Theresa Van Cherry, l’artista lituana che illustra la vita attraverso gli occhi della Natura
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Savona - La prima volta che ho conosciuto l’artista Theresa Van Cherry mi trovavo all’interno del negozio a Finalborgo per un saluto a Italia Furlan di Artificio. Mi volto e alla mia sinistra, appese alla parete, vedo alcune illustrazioni che mi rapiscono e parlano, comunicano in una lingua che ho imparato a conoscere in questi ultimi anni. Non usa parole e forse proprio per questo arriva ancor di più dritta nelle viscere, nel sangue. Riesce a smuovere, far comprendere. Usa archetipi, colori e linee dolci che richiamano quelle del mondo onirico.
Attraverso Italia apprendo in breve qualche informazione sull’autrice di queste illustrazioni: il suo nome è Theresa Van Cherry, è di origine lituana e da pochi anni vive in Italia. Decido di contattarla per conoscerla di persona. Ci troviamo davanti a un caffè a pochi passi dal negozio di Italia a Finalborgo qualche settimana più tardi.
Alta, bionda, dagli occhi verdi e il viso allungato, abbigliamento estroverso e dai modi dolci e al tempo stesso sicuri: Theresa sembra essere appena scesa da un palcoscenico teatrale. Conoscendola di persona comprendo quanto la sua creatività sia davvero lei: non un aspetto distaccato, quando la sua essenza.
UN’INFANZIA IMMERSA NELL’ARTE
«Sono originaria di un piccolo paesino molto conosciuto, perché lì sono nati alcuni dei più grandi scrittori lituani. Mia mamma lavorava all’interno di un museo e così sono cresciuta nei suoi corridoi. Il mio primo lavoretto è stato proprio accompagnare visite guidate, il che mi ha permesso, anche se molto giovane, di imparare bene l’inglese».
Lì Theresa scopre da subito quando l’arte sia composta da mille espressioni diverse: musica, letteratura, danza… Il tutto si mescolava in un grande affresco visto giorno dopo giorno attraverso persone di diverse nazionalità e culture, che ne davano interpretazioni e valori differenti, a seconda del proprio vissuto.
Ogni sera, la mamma, una volta messi a letto i cinque figli, di cui Theresa è la maggiore, leggeva favole provenienti da ogni parte del mondo, che raccontavano di miti, eroine e protagonisti ogni volta diversi. Sarà per questo che Theresa si presenta come cittadina del mondo, in grado di poter cogliere la bellezza ovunque sia intorno a lei.
UNA CULTURA A CONTATTO CON LA NATURA
Guardando le illustrazioni di Theresa rimango colpita da come gli alberi, le foglie, gli astri e tutti gli elementi naturali da lei rappresentati siano vivi: non una semplice, quanto mai banale, aggiunta di occhi e bocca per renderli antropomorfi, quanto più un’anima di ciò che il soggetto rappresenta colta ed espressa sotto forma di immagine affinché anche altri la possano scorgere e rispettare.
«Le radici della cultura lituana – mi racconta Theresa – sono ancora molto collegate al matriarcato e al paganesimo baltico, che si radicava nell’idea che tutto fosse vivo. Mia mamma inoltre, avendo studiato anche filologia, mi raccontava fin da piccola di questo amore verso la natura, che a sua volta le era stato insegnato. Non tanto una venerazione, quanto un rispetto alla pari».
GLI STUDI E OLTRE
Theresa si forma a partire dai suoi 6 anni fino ai 19 in una scuola di arte e creatività, approfondisce poi le tecniche attraverso la Scuola di Belle Arti e, dopo un Erasmus in un’accademia di alto livello specializzata nelle tecniche realistiche, inizia a ricercare il proprio stile e il proprio linguaggio attraverso la creatività.
Oggi Theresa definisce la sua arte così: «Credo che l’arte debba trasmettere emozioni, lasciando spazio all’interpretazione soggettiva. Vedo l’arte come magia: da un foglio bianco riesco a esprimere me stessa in quel momento, per ciò che provo e sento. Ho la possibilità di mostrare una parte di me: il linguaggio lo fa attraverso le parole, così l’arte riesce a trasmetterla con colori e forme. Tutto appare fermo, ma in realtà è una danza che smuove e muove da dentro».
Le sue illustrazioni prendono spunto da moltissimi aspetti di vita quotidiana: dalla politica, all’ecologia, dalla musica a persone incontrate, partendo dalla convinzione che alcune volte «le illustrazioni possano essere più potenti di parole. Soprattutto per temi considerati “pesanti”, come l’ecologia, un’immagine delle possibili conseguenze dell’inquinamento credo che abbia il potere di poter smuovere e far attivare subito le persone».
L’ITALIA CHE AMA E VIVE
Arrivata in Italia, a Torino, nel 2016 per un lavoro di volontariato con persone con disabilità, con l’associazione Stranaidea, ha imparato molto velocemente la lingua e ha deciso di trasferirsi: «In Italia mi sento più a casa che in Lituania. Avendo passato molto tempo a contatto con il mondo artistico e creativo, il poter vivere circondata da persone come me mi fa sentire bene. Mi piacciono il calore della gente, la lingua e il cibo, che credo che sia la vera religione italiana».
Oggi vive a metà tra Torino e Finalborgo, dove collabora con più realtà e progetti e dove espone il suo lavoro. Il suo sogno è spostarsi definitivamente nel finalese per creare e vivere qui felicità e serenità. Se volete incontrarla e conoscerla lo potete fare tra le vie di questo piccolo borgo ligure o tra i tratti delle sue illustrazioni vive.
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