Alternativa Intemelia: un laboratorio politico che promuove il cambiamento dal basso nel Ponente ligure
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Imperia - Come conciliare il desiderio di cambiare le cose e la sfiducia generazionale di un gruppo di giovani nei confronti della politica partitica? Per Michele Palmero e i suoi compagni, tutti appena ventenni ormai quasi tredici anni fa, la tessera di un partito non sembrava la risposta a quel sogno di fare qualcosa per la propria città. «All’epoca, appena alla fine del liceo, guardavamo con enorme disaffezione alla politica fatta dai partiti, in cui non ci riconoscevamo affatto», mi racconta Michele.
«È un po’ come se oggi quella stessa delusione da ventenni si sia cristallizzata: ed è una drammatica consapevolezza», mi confessa. Nel 2010 invece, quella stessa delusione lo ha spinto assieme ai suoi amici e compagni del liceo a creare qualcosa di diverso. Alternativa Intemelia nasce infatti come un laboratorio politico su impulso di una decina di ragazzi delusi o non rappresentati dai partiti politici ufficiali, per promuovere un cambiamento “dal basso” del proprio territorio – da qui il nome, che rimanda a sua volta al nome latino di Ventimiglia –, pur non essendo legati ad associazioni o partiti.
DALLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ALLA TUTELA DEL TERRITORIO
«Quando abbiamo iniziato – mi racconta Michele –, battevamo la lingua sul tamburo, come si suol dire, per non lasciare che il problema della criminalità venisse messo in secondo piano». Non tutti sanno infatti che a Ventimiglia vi è un fortissimo controllo da parte della ‘ndrangheta. Lo scorso anno le infiltrazioni mafiose hanno addirittura portato al commissariamento del comune e alla caduta della precedente amministrazione.
Alla lotta contro la criminalità, col tempo il gruppo di Alternativa Intemelia ha aggiunto anche l’impegno per la tutela ambientale e del territorio. «Abbiamo lanciato l’hashtag “non rumenta”, che in ligure significa “spazzatura”, con il quale i cittadini possono segnalarci discariche abusive e altri rifiuti abbandonati, così da costruire una sorta di mappa di queste discariche e smaltire tali rifiuti», mi spiega Michele.
Insieme a queste, sono diverse le iniziative di pulizia spontanea delle spiagge e dei sentieri promosse da Alternativa Intemelia, così come quelle di piantumazione in primavera di aree percosse dagli incendi nel periodo estivo. Sempre in linea con i valori della tutela ambientale, dopo la grave alluvione che ha colpito Ventimiglia nell’ottobre 2020, l’associazione ha organizzato uno spazio di confronto e approfondimento sulla corretta gestione dei fiumi: dal ruolo della vegetazione nel rallentare il corso del fiume a quali siano i comportamenti antropici da adottare per evitare fenomeni catastrofici di tale portata.
DIRITTI UMANI, MIGRANTI E IMPEGNO CIVICO
Non solo il territorio, ma anche l’attenzione costante alle istanze di chi ci vive e di chi è solo di passaggio: questi gli ingredienti fondamentali di Alternativa Intemelia. In particolare l’emergenza migratoria e la tutela dei diritti umani sono dei temi di altissimo interesse per l’associazione. Fare qualcosa per il proprio territorio, infatti, significa innanzitutto conoscerne le falle, i problemi congeniti e i bisogni di chi ci vive.
Affacciata sulla frontiera francese come estrema propaggine della rotta balcanica e di quella mediterranea, Ventimiglia vive ormai da molti anni una gravissima crisi migratoria: «Da qui transitano ogni anno circa 22mila persone: è assurdo definirla ancora emergenza. È un problema purtroppo strumentalizzato in chiave xenofoba dalla politica spicciola, che sfrutta la sofferenza e l’insofferenza delle persone», commenta Michele.
La situazione in città è drasticamente peggiorata da quando è stato chiuso l’hotspot cittadino. «I migranti non hanno più un luogo in cui ricevere assistenza legale e sanitaria: è tutto in mano alle associazioni di volontariato», denuncia Michele. Oltre all’aumento del degrado e della criminalità, c’è da considerare il rischio corso da queste persone nel trovare rifugio tra i binari della linea ferroviaria che collega il Ponente ligure alla Francia o nell’alveo del fiume o ancora sotto la sopraelevata che corre in parallelo al corso del fiume, al di sotto della quale è sorta nel tempo una vera e propria bidonville, smantellata ciclicamente.
Alternativa Intemelia ha sensibilizzato l’opinione pubblica sul tema, portando la questione all’attenzione della politica attraverso una raccolta firma che purtroppo non ha ancora permesso la riapertura dell’hotspot: «Qui a Ventimiglia è sotto i nostri occhi, tutti i giorni, una disumanizzazione totale di queste persone: è come se non fossero più persone, ma soltanto migranti. Il tempo ha purtroppo normalizzato una condizione disumana», commenta Michele.
È un’emergenza, un problema divenuto cronico e protrattosi ormai per troppo tempo. Ma intanto, che fare? Michele se lo chiede ogni giorno e quando pensa a una risposta, non dimentica mai le parole e le loro radici, un po’ per deformazione professionale – fa l’insegnate di lettere – un po’ perché è la via più agevole per arrivare dritti al senso delle cose.
«Politica deriva da polis, ovvero città. La politica, non quella dei partiti, dovrebbe essere parte integrante della vita di tutti noi», commenta Michele. Dovrebbe essere lo sprone ad agire e cercare soluzioni ai problemi del territorio in cui si vive. «Oggi forse, rispetto a quando avevo vent’anni, credo sia più urgente il bisogno di presidiare i luoghi della rappresentanza», conclude Michele. «Magari attraverso delle liste civiche, in modo che le istanze del territorio non passino mai in secondo piano».
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