A Genova è partito Ri-cucire, un progetto di “tessitura territoriale” nel sestiere della Maddalena
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Genova - Torniamo a parlare de Il Limone Lunare, l’associazione che ha scelto di aprire la propria sede in via della Maddalena, nel centro storico di Genova, dove da anni “ricuce le umanità” (ve ne abbiamo parlato qui), per raccontarvi del nuovo progetto territoriale RI – CUCIRE che di recente è stato messo su gambe. Si tratta di un progetto di ricerca-azione realizzato in collaborazione con La Bottega Solidale, che coinvolge parte del centro storico della città e ad oggi è entrato nel vivo delle sue attività, con i primi incontri nelle scuole secondarie di primo grado e i primi laboratori in aula. Sono andata a trovare Francesca Traverso per farmi raccontare più da vicino cosa bolle in pentola.
Francesca, raccontaci di RI-CUCIRE.
RI-CUCIRE vuole coinvolgere la comunità del sestiere della Maddalena attraverso diverse azioni come l’organizzazione di laboratori e di giornate in piazza, oltre a una mappatura dei tutte le realtà artigianali interculturali dell’area. Per questo si rivolge idealmente non solo ai residenti, ma anche a tutte le persone che quotidianamente animano e frequentano questa zona della città.
Com’è strutturato RI-CUCIRE?
Le attività della primavera avranno una portata più ampia, sia nei contenuti che nelle azioni: si agganceranno infatti agli eventi mondiali legati al Fashion Revolution Day, che si terrà il prossimo 23 aprile. Tra le altre cose, come dicevo, ci stiamo occupando della mappatura dei sarti e degli artigiani delle altre culture di tutto il sestiere, per avere anche fisicamente una mappa di tutte le potenzialità e dei saperi di questo territorio, in modo da poterne mettere in circolo le competenze.
Poi entriamo nelle scuole – sono state coinvolte cinque classi di seconda e terza secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Maddalena Bertani e del Convitto Colombo –, dove raccontiamo ai ragazzi cos’è una filiera etica. La prima domanda che poniamo nell’etichetta emotiva che distribuiamo a tutti i presenti è personale: chiediamo di indicare quali sono gli indumenti che ogni studente predilige, spiegando anche cosa li rende speciali; dopodiché scendiamo un po’ più in profondità, con un’analisi dell’etichetta dei capi, chiedendo di segnare marca e provenienza. Dopodiché costruiamo fisicamente insieme alle maestre d’arte le etichette visibili.
In questo senso il progetto si rivolge alle persone più fragili, di diverse età, che avranno modo di trovare uno spazio di supporto alla crescita personale, accompagnati dai rispettivi educatori delle cooperative sociali. Le attività di laboratorio, la frequentazione dell’atelier aperto e la partecipazione ai convivi pubblici sono tutte preziose occasioni che accompagneranno all’autonomia e favoriranno l’inclusione sociale di tutte le persone coinvolte.
L’esposizione diffusa dei prodotti creati durante i laboratori e la possibilità di acquistare capi creativi elaborati nell’atelier aiuteranno poi le persone a riflettere su tutte quelle scelte sempre più necessarie di sviluppare un’economia circolare e di prossimità, individuando proprio nel sestiere delle risposte per dare il proprio contributo in qualità di consum-attori.
Oltre ai percorsi nelle scuole prevedete incontri di piazza aperti alla cittadinanza?
Sì, ci saranno anche spazi d’incontro pubblico e momenti di approfondimento trasversale. RI-CUCIRE è un progetto che vede la partecipazione anche come potenziamento di quella trasmissione di conoscenze e di storie che si fa memoria di tutte le vite del sestiere e della città. L’intento è che i giovani possano così prendere il testimone delle responsabilità e delle conoscenze giunte dal passato più o meno recente e da culture diverse che adesso coabitano. Ne nascerà una mappatura materiale e immateriale dei saperi, intrinseca al valore di ogni cultura.
Soprattutto dopo il lockdown siamo arrivati a pensare che la presenza non sia indispensabile, invece non è affatto così. Quello che noi cerchiamo di fare è nutrire le relazioni, anche perché gli spazi sono vivi grazie alle umanità, a persone che si fanno custodi di quei luoghi. Per questo vogliamo valorizzare piazza della Cernaia e un altro dei nostri obiettivi è proprio ricreare la piazza che si è persa: lì organizzeremo un set all’aperto dove ci saranno il kit di fotografia, macchine da cucire e un’esposizione di tutti i vestiti di altri sarti del sestiere. Inviteremo anche gli studenti dell’università popolare dell’età libera, l’UniAuser, che, con un taccuino alla mano, saranno accompagnati a esplorare queste vie, per cercarne i segni artistici di tutte le culture.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, La Bottega Solidale, Altromercato e O’PRESS.
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