Bad Traveller, il portale per i viaggi accessibili che raccoglie le recensioni dal punto di vista dei disabili
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Gian Luca Santinelli è un agente di viaggio da più di dieci anni, originario di Macerata, che attualmente vive e lavora a San Severino Marche un paese a circa 30 chilometri di distanza dal capoluogo. Oltre all’ideazione e alla vendita di pacchetti turistici si occupa anche di accompagnamenti per i viaggi di gruppo. E fin qui niente di strano. Ma Gian Luca è anche l’ideatore di Bad Traveller, un portale dedicato ai viaggi che decisamente non è come tutti gli altri.
Ma andiamo con ordine. La storia che vi sto per raccontare incomincia in Spagna, a Valencia. Qui Gian Luca, durante una sua trasferta lavorativa, si ritrova ad essere per la prima volta tour leader di un viaggio di gruppo di persone con disabilità in sedia a rotelle. Proprio da quest’esperienza nasce l’intuizione che getta le basi per la nascita di un progetto più ampio dedicato al tema di viaggi e disabilità. Bad Traveller, appunto.
Di cosa si tratta esattamente?
Bad Traveller è il primo portale italiano esclusivamente dedicato alle persone con disabilità in viaggio o che vivono esperienze in luoghi d’aggregazione sentendosi totalmente parte del mondo e non un mondo a parte, come purtroppo spesso ancora oggi accade. Su Bad Traveller si possono condividere e recensire le proprie esperienze in varie strutture ricettive come hotel, ristoranti e musei; vuole essere un servizio di utilità per chi ne usufruisce e un luogo virtuale dove dar voce a chi finora non ha trovato un canale idoneo per poterlo fare senza sentirsi solo.
Cos’è che ti ha fatto scattare la molla e lanciare il progetto?
Nel corso di un tour mi colpì particolarmente il fatto che una delle partecipanti, appena arrivata in hotel e prima ancora di iniziare con le visite, cominciò a scrivere una recensione sull’accessibilità della struttura su TripAdvisor. La cosa mi stupì molto perché notai lo scrupolo e la “determinazione” nel voler condividere la sua esperienza. Dentro di me pensai che probabilmente la sua recensione, per quanto utile, sarebbe finita in un immenso calderone e non avrebbe avuto la visibilità che meritava. Per questo pensai di creare uno spazio libero, gratuito, senza fine di lucro, dove le persone potessero condividere le proprie esperienze in merito all’accessibilità di hotel, ristoranti, musei e molto altro.
In che cosa si differenzia Bad Traveller rispetto ad altri portali che si occupano di accessibilità e a chi si rivolge nello specifico?
Si rivolge a tutte le persone che hanno una qualsiasi disabilità, non solo motoria, ma anche agli accompagnatori o ai caregiver, perché pure loro affrontano quotidianamente le problematiche dell’accessibilità e dell’inclusione dei propri cari. Questo portale è nato prima di app similari e lo spirito è quello di fornire uno strumento unico dove poter consultare le strutture accessibili in base all’esperienza vissuta dagli stessi utenti.
Come sappiamo “disabilità” è un termine generico che include tantissime caratteristiche, ognuna diversa dalle altre. Per questo motivo l’utente quando si registra può indicare il tipo di disabilità che ha, in maniera tale che quando si legge la recensione si capisce subito se viene fatta da una persona in sedia a rotelle, ipovedente o altro. L’idea alla base di è quella della condivisione, della solidarietà: ho pensato che se una persona ha avuto determinate problematiche è utile condividerle affinché altre persone non vivano le stesse difficoltà; o meglio ancora, se si è stati ospiti di una struttura pienamente accessibile dove si è stati molto bene, perché non farlo sapere agli altri?
Secondo te cosa continua a mancare attualmente nell’ambito dei viaggi e dell’accessibilità che potrebbe realmente fare la differenza?
Trovo assurdo che nel 2023 ancora si scrivano post sui gruppi Facebook su dove poter trovare hotel o ristoranti accessibili. Nella mia idea ho voluto creare un contenitore unico dove ognuno possa liberamente consultare e aggiornare la situazione dell’accessibilità di hotel, ristoranti e musei in Italia e nel mondo. La cosa strana è che spesso e volentieri vedo poco spirito di condivisione sul tema. Ad esempio, diversi influencer sono molto attivi sui profili social personali e rimangono concentrati sul proprio “orticello”; molte volte mi capita di invitarli a condividere anche sul sito, ma percepisco – non con tutti, qualcuno è molto collaborativo – una certa resistenza, quasi il timore di poter “favorire” un potenziale concorrente.
Qual è invece il riscontro da parte degli operatori?
Ho conosciuto albergatori e persone che lavorano nella ricettività che tengono veramente a questo aspetto e che compiono notevoli sforzi, anche economici, per poter essere inclusivi al 100%. Vedo anche che questa è una opportunità di business e che per tanti è un discorso meramente economico, cosa che alla fine non stigmatizzo, poiché ciò che davvero conta è fornire un servizio migliore e inclusivo per tutti, l’importante è che non sia una moda passeggera.
Credo che si parli comunque tanto di accessibilità, ma le amministrazioni comunali sono le prime a essere cieche su questo aspetto, anche se ovviamente non tutte. Quante città hanno adottato i piani di eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA)? Perché non lo hanno fatto? Stanno aspettando altri bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per poter fornire dei servizi adeguati a cittadini che pagano le tasse come tutti gli altri?
Il problema alla base è costituito dalla mentalità e dalla scarsa apertura: se mancano l’empatia, la voglia di aiutare e la capacità di vedere i e le disabili come persone e non come opportunità, non andremo molto avanti. Purtroppo – lo ripeto – anche da parte di molte persone con disabilità noto una certa chiusura, molte critiche, ma poca voglia di contribuire al cambiamento.
Quali sono i progetti futuri che ti attendono?
Vorrei far crescere la pagina, migliorarla in alcune funzionalità e far maggiore promozione, ma essendo tutto completamente autofinanziato non posso fare molto di più di quello che ho già fatto. Mi piacerebbe che anche le amministrazioni stesse potessero usarlo come strumento: immagina se per esempio ogni associazione Anmic, in collaborazione con le amministrazioni locali, recensisse le strutture accessibili della propria città – non solo hotel, ma anche b&b, musei, lidi balneari, cinema. Si avrebbe un database di informazioni completo e aggiornato e sarebbe una bella promo anche per le amministrazioni stesse.
Sono aperto e disponibile a qualsiasi tipo di aiuto e collaborazione di chi volesse contribuire a far crescere il sito e le pagine social o anche investire in un portale web che ha molteplici potenzialità. Mi piacerebbe che la pagina social di Bad Traveller rispecchiasse realmente il suo simbolo – il megafono – e diventasse uno spazio libero dove poter far sentire la propria voce.
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