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Agrigento - “Lassame ca, lassame ca, lassame dove la terra tocca o mare cca. Lassame ca, Lasseme dove la terra sa sperare ca Lassame ca, Lasseme dove la terra nun sa”. È un inno alla sua terra e alle sue radici quello che Libero Reina, cantautore e polistrumentista siciliano – di Santo Stefano Quisquina in provincia di Agrigento – canta nel suo pezzo Lassame Ca (“lasciami qui” in siciliano). Un inno alle proprie radici da cui emerge il legame che il musicista ventottenne ha tessuto e intrecciato in questi anni con la sua terra.
Reina si nutre di ambiente, paesaggi e arte in quell’angolo di Sicilia ancora incontaminato e rimasto fuori dalle rotte industriali e dallo sfruttamento intensivo della terra, ma carico di cultura e ispirazione grazie all’intuizione e la determinazione di suo padre, lo scultore-pastore Lorenzo Reina, che sui monti sicani ha realizzato l’enclave di cultura e natura e quel gioiello di architettura, arte e suggestioni che è oggi il Teatro di Andromeda.
LIBERO REINA E LA VITA VICINO AL TEATRO DI ANDROMEDA
Qui, tra questi monti e queste campagne, in una casetta in legno che dista dal teatro circa 300 metri, Libero vive oggi circondato dai suoni e gli odori della natura occupandosi dell’orto e delle coltivazioni che gli permettono di sostentarsi secondo natura e ovviamente della sua musica. «Diciamo che sono Libero di nome e di fatto. Vivo di quello che mi dà la terra, che per fortuna, lontana dalle rotte più frequentate, qui si mantiene feconda e non inquinata. Abbiamo le nostre galline, i nostri orti e frutteti che coltiviamo in maniera in naturale. Usiamo tutto per noi, non e trasformiamo o vendiamo solo quello che è davvero in più».
E una volta completate le attività legate alla terra, Libero si dedica alla sua musica. «Canto sia in siciliano sia in italiano e suono circa 15 strumenti, che sono un po’ la mia carta di identità perché parlano di varie culture e vari paesi. La musica che ho fatto mia è frutto della mia crescita in questo luogo, circondato dall’energia della natura ed è il frutto dell’amore per la Sicilia del passato fatta di incursioni arabe, spagnole e mediterranee. Ne è venuto fuori un connubio tra strumenti antichi e contemporanei e tra strumenti tipici del Mediterraneo e del Medio-oriente», racconta Libero.
Viaggiare arricchisce e amo farlo: ma un biglietto aereo, per me, non può che essere di andata e ritorno perché questo è il mio posto nel mondo
LIBERO REINA, POLISTRUMENTISTA ED ECOLOGISTA
Oggi Libero – definito anche “cantautore col sequencer” – tra la casetta in legno, dove ha realizzato il suo studio e il vecchio studio di scultura di papà, proprio sotto il teatro, suona chitarra, mandolino, armonica, didgeridoo, pad e synth elettronici, scrive, incide e propone il suo sound originale che combina etnico, electro e indie traendo ispirazione soprattutto dalla natura, dai suoi cambiamenti, dall’incontro tra gli astri e dalle suggestioni che gli regala il territorio dove vive, tra pascoli e campi.
Non mancano, però, le suggestioni esotiche, frutto dell’amore di Libero per la contaminazione. D’altra parte di influenze dal mondo, al Teatro di Andromeda ormai meta di turisti e cultori d’arte, tra quei monti, ne arrivano davvero tante. Chi ha detto che per far musica c’è bisogno di vivere in grandi città o all’estero? «Proprio oggi ho firmato un contratto con un’etichetta inglese per un mio brano», rivela il musicista.
«L’ho fatto da qui, dal mio studio nella casetta di legno che respira insieme con la mia terra. Io non riesco proprio a immaginare di andare via da qui. Tra questi monti sento l’energia e il flusso giusto e sento di essere nel mio posto. So bene che viaggiare arricchisce e amo farlo: ma un biglietto aereo, per me, non può che essere di andata e ritorno perché questo è il mio posto nel mondo». Un posto nel mondo da cui ha mosso i primi passi nella musica e continua a farlo, raggiungendo primi importanti riconoscimenti artistici ed umani.
Tra le varie pubblicazioni di singoli, le partecipazioni a Festival di musica emergente o a Premi importanti come il Premio Fabrizio De Andrè e il Bologna Musica d’Autore 2020, nonché la produzione di colonne sonore per documentari e film, Libero riserva un posto speciale per la sua esperienza di supporto alle manifestazioni di Libera-Contro le mafie. «Ho sempre stimato il movimento e quando ho avuto la fortuna di poter far ascoltare le mie canzoni ad Enza Rando e Don Luigi Ciotti è stato straordinario», racconta.
IL SOGNO DI LIBERO REINA: UNA COMUNITÀ ARTISTICA
«Suonare al raduno nazionale, conoscere tutta la squadra di Libera per me è stata un’esperienza incredibile. Sono momenti della vita che ti fanno davvero comprendere quale sia la parte giusta del mondo, la parte dove vuoi stare ed esprimerti». La parte giusta del mondo, che è quella che Libero canta anche nei suoi testi sull’accoglienza, l’immigrazione e la comunione tra i popoli traendo ispirazione da quello che lo circonda e dall’attualità.
«Io ho la fortuna di vivere in mezzo alla natura e di fare quello che amo», conclude . «Sono fortunato e sento che tutti dovrebbero avere la stessa possibilità di trovare la parte migliore di sé stessi ed esprimerla. Per questo non posso che sognare di continuare a muovermi in questo mio posto, accogliendo arte e cultura. Sogno di continuare a fare questo lavoro magari creando anche una comunità artistica che come me creda nella possibilità di fare musica, arte e cultura partendo dalla Sicilia o meglio restandoci».
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