Fondazione Campo: arte, artigianato e turismo lento per far rinascere un borgo sul lago di Garda
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Verona, Veneto - Siamo nella borgata medievale di Campo di Brenzone, incastonata nella splendida cornice naturale che sovrasta il versante veronese del lago di Garda. Come tanti altri in Italia, anche questo borgo è andato incontro a un forte spopolamento nel corso degli anni, arrivando a essere abitato soltanto da due famiglie. Fino agli anni cinquanta era un luogo pieno di vita e poteva contare anche una dozzina di bambini e bambine.
È in questo contesto di abbandono e spopolamento che interviene Fondazione Campo, istituita nel 2006 e registrata nel 2009 in Regione Veneto, la quale si pone come missione quella di far rivivere Campo di Brenzone attraverso un progetto di ricostruzione delle abitazioni presenti nel borgo, l’apertura di laboratori e la creazione di spazi dedicati a spettacoli. Giacomo, rappresentante legale di Fondazione Campo, ci racconta in maniera più approfondita di cosa si occupa la Fondazione, parlandoci del progetto, delle collaborazioni e dei piani futuri.
Dove sorge il borgo?
Il borgo di Campo di Brenzone è disteso su di un terrazzamento a spalliera a circa 200 metri di altitudine sul lago di Garda, non distante dalla Gardesana Orientale e dalla frazione di Marniga. Sono due i nuclei di abitazioni che lo compongono, divisi da una via centrale e una laterale verso il lago. Molte delle case sono crollate nel corso degli anni e ora non sono più visibili. Infine, il borgo è circondato per tre lati da uliveti e su quello rimanente è presente un bosco di latifoglie rivolto verso il monte.
Cos’è Fondazione Campo?
Fondazione Campo è un ente senza scopo di lucro. Il suo obiettivo primario è quello di mantenere quanto più possibile le tipicità del borgo e dei luoghi circostanti: oliveti, boschi, mulattiere, muri a secco, flora e fauna in generale. Altro importante intento è quello di favorire un turismo di nicchia, con accessi il più possibile contenuti, anche per evitare sovraffollamenti incontrollabili nei loro vari aspetti.
Che cosa offre Campo di Brenzone e come Fondazione Campo sta sostenendo il rilancio e la rinascita di questo luogo?
Se vogliamo dare una seconda vita a borghi come questo è necessario investire sul territorio per il territorio. L’offerta di Fondazione non si concentra però solo sull’aspetto turistico, ma anche su quello culturale e spirituale. Campo sta diventando un vero e proprio borgo delle arti e dei mestieri, dove associazioni ed enti hanno modo di mostrare abilità, creatività e fantasia. Inoltre, la zona che circonda Campo di Brenzone è attraversata da molti sentieri ed è punto di arrivo e di sosta per numerosi appassionati di trekking.
Che attività sta promuovendo Fondazione Campo?
Fino al 15 febbraio abbiamo allestito una rassegna di vari presepi, che attirano un buon numero di visitatori. Inoltre, nei prossimi due mesi verrà attuato il completamento del progetto edilizio di Casa Margherita, progetto pilota che, a seguito di verifica, potrà essere indicato come restauro tipo per gli altri edifici del borgo, con la finalità di procedere a una sua ristrutturazione completa.
Fondazione Campo sta collaborando con qualche realtà?
È nata una collaborazione con il Comune tirolese di Achenkirch, che ha permesso di far conoscere maggiormente Fondazione Campo non solo nelle zone a noi limitrofe ma anche presso realtà più lontane e soprattutto circoli culturali e artistici. L’idea è quella di mettere a disposizione residenze temporanee mensili ad artigiani e artisti di vario genere, dove essi possano soggiornare e nel frattempo mostrare la loro arte attraverso la creazione di laboratori e la realizzazione di spettacoli che attirano turisti.
Quali progetti ha Fondazione Campo per il futuro?
Stiamo valutando nuove iniziative e ulteriori collaborazioni per rendere Fondazione Campo autosufficiente economicamente. Vari progetti sono in arrivo per cercare di far conoscere sempre più questo borgo, nella speranza di potergli dare una seconda vita, valorizzandolo a dovere. Un’impresa ardua ma che sta ottenendo i suoi frutti grazie a chi, come me, sente il bisogno di promuovere questi borghi ormai spopolati e grazie a tutti quei turisti e quegli artisti che ci sostengono, caricando di vita il luogo.
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