13 Gen 2023

Magnus Lucus: il ritorno degli ecosistemi boschivi nel sud Italia

Scritto da: Benedetta Torsello

Magnus Lucus, ovvero sacro bosco, è un progetto di restauro ecologico di terreni impoveriti e soggetti a degrado ambientale nel sud d’Italia. Al timone dell’iniziativa l’associazione Rocciaviva, che grazie alla collaborazione di Plant for the Planet ed Ecosystem Restoration Camps sogna di dar vita a una cintura verde che si snodi tra Basilicata, Puglia e Calabria.

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Matera, Basilicata - A volte il paesaggio più che una fotografia del presente rassomiglia a una cartolina dal passato: una suggestione tramandata insieme alle storie ascoltate sin da piccoli. «Un tempo qui c’erano distese di boschi di querce», mi aiuta a immaginare Pietro Franco, biologo marino, esperto di permacultura, che dopo tredici anni trascorsi tra ricerca e studi in giro per il mondo, ha deciso di tornare a casa, in Basilicata.

Lo avevamo già intervistato quando nel 2019 era da poco rientrato in Italia dalla Cina, alla fine del suo dottorato. Ci aveva raccontato che aveva trascorso gli ultimi due anni della borsa di ricerca viaggiando per l’Asia, alla scoperta di esempi di rigenerazione e tutela ecosistemica, dall’India al Giappone. «E poi una volta tornato dalle mie parti, ho conosciuto tante altre persone che avevano fatto scelte simili alla mia. Erano andati a vivere altrove, per poi tornare in Basilicata. E così ci siamo uniti», prosegue Pietro.

magnus lucus 6
BOSCHI SACRI E PERDUTI

Un sogno ambizioso quello di Pietro e dell’associazione Rocciaviva, creata anni prima insieme a degli amici rientrati come lui a Matera. Ma anche un generoso atto di riconciliazione con la natura: restaurare ecosistemi perduti e prendersi cura del territorio. Si chiama Magnus Lucus, ovvero sacro bosco, il progetto a cui stanno lavorando Rocciaviva, insieme a Plant for the Planet Italia ed Ecosystem Restoration Camps. Magnus Lucus è stato inoltre selezionato insieme ad altri 73 progetti in giro per il mondo per il Lush Spring Prize, un importante riconoscimento rivolto a storie di speranza, resilienza e azioni pratiche di cambiamento e rigenerazione planetaria.

Gli ettari che un tempo erano ricoperti da boschi, mi racconta Pietro, sono diventati purtroppo terreni impoveriti, sfruttati dalle colture intensive e in molti casi abbandonati. «Ad oggi – aggiunge – abbiamo recuperato cinque ettari di terreno e di tutti gli alberi messi a dimora, ben il 60% è sopravvissuto. Con Magnus Lucus, grazie al contributo dei nostri partner, vorremmo prendere in gestione sempre nuovi terreni, tra Basilicata, Puglia e Calabria». Il ciclo della vita di un albero e quello di un essere umano appartengono evidentemente a ordini di grandezza diversi. Così, per vedere rinascere un bosco, occorrono anni e anni: «L’orizzonte temporale che ci siamo prefissati – precisa Pietro – è di almeno vent’anni».

RESTAURO ECOLOGICO E RIMBOSCHIMENTO

Ma perché è così importante riportare l’antica copertura boschiva? Pietro parla di un vero e proprio restauro ecologico, che va dalla piantumazione degli alberi alla gestione delle acque. «Recuperare i terreni abbandonati o impoveriti significa prendersene cura e selezionare le piante endemiche da mettere a dimora», chiarisce Pietro. Gli alberi infatti sono in grado di richiamare acqua dalle profondità e rendere più fertile il terreno, riportandovi materia organica: «A causa della mancanza di copertura erbosa infatti – aggiunge Pietro – le acque piovane hanno liscivato il suolo e non è rimasto altro che sabbia».

magnus lucus 1

Miglioramento delle condizioni del suolo per evitare erosioni e frane, raccolta dei semi e ripristino delle risorse idriche, sono quindi gli obiettivi del progetto. «Magnus Lucus è un sogno che si avvera: quello che vorremmo, è costruire una cintura verde per fermare la desertificazione delle terre e mitigare i cambiamenti climatici. La immaginiamo come un’oasi di biodiversità», commenta l’ideatore del progetto.

MAGNUS LUCUS: A CHE PUNTO SIAMO

La prima fase ha visto in autunno il recupero di due ettari di terreno e la messa a dimora di circa tremila piante. Quello che Pietro non si sarebbe mai aspettato agli inizi di questa avventura è che sempre più proprietari desiderassero mettere a disposizione i propri terreni allo scopo di affiancare la produzione agricola al restauro degli ecosistemi originari. «In questi mesi abbiamo lavorato al recupero di un lago prosciugato, ricostruendo gli argini in modo da frenare le acque del lago e dei canali per convogliare quelle piovane», mi spiega Pietro.

Il progetto prevede un vero e proprio restauro ecologico, che va dalla piantumazione degli alberi alla gestione delle acque

Grazie alla collaborazione con Plant for the Planet Italia, fondamentale nei rapporti con le aziende che vogliono compensare le proprie emissioni di anidride carbonica e quella con Ecosystem Restoration Camps, Magnus Lucus ambisce ad arrivare nei prossimi cinque anni a trenta ettari, per mettere a dimora circa 60mila piante. «Dal 2024 le aziende saranno vincolate al documento di responsabilità, con azioni che certifichino il loro impegno a tutela dell’ambiente. Ovviamente stiamo molto attenti alle realtà con cui scegliamo di collaborare», precisa Pietro.

L’idea, conclude il portavoce di Rocciaviva, è di poter recuperare sempre più terreni abbandonati, sia di privati che pubblici, per dar vita a una cintura verde tra Basilicata, Puglia e Calabria, che favorisca la mitigazione del cambiamento climatico. In quest’ottica, Pietro sogna in futuro di dar vita a un centro di ricerca: «Un polo d’eccellenza, in cui si studino sul campo nuovi modelli per il ripristino degli ecosistemi. Un modo per creare opportunità di crescita per il territorio, ma soprattutto per fare comunità».

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