InfoRmare: educare i bambini al mare è il primo passo verso il rispetto del nostro pianeta
Seguici su:
Savona - “Ho bisogno del mare perché m’insegna”, riporta il testo di una celebre opera di Pablo Neruda. Degli ecosistemi naturali, il mare è uno di quelli meno conosciuti ma che più ha da insegnarci: se ci pensiamo bene, le terre emerse sul nostro pianeta rappresentano appena il 30% della superficie, questo significa che tutto il resto è acqua, di cui una buona parte ancora inesplorata. Nella sua immensità infatti si stima che circa il 90% delle specie viventi non sia stato ancora scoperto.
Curiosi di tutto ciò che si nasconde sotto il pelo dell’acqua sono i membri dell’associazione InfoRmare di Diano Marina. Amanti del mare che ben conoscono tutto ciò che vive sotto le acque della loro Liguria. Tra loro c’è Susanna Manuele: la sua conoscenza del mare è invidiabile e la sua passione nel raccontare tutti gli aneddoti che lo riguardano, contagiosa. L’abbiamo conosciuta in occasione della Campagna educativa “Operazione Secchiello Stop”, che l’associazione porta avanti da diversi anni per educare genitori e bambini verso il rispetto degli animali marini, specialmente in estate, quando le spiagge si popolano di turisti e molti pesci e molluschi vengono catturati per puro divertimento.
Come ci racconta, «a scuola il bosco come habitat è arrivato mentre del mare conosciamo le informazioni basilari, ma ci è ignoto tutto ciò che avviene sotto alla sua superficie. Il problema è che nelle scuole nessuno ci ha insegnato qualcosa sugli oceani». È chiaro che la salute dei nostri mari e oceani passa innanzitutto dal rispetto e quindi dalla conoscenza che noi abbiamo di questi ambienti. In fin dei conti, se fin da piccoli nessuno ci spiega che una semplice azione come catturare gli organismi marini nel nostro secchiello può causare in loro uno stress enorme, come possiamo prenderci cura del nostro pianeta?
«Noi ai bambini a scuola diciamo sempre che siamo dei giganti davanti agli animali del mare. Venissimo strappati dalla nostra cameretta da un gigante che ci porta via, facendoci anche del male, sicuramente non saremmo contenti». Così l’associazione InfoRmare entra nelle scuole della Liguria, parla ai bambini e alle bambine, mostra loro quante cose si possono scoprire sul mare in maniera scientifica, istruttiva e divertente. Anche perché parlare del mare significa soprattutto parlare di cambiamento climatico, di siccità, di rifiuti, di salute. Per questo l’associazione insegna che la tutela del mare deve essere una responsabilità collettiva.
«I bambini sono curiosi e hanno tutto il diritto e il dovere di imparare e di conoscere il mare perché ne sanno troppo poco. Un modo per conoscerlo più da vicino è l’osservazione diretta, che noi promuoviamo. Il mare, infatti, non è solo in estate e nelle scuole insegniamo che anche in inverno, passeggiando su una spiaggia o su una scogliera, possiamo osservare dalla superficie gli organismi marini. Non c’è bisogno di toccarli, possiamo conoscerli e capirli semplicemente osservandoli».
Secondo Susanna l’osservazione è una fase importantissima perché «ci permette di capire che quello che noi facciamo è visitare un ecosistema naturale – o meglio più ecosistemi – che sono ben diversi da una piscina piastrellata. In estate infatti molte persone pretendono che la spiaggia sia totalmente pulita e priva da qualunque organismo spiaggiato proveniente dal mare. Ne sono un esempio la Posidonia oceanica che le persone insistono a chiamare “alga” ma che in realtà è una pianta molto importante, oppure le meduse che spesso vengono sotterrate perché ritenute pericolose».
Come ci viene spiegato, questo accade perché mancano le basi. «Nessuno ha mai messo nei programmi scolastici la conoscenza e lo studio del mare. Adesso, fortunatamente, sto incontrando sempre più docenti entusiaste che ci sia qualcuno che le aiuta a studiare questo vasto ecosistema».
Così l’associazione InfoRmare porta avanti le sue lezioni di biologia marina che sono cucite e misurate per gli istituti di qualunque ordine e grado. Ma le attività di sensibilizzazione sono rivolte anche a cittadini e turisti. Dal 2012, nei mesi estivi, hanno organizzato più di 200 serate per parlare degli ecosistemi marini e come video operatori subacquei realizzano delle dirette durante le immersioni per mostrare nelle scuole cosa succede sotto al livello superficiale dell’acqua.
«Abbiamo realizzato dei video appositamente per le scuole, con i sottotitoli per i ragazzi non udenti. Sulla pagina youtube di InfoRmare si possono trovare anche i video delle nostre immersioni. Di fatto noi andiamo sott’acqua a Diano Marina ma da qualunque parte del mondo le persone possono seguirci in diretta e commentare le nostre immersioni per uno scambio reciproco di conoscenze».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento