Dall’Australia a Mussomeli. Danny McCubbin con The Good Kitchen prepara pasti gratis per chi ne ha bisogno
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Caltanissetta - In molti sognano di andare a vivere in Australia: tra sole, mare, natura e ricchezza, l’isola è ancora una meta ambita per molti italiani, così come lo è stata tanto in passato quando si emigrava lì alla ricerca di un futuro. Ma c’è chi, al contrario, dall’Australia ha scelto di venire a vivere in Sicilia, a Mussomeli, un paesino in provincia di Caltanissetta di diecimila anime.
Questa è la storia di Danny McCubbin, fondatore di The Good Kitchen. 58 anni, australiano, Danny ha trascorso 23 anni a Londra lavorando nella catena del famoso chef britannico Jamie Oliver, fondatore del ristorante Fifteen e di tanti altri locali che coniugano il cibo e la responsabilità sociale. Una charity molto popolare e attiva in Inghilterra e a livello internazionale che cerca di insegnare una professione nell’ambito dell’enogastronomia e della ristorazione a ragazzi provenienti da situazioni di disagio.
Grazie alla manifestazione enogastronomica Squisito!, di cui Fifteen era ospite fisso, Danny ha avuto modo di conoscere la comunità di San Patrignano, dove ha trascorso del tempo e ha accompagnato in un percorso di autodeterminazione molti ragazzi che hanno scelto la strada del food, tanto da aprire in Gran Bretagna un’associazione con l’obiettivo di favorire l’inserimento nella capitale inglese dei giovani che hanno concluso il percorso a San Patrignano.
L’esperienza in Italia lo ha “stregato”, tra charity, cibo, sole, mare e affetti che creano legami profondi. Così a un certo punto della sua vita Danny inizia a sognare di trasferirsi al sud Italia, serve solo l’opportunità giusta. Legge per caso della possibilità di acquistare una causa a 1 euro in Sicilia, una soluzione adottata da diversi Comuni dell’entroterra per rilanciare i propri territori. È così che a dicembre del 2020, in piena pandemia, Danny si trasferisce a Mussomeli.
«Avevo voglia di fare qualcosa che potesse essere di aiuto agli altri, era anche un momento terribile per tutti. So cucinare, l’ho fatto per anni, ho fatto parte di un progetto di cucina di comunità, ho deciso di venire a Mussomeli e aprire The Good Kitchen in uno spazio nella piazza centrale del paese», mi racconta in inglese. Danny sta studiando italiano, ma non riesce a praticarlo molto perché gli abitanti del paese si rivolgono a lui sempre in dialetto, mi racconta ridendo a crepapelle.
La cucina è stata inaugurata il 31 luglio 2021 e da allora è diventata la casa di molti cittadini di Mussomeli e di stranieri. L’intenzione originaria era quella di fornire un pasto cucinato alle persone vulnerabili utilizzando cibo in scadenza recuperato dai supermercati della zona, ma nel corso dei mesi The Good Kitchen è diventata molto di più di un semplice servizio di consegna di cibo.
«Gli abitanti del paese hanno impiegato un po’ di tempo per capire cosa fosse una cucina comunitaria e quali servizi potesse offrire. È stato utile avere uno spazio in centro, così tutti potevano vedere con i loro occhi. Abbiamo iniziato a offrire corsi di cucina per bambini e anche laboratori di musica con Laureano Messina, direttore d’orchestra argentino, eventi in cucina per promuovere ciò che facciamo e offriamo anche l’opportunità ai bambini e ai giovani della città di fare volontariato».
Danny ha cucinato anche per le famiglie ucraine che si sono trasferite a Mussomeli; durante la seconda ondata di Covid, nel gennaio 2022, con l’aiuto di volontari in tre settimane ha preparato e consegnato 259 pasti per 11 famiglie isolate, più un nucleo stabile di circa 50 persone per le quali cucina il giovedì e la domenica di ogni settimana.
L’80% del cibo cucinato viene donato dalla gente del paese o raccolto al mercato di Caltanissetta, cibo che se non fosse pe The Good Kitchen andrebbe buttato perché considerato di seconda scelta. Al centro del progetto ci sono le esperienze. Attualmente sono 5 i giovani volontari – uno di 10 anni – che aiutano regolarmente a preparare i pasti. La maggior parte di loro vuole diventare chef.
La cucina ha dato molte opportunità ai mussomelesi di restituire e donare i prodotti, di guardare oltre il proprio mondo e aiutare chi è meno fortunato. Ogni ospite e persona che visita la cucina sperimenta anche la gioia della comunità e di un progetto fondato sull’amore e sulla connessione attraverso il cibo. Alcuni ragazzi hanno trovato uno scopo nella vita. «Sono stupito dalla generosità e dalla gentilezza mostrate dalla gente di questa città. Da quando abbiamo aperto le porte, molte persone hanno donato e si sono offerte di aiutare. Si prendono cura l’una dell’altro e mi dà un grande senso di gioia poter fornire loro uno spazio per connettersi», continua Danny.
In poco più di un anno The Good Kitchen ha preparato 3112 pasti, 136 pacchi alimentari consegnati con frutta e verdura fresca; ogni giovedì i sacerdoti del paese ricevono prodotti freschi da distribuire a chi ne ha bisogno. E poi pranzi domenicali, eventi per bambini, corsi di cucina, lezioni di inglese e laboratori musicali. Per lanciare la cucina di The Good Kitchen, oggi diventata anche un’ASP italiana registrata che promuove progetti sociali, Danny ha indetto una campagna di crowdfunding che ha avuto un largo seguito. Tra affitto, utenze, cibo e attrezzatura sono stati spesi 6.202,28 euro. Pensate ancora sia impossibile promuovere un’attività senza per forza avere fondi a disposizione?
«Io sono felice qui, mi piace questo luogo, non esiste sfarzo, strade dove fare shopping sfrenato. Qui si vive con semplicità e cuore e questo basta a capire le persone con cui sto condividendo questo sogno». Danny ha le idee chiare sul futuro. Vorrebbe che la cucina diventasse un luogo in cui impiegare persone, trovare un modo per incoraggiare di più ragazze a fare volontariato poiché al momento ci sono prevalentemente ragazzi, avviare una collaborazione con l’istituto alberghiero locale per offrire un impiego part-time agli studenti. La priorità è creare opportunità di lavoro per le persone di Mussomeli.
Danny è un vulcano di idee, la sua passione e la sua vitalità contagiano anche a distanza. Adesso è pure l’ambasciatore siciliano per Banco Alimentare. Non si ferma mai. Mi saluta invitandomi ad andare a Mussomeli, la domenica è il momento migliore per condividere insieme a lui e al resto del paese la preparazione di un pasto e la gioia di donarsi e di poter essere d’aiuto a chi è meno fortunato senza per questo ricevere qualcosa in cambio.
Lo immagino mentre è intento a preparare i pasti, a raccogliere la frutta e la verdura. Se riuscissimo a emozionarci e a essere capaci di vedere la bellezza anche e soprattutto nelle piccole cose ci sarebbe meno infelicità in questo mondo. Danny McCubbin è una dimostrazione.
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