Anche a Genova è arrivata la panchina gialla per sensibilizzare sull’endometriosi
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Genova - Un colore il cui significato è collegato alla luce, al sapere, al calore e alla gioia, ma anche alla falsità, alla follia, al tradimento. Il giallo è un colore eclettico che ora ha una nuova sfumatura: simboleggia la lotta all’endometriosi e alla poca consapevolezza a essa associata. Inaugurata lo scorso 11 febbraio a Genova, nell’area giochi del parco del quartiere Nervi, la panchina gialla detta endopank è stata fortemente voluta dall’associazione La voce di una è la voce di tutte di Vercelli.
«Ci sono circa un centinaio di volontarie, definite tutor, che lavorano per l’associazione e sono attive su tutto il territorio italiano», mi racconta Alessia Ronconi di La Spezia. «Siamo tutte malate di endometriosi e siamo le prime a voler portare informazione e fare sensibilizzazione sul tema», sottolinea, spiegandomi che in Liguria ci sono quattro tutor, tre in provincia di La Spezia e una a Genova.
LA PANCHINA GIALLA
SEDIAMOCI SUL GIALLO: ENDOPANKR è molto più di una panchina, perché è un progetto che ha alle spalle un enorme lavoro di sensibilizzazione. Su ogni panchina infatti c’è una targhetta realizzata dalle grafiche dell’associazione, tra cui Alessia, con un codice QR che rimanda a un video curato dal dottor Luigi Fasolino, ginecologo specializzato proprio in endometriosi, in cui vengono illustrati i sintomi e tutti i principali campanelli d’allarme. «Quei segnali che devono far drizzare le antenne e spingere a cercare uno specialista per accertamenti», spiega Alessia.
«Sempre all’interno del video sono stati inseriti tutti i riferimenti dell’associazione, incluso il telefono giallo a cui rispondiamo noi tutor volontarie dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19 per dare supporto emotivo alle ragazze e alle donne che ci chiamano, il più delle volte in confusione, perché sappiamo tutte fin troppo bene cosa vuol dire la sofferenza, per questo ci mettiamo a disposizione di chi ha bisogno».
Infine c’è un elenco di tutti i centri specializzati in endometriosi a cui indirizzare le persone che hanno bisogno di visite di approfondimento. Quella di Genova è la seconda panchina in Liguria: la prima è stata inaugurata nello spezzino il 26 marzo 2022, mentre il 22 e il 23 febbraio ne compariranno altre due, una ad Arcola e una a Lerici. Un’esplosione di giallo.
COME REALIZZARE UNA PANCHINA GIALLA
Più parlo con Alessia, più mi convinco che ogni Comune, anzi ogni municipio, dovrebbe avere una panchina gialla per accendere i riflettori su questa patologia; così le chiedo come si procede per installarne una. «Alla panchina di Nervi abbiamo lavorato all’incirca da agosto», racconta. «Grazie a un’attivista su Tiktok con cui abbiamo iniziato a collaborare, siamo riusciti ad arrivare in Comune». E ad avviare l’iter per le autorizzazioni. In generale, se si vuole realizzare una panchina gialla nel proprio territorio occorre mettersi in contatto con l’associazione, proponendo l’area in cui posizionarne una nuova, il che però richiede un percorso più lungo e arzigogolato, oppure verniciarne una già esistente.
«Una volta scelta la panchina concordata con l’amministrazione, inviamo il codice pantone del giallo, affinché tutte le panchine siano uguali e riconoscibili in tutto il territorio italiano. Dopodiché inviamo del materiale informativo da distribuire nel giorno dell’inaugurazione».
GLI INCONTRI
Il prossimo 25 marzo a Roma ci sarà la giornata per la sensibilizzazione sull’endometriosi e alle 14:30 in Piazza Santi Apostoli si terrà il flashmob dell’associazione, in occasione del quale le tutor volontarie presenti porteranno testimonianze, spiegheranno del telefono giallo e di tutti i servizi. A partire da quel momento ci saranno in tutta Italia diversi eventi pubblici in piazza, ma la parte più interessante è il grande lavoro di consapevolezza che l’associazione porta all’interno delle scuole secondarie.
Durante gli incontri, della durata di circa un paio d’ore, gli specialisti del comitato tecnico-scientifico dell’associazione spiegano alle classi di adolescenti con un linguaggio semplice e diretto i sintomi e tutti i presenti hanno la possibilità di porre domande. «Proprio durante questi momenti di confronto in classe delle ragazze hanno scoperto di avere l’endometriosi e questo è motivo di orgoglio per noi, perché ci dimostra che sensibilizzare su più fronti è senza dubbio la cosa migliore».
Il problema di questa patologia infatti è proprio la diagnosi molto tardiva: «Noi ora cerchiamo di vivere nella maniera più dignitosa possibile, ma è una malattia da cui non si può guarire, perché è cronica. Se però diagnosticata durante l’adolescenza i danni che porta agli organi coinvolti sono decisamente minori». Alessia mi racconta che per diciassette anni è andata a bussare alla porta di tantissimi specialisti, senza però ricevere risposte: «Quello che fa più male sapere che forse non riuscirò mai ad avere figli, perché a oggi la mia fertilità è fortemente compromessa».
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