Denny Almanza, l’uomo che sussurrava alle api, oggi è l’unico apicoltore dell’isola di Pantelleria
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Trapani - «Ognuno ha la fortuna di nascere in un luogo, io sono nato in un paradiso e mi sento molto fortunato per questo. Vorrei che tutti potessero conoscere l’energia di questo posto». Si presenta così Denny Almanza, 35 anni, unico apicoltore professionista di Pantelleria. Come dargli torto? Un’isola da vivere e amare tutto l’anno, con quattordici acque termali, tre saune naturali, tanto mare, un’energia che Denny definisce “purificatrice”, ma soprattutto tanta natura. Un territorio di circa 8.400 metri quadrati di cui solo 400 sono coltivati.
Denny è nato e cresciuto sull’isola, si sposta soprattutto nei mesi invernali per lavoro o per vacanza, ma è sempre qui che ritorna: un porto sicuro dove attraccare e dove vivere al meglio in sintonia e nel rispetto della natura. A 15 anni aveva già le idee chiare, voleva lavorare nell’azienda agricola che aveva messo in piedi suo nonno e così ha fatto, portando innovazione alla tradizione. Ha deciso di privilegiare l’apicoltura tanto da essere oggi l’unico a vendere miele sull’isola. Un miele speciale grazie a delle api speciali.
«In passato ci si dedicava a una sola coltura, capperi o vino. Io sono partito da lontano. I Fenici furono il primo popolo capace di allevare le api nel Mediterraneo e le portarono sull’isola dall’Africa. Fino agli anni ‘60 qui tutti producevano miele, serviva proprio per la sopravvivenza. Da allora sono cambiate molte cose, l’agricoltura ha preso il sopravvento su tutto e l’apicoltura, che richiede tanto tempo e passione, è stata abbandonata. Si preferiva puntare a un’economia fissa: se andava bene l’uva tutti piantavano l’uva, lo stesso con i capperi. Erano circa 5000 gli ettari coltivati. Oggi si è perso anche quello», racconta Denny.
Ancora piccolo chiedeva al nonno di “portarlo dalle api”; si è fatto costruire una maschera e da allora è sbocciato un amore a prima vista, mai finito. Le api lo hanno scelto, dice orgoglioso Denny, che cura ben 45 alveari. A Pantelleria ci sono api allevate e api selvatiche che vivono in natura e vengono studiate dal Parco Nazionale anche per avere informazioni utili sul cambiamento climatico, sull’ecosistema e sulla biodiversità presente sull’isola.
Gli alveari selvatici, pur soffrendo della mancanza delle piogge che non aiutano le fioriture, sono ancora numerosi, diversamente da quanto avviene nel resto dell’Italia e dell’Europa. I pochi ettari coltivati, i pochi pesticidi e soprattutto i pochi interventi dell’uomo permettono all’ecosistema di adattarsi ai cambiamenti con più facilità.
«Insieme al Parco Nazionale, all’Università di Palermo e alla Fondazione Mach del Trentino partecipo alla ricerca sugli impollinatori, non solo api, ma anche insetti apoidei. Controlliamo le api da me allevate, i pochi alveari allevati per hobby da altri due ragazzi sull’isola e quelle selvatiche. Studiamo il loro DNA, la presenza o meno di virus, raccogliamo e analizziamo il polline per conoscere l’eventuale presenza di pesticidi e diserbanti».
«Una cartina tornasole sulla natura di Pantelleria. L’anno scorso abbiamo organizzato un convegno mondiale sul tema, proprio qui nella mia isola, e sono venuti studiosi da 19 paesi diversi. L’ape africana portata qui dai Fenici è capace di adattarsi al vento persistente. Abbiamo trovato anche un grillo, detto appunto pantescus perché vive solo qui. Dobbiamo imparare a rispettare queste peculiarità senza pensare di poter “spostare” animali da climi e contesti che non appartengono loro», continua Denny.
Grazie alle sue api produce dei mieli speciali e pregiatissimi: al ficodindia, al rosmarino, al corbezzolo, al mirto, al trifoglio, un millefiori di bosco in primavera con lavanda e rosmarino e un altro millefiori in estate. Alle terre del nonno ne ha aggiunte delle altre e oggi l’Azienda Agricola Almanza si estende su 4 ettari sparsi in tre diverse zone dell’isola. Vigneti, capperi, olive, ortaggi, origano di Pantelleria e miele.
A differenza del nonno, Denny ha puntato su un’agricoltura imprenditoriale, ha creato un suo marchio e ha deciso di vendere direttamente i prodotti dell’azienda. Ha creato un laboratorio ad hoc per il miele e ha selezionato dei prodotti, implementandone alcuni come l’origano, attraverso un’agricoltura naturale e priva di pesticidi.
Ha deciso di puntare sull’origano perché è un’economia importante. «L’origano che produciamo si differenzia da quello siciliano e calabrese che ha un’essenza di timo, mentre il nostro è al mentolo. La fioritura avviene in un periodo diverso rispetto alle altre piante e questo giova anche alle api a agli altri impollinatori». I prodotti della sua azienda vanno a ruba in tutta Italia, soprattutto tramite il passaparola.
Denny ha rivoluzionato anche la figura “tipica” dell’agricoltura. Alcune ore della giornata sono dedicate alla terra, le altre invece a un tempo tutto suo da vivere sull’isola. Ne parla con un amore viscerale, con il desiderio di trasmettere, anche al telefono, la forza e l’energia di un luogo che si mantiene ancora quasi intatto.
«Quando arrivi a Pantelleria si capisce subito se è amore o odio. Qui c’è un’energia difficile da spiegare a parole, purifica e guarisce, ed è qualcosa a cui senti il bisogno di ritornare. Connettendosi a questa forza si sprigiona la nostra energia più vitale e possente, lo vedo in molte delle persone che vengono. Abbiamo doni immensi qui, ma non tutti siamo pronti a comprenderli e basterebbe davvero poco», conclude Danny.
Non so a voi, ma a me è venuta una gran voglia di andare a Pantelleria. Denny sconsiglia di andare in estate, la primavera e l’autunno sono secondo lui i periodi migliori. Fateci un pensierino, Denny è sull’isola ad attendervi, pronto a farvi conoscere le diverse anime di Pantelleria e a stupirvi di natura e bellezza.
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