2 Gen 2023

Francesca Mussoi: “La mia vecchia vita è stata sconvolta dalla malattia, ma vivo al meglio quella nuova”

Scritto da: Brunella Bonetti

A un certo punto della sua vita, Francesca Mussoi si è trovata costretta ad attraversare un lungo calvario fisico, affrontare gravi problemi di salute, morire metaforicamente e poi rinascere. Grazie alla sua famiglia e alla sua forza interiore ha avuto la capacità di trasformare le difficoltà in opportunità e ora vive la sua esistenza in maniera nuova, cercando di trarne il meglio ogni giorno.

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Belluno, Veneto - Moderne Persefone che scendono agli inferi di una malattia terribile, dove trovano forza negli altri, nelle loro passioni e soprattutto in loro stesse per rinascere a nuova vita. Senza mai perdersi d’animo e smettere di sperare affrontano ogni nuovo ostacolo con forza e coraggio. Quella forza che solo la voglia di vivere ti dà e quel coraggio che solo la speranza di vivere al meglio la “seconda vita” impone.

Una di loro è Francesca Mussoi. La sua è una storia intensa, triste e meravigliosa proprio come la vita che lei vive intensamente, costellata di tante piccole ri-volte soprendenti. Francesca si aggrappa alla sua passione per i bambini e per la socialità, si coccola suo marito e sua figlia che, invece di commiserarla, la spronano a fare e si sforza di vivere ogni giorno come un miracolo da cui cogliere tutto il meglio.

francesca mussoi 3
DALLA TERRA AGLI INFERI

Francesca Mussoi è un’insegnante e psicomotricista con anni di esperienza nelle scuole del bellunese. Quarantotto anni l’età anagrafica, ma undici anni di nuova vita vissuta negli inferi e poi di nuovo sulla Terra, sempre al fianco di suo marito e di sua figlia adolescente. Un infermo arrivato dopo molti sacrifici che l’avevano portata finalmente ad avere l’agognato ruolo professionale.

Una sicurezza e un’emozione durate soltanto tre settimane, «l’avvicinamento a casa, l’acquisto di una bicicletta per andare al lavoro e soprattutto più tempo per la mia bimba di due anni: tutto perfetto». Poi l’incontro con il destino lento e ineluttabile e un via vai per molti ospedali d’Italia. «Una malattia degenerativa rarissima è difficile da diagnosticare. E molte volte vivi con umiliazione le frustrazioni di medici che non trovano il bandolo della matassa», ricorda Francesca.

LA MALATTIA E LA SPERANZA

Tremori inizialmente focalizzati in una parte del corpo e poi generalizzati, la perdita dell’uso della parola e una disfagia devastante. Mesi di cure lontano da casa e un quadro clinico che peggiorava di giorno in giorno. Poi la luce: il trasferimento a Udine e la possibilità di un’operazione per l’impianto di un neuro stimolatore celebrale. «Una decisione difficile dopo mesi di sofferenza in cui il mio corpo era stato messo a dura prova. Pesavo 39 chili, pochissimi per una persona abbastanza alta. Ci abbiamo voluto credere e dopo lunghissime ore di sala operatoria e mesi, anni, di riabilitazione, finalmente il ritorno alla vita».

francesca mussoi 2

Francesca ha dovuto reimparare a scrivere e a parlare: le seconde ri-volte della sua nuova esistenza. «Perché il mio linguaggio lo capivano solamente mio marito e mia figlia». La sua vita da allora è stata un percorso a ostacoli: la scoperta di un’altra patologia muscolare autoimmune sovrapposta e pochi mesi dopo l’operazione per un cancro.

Ma Francesca non si chiede mai perché sia successo proprio a lei. Non si piange addosso, non smette mai di credere in se stessa e nei suoi cari. «Ho affrontato con mio marito anche i momenti più bui. Non mi ha mai commiserato, anzi mi ha sempre spronato: primo step la patente. E ho ricominciato da lì: il primo passo verso la libertà».

LA RINASCITA CON LA SCRITTURA TERAPEUTICA

Francesca non può scegliere di non ammalarsi, ma vuole decidere come vivere la sua nuova lei. E così decide di rimettersi in gioco con ciò che sa fare meglio: stare coi bambini. «Prima di tutto ho iniziato a scrivere favole per bambini: la scrittura per me è stata una terapia vera e propria, in quanto dopo l’intervento dovevo riassettare la memoria del mio cervello. Non riuscivo a parlare ne tantomeno riuscivo a mettere insieme le sillabe scrivendo».

La scrittura, che per molti è terapia, è stata sicuramente la svolta e la chiave di volta per aprirsi di nuovo agli altri: favole, racconti e un romanzo. Poi il contatto con la gente entrando in un’associazione di volontariato che l’aiuta a mettere in atto dei progetti per i bambini e gli adolescenti. «Vado nelle scuole di ogni ordine e grado non solo coi miei progetti educativi, ma anche con la mia testimonianza di vita».

francesca mussoi 1
UNA DONNA DEL FARE

Periodi bui, grande fatica a comunicare con la parola, ma anche momenti belli come tenere in mano il suo primo libro, nonostante «nemmeno il neurologo pensava potessi ricominciare a scrivere». Non c’è un vademecum per reinventarsi, ci vogliono pazienza, tenacia, una buona dose di coraggio e forse un po’ di follia. Lei è certamente una donna del “fare”: «Se ho un progetto in testa prima o poi cerco di realizzarlo. A volte riesco e a volte no, ma non lo vivo come un fallimento piuttosto un incentivo a non arrendermi alle prime difficoltà».

Dopo tutto quello che le è successo, Francesca Mussoi vive veramente la vita come un dono, nonostante non sia semplice. «Ho cambiato il mio sguardo sulle cose e cerco di coglierne la bellezza. Se ho un’occasione la colgo, perché non so mai come sarà domani per me. Vivo i miei affetti con intensità e cerco di guardare la vita con stupore».

UN PERCORSO DI AMORE E PROGETTAZIONE

I punti cardine del suo percorso sono stati sicuramente suo marito e sua figlia, che non l’hanno mai giustificata per ciò che le stava accadendo, ma sempre spronata a fare e fare del suo meglio. E lei, che di carattere è una persona aperta agli altri, usa questo come benzina per il suo motore. I percorsi educativi che propone sono basati sull’inclusione e sul rispetto di sé e di ciò che ci circonda, sul volersi bene nonostante tutto e della cura di sé stessi a ogni livello.

Vado nelle scuole di ogni ordine e grado non solo coi miei progetti educativi, ma anche con la mia testimonianza di vita

«Certamente la mia quotidianità non è affatto semplice, anzi ogni giorno sono in trincea. Ma non potendo riprendermi la vita che avevo, ho imparato a vivere al meglio questa che mi è stata donata. Credo che il sorriso sia la medicina migliore e circondarsi di persone che ti fanno stare bene». Avere progetti l’ha aiutata : negli anni ha costituito un gruppo di lettori di favole, ha realizzato una biblioteca all’aperto e una, grazie all’associazione Assi onlus, su quattro ruote. La cultura aiuta a guardare il mondo con un grandangolo migliore.

UN CONSIGLIO PER LE MODERNE PERSEFONE

Come solita chiosa alle storie delle Moderne Persefone, le chiediamo un consiglio per chi, come lei, scende agli inferi e poi deve trovare le forze, soprattutto dentro sé stessa, per tornare sulla Terra. «Non ho un consiglio vero e proprio da dare, ma posso dire con certezza che tutto quello che faccio è per lasciare un esempio a mia figlia, quello di una mamma che nonostante tutto non si è arresa». E il messaggio che lancia ogni giorno è che una malattia è uno stato che ti cambia sicuramente la vita, ma non ti impedisce di realizzare i tuoi piccoli grandi sogni.

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