Flaviano Bianchini: “Ecco cosa abbiamo ottenuto dopo dieci anni di lavoro per le comunità oppresse” – Dove eravamo rimasti #11
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Qualche anno fa vi abbiamo parlato di Flaviano Bianchini, uno dei Fellow di Ashoka che nel 2012, dopo le prime avventure solitarie, ha fondato Source International, un’organizzazione che raccoglie dati contro lo sfruttamento di multinazionali minerarie e fornisce alle comunità locali strumenti utili per difendere i propri diritti. Sono tantissime le persone che, grazie al suo lavoro, hanno ricevuto benefici.
Come va il mondo? Cosa è cambiato dall’ultima volta che lo abbiamo incontrato? E quali sono i progetti a cui si sta dedicando? Queste sono le domande che abbiamo rivolto a Flaviano per tastare l’evoluzione dell’umanità, conoscere gli eventuali progressi acquisiti in ambito di diritti umani e quali passi indietro, anche se piccoli, sono disposti a compiere le grandi compagnie minerarie, petrolifere e non solo con cui si rapporta.
DIECI ANNI DI SOURCE INTERNATIONAL
L’organizzazione nell’ottobre scorso ha compiuto dieci anni ed è impegnata in oltre 40 progetti in giro per il mondo. Con la pandemia ha subito un duro colpo proprio durante uno dei momenti di maggiore crescita che vedevano Flaviano e gli altri impegnati sul campo. Dopo i primi tre mesi, durante i quali molti progetti sono stati sospesi, altri chiusi, altri ancora sono proseguiti anche se con modalità diverse, sono riusciti a modificare parte del loro lavoro, trasferendo online molte delle attività: presentazione dei dati dei campioni raccolti in loco, relazioni di advocacy, formazione, training.
Si sono anche dedicati alla scrittura di manuali sul monitoraggio comunitario e alla “citizen science”, ovvero a una scienza partecipata da cittadini in rete o in gruppi organizzati nelle attività di raccolta di dati e produzione di informazioni, attraverso misurazioni, stime, modelli, osservazioni, valutazioni, interpretazioni o elaborazioni, con l’obiettivo di ampliare la consapevolezza personale e la conoscenza.
Da qualche tempo hanno ripreso a viaggiare anche se… «abbiamo presentato all’UNEA, United Nations Environment Assembly, il rapporto sulla Liberia, dove la Firestone (Bridgestone) possiede il 10% delle terre per piantare alberi da gomma che poi vengono spediti in Ohio per produrre gli pneumatici. L’inquinamento che hanno provocato ha distrutto intere comunità di pescatori che, a seguito dell’odore terribile e delle acque inquinate, hanno dovuto abbandonare le proprie case», racconta Flaviano Bianchini.
«Grazie ai dati raccolti e al report presentato, la fabbrica ha costruito un impianto di depurazione dell’acqua e dei filtri per l’aria, ma a causa dei viaggi limitati, dei costi aumentati e della mancanza di fondi, non siamo potuti andare a controllare con i nostri occhi. Per fortuna attraverso un rapporto di fiducia instaurato con i partner locali riusciamo a condividere i dati, ma così non è sempre semplice» prosegue l’Ashoka Fellow.
QUALCHE VITTORIA…
Quello in Liberia non è l’unico traguardo raggiunto. In Messico, ad esempio, era prevista l’apertura di una nuova miniera all’interno di un’area incontaminata. Grazie al lavoro di Source International insieme alla popolazione locale, alle tante proteste e alla raccolta di numerose prove la Corte Suprema messicana ha revocato la licenza del progetto.
In Perù invece, nonostante la situazione molto complessa, dopo dieci anni di lavoro a Cerro de Pasco – la più alta città del mondo che a causa del rilascio nell’ambiente dei metalli pesanti (per lo più piombo e zinco) contenuti nelle scorie prodotte dall’attività estrattiva è uno dei luoghi più inquinati del pianeta – dopo molte campagne è stato installato un depuratore e l’acqua è finalmente pulita anche se la comunità locale continua a essere colpita.
«L’acqua è più semplice da purificare, con i suoli e quindi il cibo che si mangia è più complicato. Negli ultimi anni abbiamo isolato le zone di discarica attraverso la costruzione di muri. Qui si accumulavano i rifiuti, vere e proprie montagne dove i bambini entravano tranquillamente», continua Flaviano.
NUOVI PROGETTI
«Questi dieci anni mi sono arrivati di colpo, d’improvviso mi sono accorto di portarmi addosso l’angoscia per quello che non riusciamo a realizzare, ma allo stesso tempo un po’ di gioia per qualche risultato che non mi aspettavo. Anche il solo fatto di essere qui dopo tutto questo trascorso significa tanto». I progetti a cui dedicarsi non mancano, così come la voglia, la passione e la necessità di poter essere d’aiuto nella difesa dei diritti umani di molte comunità indigene.
Source International è impegnato insieme all’Università di Pisa e altri centri europei nel progetto Rebalance, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, che prevede la creazione di un osservatorio sui diritti umani e sulle imprese a livello europeo. Sul modello degli osservatori delle ONG Swedwatch e Norwatc, organismi indipendenti che hanno il ruolo di controllare l’operato delle imprese nel proprio paese e all’estero, verrà creato in Italia un organismo simile che possa controllare tutte le imprese italiane – estrattive, edilizie, imprese di qualsiasi tipo – che operano in Italia e all’estero.
All’attivismo e al giornalismo sul modello del nord Europa, Flaviano vuole aggiungere anche un approccio più scientifico. «È un progetto grande con grandi partner, ma i soldi a disposizione per i tre anni a venire non sono tanti e fare le analisi scientifiche costa. I partner universitari potrebbero mettere a disposizione i loro laboratori, sarebbe un grande passo avanti e un risparmio dei fondi a disposizione. Per la prima volta abbiamo anche una stabilità economica mai avuta in questi anni. Una fondazione inglese, tramite crowdfunding, ci ha dato un bel finanziamento che nei prossimi anni ci permetterà di rivedere le nostre operazioni in campo e avviare nuove avventure».
Nel corso di questi anni sono stati parecchi i cambiamenti e i miglioramenti che Source International è riuscita a ottenere nel rispetto dei diritti umani di molte comunità in giro per il mondo. Qualcosa che dieci anni fa Flaviano non avrebbe nemmeno immaginato, ma che si è avverata.
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