“Mi sono trasferita in campagna per dedicarmi alla terra: qui il tempo passa in modo diverso”
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Alessandria - Qualche giorno fa mi sono chiesta per quale motivo espressioni di uso comune come “braccia rubate all’agricoltura”, “tornatene in campagna”, “ma vai a zappare”, “vai a raccogliere pomodori” e simili diano una sfumatura così dispregiativa al lavoro rurale. È davvero considerato, nell’immaginario collettivo, l’anti-progresso, l’anti-intelligenza? Chi sa invece quanta cultura c’è dietro a tutto ciò che riguarda la vita contadina? Mi è capitato di parlarne per puro caso con Daniela Perelli, una donna genovese autrice di diversi libri per adulti e bambini, da poco trapiantata nell’alessandrino, dopo aver letto un suo post in merito.
“Storia, matematica, geografia, scienza, ecologia, dell’economia, solo per dirne alcune, sono tutte materie che aiutano a calcolare i tempi, le distanze che le semenze devono avere nella terra per germogliare, il periodo in cui è bene cominciare a seminare, i diversi tipi di terreno e tutto ciò che da leggere sull’argomento esiste. E non basta una vita per sapere tutto, per di più la convivenza con gli animali selvatici. E non finisce qui. In ogni lavoro, in verità, ci sono tanto studio e tanta cultura”, si legge in un suo post. Ho colto l’occasione per fare una chiacchierata con lei e parlare del suo recente cambio vita.
Daniela raccontaci com’è nata l’idea di lasciare Genova per trasferirti in Piemonte.
Io e mio marito abbiamo deciso insieme ai nostri figli di trasferirci definitivamente in Piemonte, in provincia di Alessandria. Ma non abbiamo scelto la destinazione casualmente: io, da bambina, passavo con i miei genitori tutti i weekend e le estati a Rivalta Bormida, quindi per me è sempre stata una seconda casa. E già da quattro anni ogni fine settimana e da giugno a settembre venivamo qui con mio marito e i miei figli. Finché non ci siamo decisi.
Così, dal 23 dicembre, abbiamo lasciato definitivamente la nostra a Genova e ora abitiamo sopra a Visone, in mezzo alle vigne, nella casa che abbiamo acquistato dai parenti di mio marito, in un piccolo borgo dove ci sono altre famiglie. Un posticino tranquillo dove stiamo bene. Tutti e quattro preferiamo la vita in campagna che quella in città, quindi non siamo pentiti della scelta, anche se è piuttosto impegnativa: c’è sempre da fare e c’è molto da lavorare.
Com’è cambiata la tua vita? E quella della tua famiglia?
La nostra quotidianità è cambiata molto. Quando vivevamo a Genova i ritmi erano frenetici e ogni giorno, per i diversi impegni che avevamo, passavamo tantissimo tempo in macchina. Quella situazione iniziava un po’ a stressarci, sentivamo il bisogno di rallentare. E quel momento finalmente è arrivato, che ci ha permesso di cambiare in meglio.
Noi qui stiamo bene, tutti e quattro prediligiamo questa vita più rurale, anche se gli impegni paradossalmente sono molti di più adesso: avendo un terreno da coltivare e la stufa da caricare, per esempio, dedichiamo molto tempo alla cura del contesto in cui viviamo, bisogna occuparsi di tante cose diverse ogni giorno. Per quanto riguarda gli altri componenti della famiglia, mio marito lavora ancora a Genova e i miei figli non hanno subito negativamente il cambiamento, anzi, si sono inseriti bene nella nuova scuola. E il bello è che, anche se è inverno, adesso passiamo molto più tempo fuori casa, all’aria aperta. Per questo devo dire che il cambiamento ha fatto bene proprio a tutti quanti.
Oggi come concili i tuoi diversi lavori, tra la scrittura di libri, gli studi universitari e la famiglia?
Sto frequentando il terzo anno della facoltà di scienze della formazione, forse finirò fuori corso, ma studiare era un mio sogno e lo sto portando avanti. La scrittura invece la considero più che altro un hobby, anche se per un periodo è stato un lavoro che mi ha permesso di mantenermi. Col passare del tempo ho continuato a scrivere, ma l’editoria, specialmente nell’ambito di romanzi, è un ambiente complesso.
Tengo vivo anche il mio blog dedicato alla campagna e alle ricette vegetariane. Ora come ora faccio più che altro lavori stagionali, come collaboratrice nelle vigne, nell’orto. E poi faccio la volontaria in un rifugio per cani disabili, a Visone, il rifugio degli invisibili.
Raccontaci del tuo progetto in essere, il B&B La Libellula: come lo stai articolando?
Ora sto ristrutturando questo piccolo appartamento nel centro storico di Rivalta Bormida, per renderlo adatto agli ospiti e adibirlo a B&B. Siamo ancora un po’ indietro, me la sto prendendo un po’ con calma. Ho già iniziato a portare diversi arredi e a pensare a cosa offrire per colazione: cose semplici, naturali, come uova, frutta e dolci fatti in casa. Sto andando avanti con i lavori, un po’ a rilento, ma questo sogno vedrà la luce a breve.
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