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Chiunque abbia viaggiato per le strade piemontesi, appena fuori dalle città, si sarà sicuramente imbattuto nei paesaggi agricoli senza sosta caratterizzati da vigneti e scorci fuori dal tempo. Pensiamo ai più tradizionali vigneti di Langhe e Roero con i celebri Nebbiolo, Barbera, Arneis e Dolcetto, passando per il dolce Moscato o il Grignolino dell’astigiano e ancora le affascinanti viti che si inerpicano sui terrazzamenti di Carema, proprio al confine con la Valle d’Aosta.
Eroici, storici, autoctoni, secolari, portatori di storie e tradizioni: sono i vigneti del Piemonte, che con i loro vini ci mostrano un pezzetto imprescindibile dell’anima di questa regione. Per la salvaguardia di questo enorme patrimonio, la Regione ha istituito l’elenco regionale dei vigneti eroici e storici del Piemonte: lo ha stabilito Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa, secondo quanto disposto dal Decreto interministeriale n. 6899 del 30 giugno 2020 concernente la salvaguardia dei vigneti eroici o storici.
PROMUOVERE IL PATRIMONIO PAESAGGISTICO
Ne ha parlato proprio in questi giorni l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa, che ha affermato: «Diamo un riconoscimento istituzionale ai nostri vigneti di montagna e presenti su terreni impervi, dai quali nascono vini rari e di qualità, valorizzando il patrimonio vitivinicolo piemontese, dall’Alto Piemonte alle Langhe, Roero, Monferrato e Torinese, che si distingue proprio per la storicità e per i vitigni autoctoni, e la cui presenza contribuisce a rendere unici i paesaggi collinari patrimonio Unesco».
L’unicità dei paesaggi viene messa nero su bianco attraverso l’istituzione di due elenchi regionali distinti, relativi ai vigneti eroici e ai vigneti storici. Per essere inseriti all’interno degli elenchi ufficiali, “«”saranno gli stessi produttori vitivinicoli a richiedere all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte il riconoscimento e l’iscrizione nell’elenco regionale”, viene spiegato sul sito dell’agenzia regionale PiemonteInforma. Ma qual è esattamente la differenza tra vigneti eroici e vigneti storici?
LA VITICOLTURA “EROICA”
Quando parliamo di viticoltura “eroica” ci tornano alla mente innanzitutto i vigneti di montagna, come quelli situati in territori impervi dove il clima è più rigido e le risorse più ridotte per l’attività umana. Sono considerati “eroici” proprio in virtù dell’uso di tecniche complesse e non sempre tradizionali, che sono talvolta localizzati in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico. Vigneti che testimoniano la capacità di coltivare ad alte quote e che custodiscono secolari saperi tanto artigianali quanto tecnologici.
I vigneti eroici che entreranno a far parte dell’elenco saranno caratterizzati da superfici vitate che dovranno possedere almeno uno dei seguenti requisiti: una pendenza media del terreno superiore al 30%, un’altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare – ad esclusione dei vigneti situati su altopiani – e una sistemazione degli impianti viticoli su terrazze e gradoni.
I VIGNETI STORICI
Per quanto invece riguarda i secondi, ovvero i vigneti storici, facciamo riferimento a quei vigneti la cui presenza è segnalata in una determinata superficie in data antecedente al 1960. In questo caso, dovranno possedere uno dei seguenti requisiti: l’utilizzo delle forme di allevamento tradizionali legate al luogo di produzione – come guyot, pergola o maggiorino – e la sistemazione storica del terreno agricolo o un particolare pregio paesaggistico, come nel caso del terrazzamento.
Saranno riconosciute come storiche anche le superfici vitate che ricadono all’interno del sito Unesco “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” e già presenti prima del 1960. Secondo l’Elenco regionale dei vigneti eroici e storici del Piemonte un vigneto può essere contemporaneamente “storico” ed “eroico” e pertanto può essere inserito in entrambi gli elenchi.
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