri nidifichino qui e sicuramente le Saline di Priolo presentano alcune anomalie rispetto ad altri siti. Ad esempio, sappiamo bene che in genere il fenicottero nidifica in aree molto più estese rispetto alla nostra. Eppure, questi uccelli hanno scelto questo luogo e la spiegazione è da ritracciarsi proprio nell’attività di tutela che abbiamo proposto», spiega Cilea.
«Di certo – continua – noi di Lipu abbiamo attivato una serie di azioni di conservazione e di gestione attiva, realizzando interventi importanti come le isole artificiali che hanno creato nicchie di sicurezza, dove i fenicotteri e altri uccelli si sentono al riparo dai predatori. Si tratta di modelli di conservazione e tutela di cui in altri paesi europei si parla già dagli anni ’60 e che il dottor Carmelo Iapichino, tra i maggiori ornitologi europei e direttore della riserva dall’istituzione fino al 2007, ha anche proposto ad altre realtà siciliane».
NELLA RISERVA SALINE DI PRIOLO I FENICOTTERI NIDIFICANO DAL 2015
Di questa forma di tutela possono godere i fenicotteri e tante altre specie [dal falco di palude agli aironi, passando per cavalieri d’Italia, fraticelli, fratini, polli sultano e morette tabaccate, ndr]. La Riserva Saline di Priolo – che è anche un sito Natura 2000 e comprende al suo interno la Penisola Magnisi dal grande valore archeologico perché costellata da testimonianze della civiltà preistorica e protostorica di Thapsos – vanta infatti l’osservazione di ben 245 specie, l’80% delle quali interamente o parzialmente migratorie, più della metà delle specie ornitiche della Sicilia e circa il 40% di tutte quelle osservate ad oggi in Italia.
Il modello di salvaguardia di certo ha dato grandi risultati tanto che, per la prima volta nel 2015, 70 coppie di fenicotteri hanno deposto le loro uova nel territorio di Priolo. «Nel 2016 sono diventate 140, fino all’exploit del 2020 quando, complice il lockdown, hanno nidificato ben 809 coppie per tornare a scendere a quasi 500 nel 2021. Mentre nel 2022, purtroppo, quando i fenicotteri si erano da poco insediati, qualcuno ha pensato bene di accendere dei fuochi di artificio lungo il muro di cinta della riserva, spaventandoli e allontanandoli dalla Salina».
LA RICOSTRUZIONE E LA RIAPERTURA DELLA RISERVA DOPO L’INCENDIO DEL 2019
Un grande dolore che ha rinnovato nei gestori, negli appassionati e in tutte le persone che conoscono bene il valore della protezione di fauna e flora è la sofferenza arrecata dal grande incendio del luglio 2019 e dei successivi 18 mesi di di chiusura per ricostruire e rimediare ai danni provocati. «Riaprire dopo un anno e mezzo di lavori per noi è stata una grande gioia», racconta Cilea. «I lavori di ricostruzione si sono rivelati lunghissimi e farraginosi, ma noi continuiamo nell’ottica del ripristino di tutto quello che ci permette di tutelare la riserva e di valorizzarla».
Lavori che si vanno a sommare a quelli avviati sin dall’inizio. «È indubbio – sottolinea Fabio Cilea – che il territorio di Priolo sia caratterizzato dal polo industriale che un po’ annebbia tutte le sue meraviglie. Questa però in fondo è per noi la sfida più entusiasmante, ovvero riuscire a far parlare di natura un territorio che ha tutt’altra immagine. Ventidue anni fa quando entrai per la prima volta nella riserva, questo era territorio di nessuno, tra discarica a cielo aperto e abbandono».
LA GESTIONE VIRTUOSA DELLA LIPU E I RICONOSCIMENTI
«Noi abbiamo raccolto la sfida per far tornare il luogo a una situazione più accettabile prima e per renderla un’eccellenza poi», dice. Tanti gli interventi effettuati in questi anni dalla Lipu, che ha modificato l’immagine della zona tanto che nel 2008 la Riserva saline di Priolo si è accaparrata il titolo di Oasi più bella d’Italia dove osservare gli animali nel concorso nazionale della associazione di birdwatching EBN Italia, al quale partecipavano più di 190 aree protette.
Altro importante riconoscimento è arrivato nel 2011, quando la riserva – che è anche Sito Natura 2000 – è stata premiata nell’ambito del progetto Eden, European destinations of excellence organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di promuovere modelli di sviluppo turistico ecosostenibile. E proprio il turismo ecosostenibile rientra tra le sfide del futuro di questo piccolo gioiello di biodiversità. «Ovviamente – sottolinea il direttore –, la riserva nasce innanzitutto per la tutela e la conservazione di habitat e natura. Nel rispetto di queste prerogative poi, è giusto poter fare conoscere tali le bellezze».
VALORIZZAZIONE E TURISMO ECOSOSTENIBILE NELLA RISERVA SALINE DI PRIOLO
Per questo la Riserva Saline di Priolo, oltre a essere aperta tutti i giorni per le visite e garantire un’immersione nel verde a chiunque volesse approfittare di una passeggiata tra i sentieri e ammirare gli uccelli dai vari capanni di birdwatching, organizza attività periodiche di fruizione ed educazione ambientale per famiglie e bambini. «Ai visitatori spieghiamo quanto sia importante il lavoro di tutela di questa riserva [come sottolinea anche il professore Franco Tassi in I parchi naturali possono salvarci dalla crisi, nda] non solo per garantire la conservazione di habitat e le specie ma anche l’importanza dei servizi ecosistemici legati a tali luoghi», racconta Cilea.
I progetti futuri e in itinere sono tanti, tutti nell’ottica di rispondere alla mission primaria della Riserva: tutela e valorizzazione. «Lavoriamo su vari progetti con il Comune di Priolo, che vanno dal completamento della ricostruzione post incendio alla videosorveglianza del luogo, fino a un’importante iniziativa di trasformazione di un’ex industria di Priolo in un grande museo naturalistico». Tutto per difendere e far conoscere questo prezioso scrigno di biodiversità chiamato Riserva orientata naturale Saline di Priolo.
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