Plop, l’artista imperiese sotto sfratto: “Ora cerco casa per me e mia nonna”
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Imperia - Plop. Una parola che si fa suono o un suono che si fa parola. Fa pensare al sogno infranto di una goccia d’acqua che sognava di diventare fiocco di neve oppure a uno schizzo di smalto su una piastrella o ancora a una densa sbavata di pittura che si stacca dal pennello e inaugura il bianco.
Il Plop imperiese è un giovane pittore di San Lorenzo al Mare che si è scelto un nome d’arte proprio legato al poetico suono della vernice che si infrange sulla tela. Si chiama Alessio Ardissone e ama i colori accesi come il rosso o il giallo, ma inserisce anche note di nero perché è una tinta che sa far risaltare il soggetto così come è in grado di “mangiarselo” se non si pone la dovuta attenzione. Alessio si diverte a sperimentare diverse tecniche di pittura, passando dalla bomboletta di vernice con stencil ai colori a olio. Ed è disabile al 100%.
Il motivo per cui ve ne parliamo oggi non è perché abbiamo partecipato al vernissage di una sua esposizione o perché ci ha raccontato di un suo progetto di street art. Oggi Alessio ha bisogno di un posto dove vivere: da qualche giorno rimbalza sui social, condiviso sulle bacheche di gruppi locali e non solo, il suo appello di disperata ricerca di una casa per sé, attrezzata e adatta alla sua disabilità, e a sua nonna di novant’anni.
L’appartamento in cui vivono adesso è finito all’asta, è stato acquistato ed è in ristrutturazione. Ora lui e la nonna rischiano di finire in strada se non trovano in breve tempo una soluzione. Il suo sogno era quello di riacquistare la casa. Condividiamo il suo appello invitando chiunque a fare lo stesso per aiutare Alessio nella sua ricerca.
L’APPELLO DI ALESSIO
Ecco cosa scrive Plop:
“Salve a tutti, sono Alessio Ardissone. Tanti mi conoscono come Plop cioè il nome con cui firmo i miei quadri e le mie poesie. Sono un ragazzo di 30 anni, disabile al 100% dalla nascita. Vivo a san Lorenzo al Mare da quando sono nato. Ho perso mio padre all’età di 2 anni e a 14 anni ho perso anche mia mamma, rimanendo così orfano. Da allora vivo con mia nonna, oggi novantenne, nella sua casa che era di proprietà della nostra famiglia.
Questa casa, per vicissitudini che non vi sto a raccontare, è andata all’asta nel gennaio scorso. Prima di questa data, molte persone erano venute a vederla (accompagnate dall’avvocato del tribunale), ma quando realizzavano che era abitata da me e dalla nonna si ritiravano, chiedendo anche scusa. Speravo vivamente che l’asta andasse deserta, cosicché alla seguente il prezzo sarebbe sceso del 25%, permettendomi, con l’aiuto dei miei familiari, di poterla acquistare, dato che è accessoriata di tutto ciò che serve per la mia disabilità. È infatti provvista anche di un impianto esterno di montacarichi che mi permette di salire di un piano dal parcheggio alla casa. Impianto che mi era già costato tantissimo cinque anni fa.
Purtroppo nei miei sogni è sopraggiunto un incubo. Una persona senza tanti scrupoli, il 27 Gennaio 2022, presentandosi come unica acquirente, se l’è aggiudicata. Ora è passato un anno e sono cominciati i lavori di ristrutturazione e mia nonna ed io il prossimo 30 Marzo dobbiamo lasciare la casa. Quindi, sono qui a chiedere a tutti quelli che vorranno condividere il mio appello di aiutarmi a trovare una casa in affitto con almeno due stanze che sia adatta alle mie necessità. L’ideale sarebbe un pian terreno, perché purtroppo la maggior parte degli ascensori esistenti non sono abbastanza grandi per la mia carrozzina elettrica. Ringrazio tutti e spero di cuore mi possiate aiutare”.
PERCHÈ È IMPORTANTE E URGENTE AGIRE SUBITO
«Alessio in questi suoi trent’anni di vita si è costruito il proprio mare dove poter nuotare tranquillo anche all’interno della propria casa: “Chi non si creerebbe la propria zona di comfort anche attraverso la propria dimora?”, penserete voi», osserva la nostra Elena Rasia. «Succede un po’ a tutti e quindi quando ci si ritrova ad affrontare un cambiamento come quello di una casa nuova bisogna ricominciare da capo e questo implica necessariamente dell’instabilità».
Tuttavia se questo succede a una persona con un’importante disabilita fisica sicuramente l’impatto di determinati cambiamenti ha un carico maggiore. Perché? «Perché si arriva imprescindibilmente a perdere anche quell’estensione di autonomia costruita con il tempo rendendo funzionale lo spazio domestico circostante, un percorso che bisogna fare con cura quello tra la conoscenza della propria disabilità e dello spazio intorno a sé di crescita personale e di sperimentazione quotidiana», spiega Elena.
«Le maniglie, gli ingressi, l’oggettistica e tutti i vari ausili diventano una vera e propria estensione della persona – continua –, di ciò che desidera fare e di ciò che può fare ed è per questo che per Alessio perdere la casa dov’è cresciuto significherebbe ripercorrere da capo tutti i passi che ha fatto per arrivare dove si trova oggi».
«Un altro tema molto importante legato a questa tristissima vicenda è il fatto che non si sia minimamente tenuto conto che a finire per strada ci sono due persone in svantaggio rispetto alla società in cui viviamo ovvero una persona con disabilità al 100% e una persona molto anziana», sottolinea Elena in conclusione. «Questa vicenda potrebbe aiutare il mondo a capire che si può diventare tutti facilitatori della vita di qualcuno, che l’ausilio può essere una maniglia, ma quello più importante e sempre disponibile perché a costo zero è indubbiamente l’ausilio umano».
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