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Messina - Stare nel bosco e apprendere per scoperta: sono questi i capisaldi su cui poggia il progetto di Educare nel bosco Messina. Una realtà relativamente giovane, portata avanti da tre educatori che hanno aderito alla Rete italiana di Scuole nel Bosco della cooperativa Canalescuola e che è oggi, con le sue attività sui Colli San Rizzo con base nel bosco comunale di Camaro, l’unica realtà della rete presente in Sicilia, nonché dalle Marche in giù.
Artefici di questo progetto siciliano legato alla rete nazionale sono Federica Rizzo, Eleonora Bovo, Nicola Marabello. Tre educatori che raccontano come ogni giorno abbiano di fronte bambini e bambine, tra i 3 e i 6 anni, «felici, curiosi, appagati. Bambini che scoprono il mondo secondo natura e che stanno nel bosco con il sole, la pioggia, il vento, arricchendo così la propria esperienza del mondo, osservando in che modo si modificano i colori, i suoni, gli odori con i diversi tempi atmosferici e nel corso delle stagioni».
LA NASCITA DI EDUCARE NEL BOSCO MESSINA
Federica, laureata in Scienze della Formazione e dell’Educazione a Messina, Eleonora, laureata in Tecniche artistiche e dello spettacolo all’università Ca’ Foscari di Venezia e Nicola, laureato in Economia del Turismo e dell’Ambiente a Messina, raccontano come il loro progetto nel bosco affondi le radici nella loro esperienza di educatori di Naturè, progetto di educazione in natura nato all’interno di Villarè che nel 2020 diviene Educare nel bosco Messina. «Nel 2017 – raccontano – siamo stati selezionati come educatori – la selezionatrice era la formatrice catanese Milena Viani – del progetto di scuola all’aperto che si svolgeva, appunto, in fattoria».
Un’esperienza meravigliosa di formazione ed educazione. «Man mano la nostra esperienza è cresciuta e la nostra formazione si è ampliata con Giulia Dal Lago della rete di Educare nel bosco. Poi, dopo tre anni di attività, a causa del lockdown ci siamo dovuti fermare per un po’ e quando abbiamo ripreso l’attività abbiamo deciso di completare il ciclo scolastico con qualche settimana nel bosco. Ecco, lì è successo qualcosa di inevitabile: abbiamo capito che quello era il nostro luogo e che volevamo fare scuola nel bosco».
EDUCARE NEL BOSCO MESSINA NELLA RETE DI CANALESCUOLA
Detto, fatto. Federica, Eleonora e Nicola si avvicinano alla rete di Canalescuola che già conoscevano e avviano la nuova esperienza in un aula totalmente naturale e non antropizzata come il Bosco di Camaro sui Colli San Rizzo, un’altura da cui si domina tutta la città dello stretto. Un’aula che ha querce per pareti e foglie, rocce e sottobosco per pavimento, con un soffitto che cambia colore a seconda delle stagioni: un’aula dove tutti i benefici dell’outdoor education sono moltiplicati.
«Con questa esperienza – raccontano – ogni giorno ci rendiamo sempre più conto di come ai bambini non servano giochi ma ambienti da vivere e scoprire. I bambini possono sperimentare grazie a quello di cui hanno davvero bisogno: un ambiente fisico e psicologico che sia strutturato in maniera autentica, adulta e risponda alle loro necessità e non a quelle di un ideale di sicurezza che è tutto da adulti».
«Pensiamo – dicono – che l’esperienza diretta sia fondamentale perché mantiene nel bambino la gioia della scoperta e la libertà di capire e comprendere. Il gioco libero – continuano – è l’attività principale delle nostre giornate, i bambini e le bambine, decidono praticamente tutto, ovvero come, con chi, dove e con cosa giocare. Si arrampicano, scivolano, si rotolano o semplicemente osservano e oziano senza che tutto sia cadenzato dai tempi stretti e frenetici dati dagli adulti».
In questo modello educativo, il ruolo dell’educatore è soprattutto quello di un accompagnatore. «Ci inseriamo nel loro naturale processo di crescita e sviluppo, sostenendo la singolarità di ognuno nella scoperta spontanea. Inoltre, se ai bambini e alle bambine non servi la soluzione e dai il tempo di pensare, loro trovano la loro modalità. Insomma, le attività che proponiamo, seguendo il modello di Educare nel bosco, nascono per assecondare gli interessi mostrati dagli stessi bambini che sono liberi di partecipare o meno a un’attività».
COME SI SVOLGONO LE GIORNATE NEL BOSCO DI EDUCARE NEL BOSCO MESSINA
«Noi forniamo alle nostre famiglie – al momento sono 11 i bambini iscritti – il servizio navetta in due punti della città. Poi partiamo alla volta del nostro bosco di Camaro sui Colli San Rizzo. La partenza è prevista da più punti della città con un servizio navetta a disposizione esclusiva del progetto. Lì dopo un primo cerchio di benvenuto, i bambini cominciano a giocare e hanno due ore per il gioco libero, ovviamente sorvegliati, ma liberi di sperimentare. Siamo molto attenti alla relazione e alla comunicazione con i bambini e cerchiamo di mantenere il rapporto adulto-bambino molto basso».
La giornata continua, con la mente e il corpo sempre aperti alla scoperta, con la merenda dell’orto di Nicola, le attività diverse a seconda della giornata e con il pranzo a sacco che ogni bambino porta con sé. E poi dopo altro gioco libero, facciamo un cerchio finale in cui ognuno dice quello che desidera condividere. Cerchiamo di lavorare in profondità per selezionare cosa sia davvero essenziale e cosa risponde alle necessità che ci sono in questa fascia di età. Stare nel bosco insegna molto più di un ambiente antropizzato, perché i bambini non avendo a disposizione cose superflue, “fioriscono” nelle proprie competenze, potenzialità e occasioni di sperimentazione originale del loro essere individuo».
I POMERIGGI SELVATICI DI EDUCARE NEL BOSCO MESSINA
Un’esperienza di successo che raccoglie sempre più consensi e che stimola il team ad andare avanti e a valutare altre esperienze anche per i bambini più grandi. Da qualche tempo – dicono – abbiamo cominciato a integrare con i pomeriggi selvatici, ovvero due pomeriggi al mese in cui anche i bambini della primaria possono vivere il bosco. Il risultato è sempre sorprendente: i bambini hanno tanto bisogno di stare in nature e sono felici e maturano in consapevolezza».
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