Bunker SkatePark, la casa per gli skaters dove oltre allo sport si praticano inclusione e socialità
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Roma, Lazio - Oggi vi racconterò una storia di ruote. Solitamente quando lo faccio chiamo spesso e volentieri in causa un mezzo a me molto caro per scoprire il mondo, un mezzo che conosco bene: la carrozzina. Oggi però non sarà così, perché ogni giorno è diverso dall’altro, ogni storia è diversa dall’altra e lo è anche ogni ruota. Quelle di una carrozzina ad esempio danno stabilità, mentre quelle di una tavola da skate ti permettono di perderla e ritrovarla.
Allora mi preparo anch’io a spostare il mio baricentro per perdere un attimo l’equilibrio e accompagnarvi a conoscere un’associazione romana che regala grandi emozioni e nuove prospettive. Si chiama Enjoy More ed è nata nel 2009 per promuovere la cultura dello skateboarding e portare avanti la diffusione e la realizzazione di svariate attività e progetti accomunati dall’obiettivo di valorizzare il benessere degli sport da tavola con l’intento principale di stimolare i più giovani a riappropriarsi della città in cui vivono con prospettive nuove, rispettose e interculturali.
Enjoy More è un luogo d’incontro e di scambio tra professionisti e appassionati di skateboard, un centro di preparazione atletica e un laboratorio progettuale aperto alla creatività sia individuale che di gruppo. Negli anni questa realtà ha dato forma a una concreta esperienza nella realizzazione e nella gestione di eventi, interventi e programmi che utilizzano lo skateboard per favorire l’integrazione, l’inclusione, il contrasto al razzismo e alle diversità di ogni genere, facendosi conoscere e riconoscere come un vero e proprio punto di riferimento eccellente per la promozione di progetti sociali sul tema. E soprattutto dando vita al Bunker SkatePark.
Com’ è nato il Bunker SkatePark?
Il Bunker SkatePark nasce dall’idea di alcuni skater che sentivano il bisogno di uno spazio nel quartiere dove poter praticare e diffondere questa disciplina. Così abbiamo iniziato a costruire le prime rampe e a sviluppare il nostro modello di skatepark e di lì a poco i ragazzini del quartiere hanno iniziato a chiederci di insegnare loro i trick. È nata così la scuola skate.
Quali attività proponete e a chi sono rivolte?
Ci rivolgiamo a bambini e adulti, dai 6 anni agli over 60. Siamo una scuola di skateboarding e di fatto insegniamo questa disciplina con le nostre lezioni, corsi di gruppo e camp in Italia e all’estero, ma nel nostro skatepark è possibile accedere con qualsiasi attrezzo, da modelli differenti di skateboard come il carver ai pattini in linea, fino a roller derby, scooter e bmx. Insomma siamo aperti a tutti i tipi di ruote!
Mi raccontate meglio il metodo Skate School?
Il nostro metodo si basa prevalentemente sulla filosofia più che sulla tecnica dello skateboarding. Lo skateboard è di per sé un attrezzo magico e se si ha la motivazione di imparare si impara senza ombra di dubbio. Oggi è diventato anche uno sport olimpico e quindi è comprensibile che si parli molto della tecnica, ma il nostro metodo si basa soprattutto sul quel senso di libertà che si crea nella mente praticando skateboarding e che aiuta a sviluppare atteggiamenti positivi rispetto al mettersi alla prova, imparare, sbagliare, correggere e provare di nuovo per raggiungere l’obiettivo che ci si è dati.
Nella nostra scuola siamo tutti istruttori FISR, quindi i nostri metodi di insegnamento tengono ovviamente conto anche della didattica ufficiale federale, che si basa principalmente sulle assistenze in modo da far provare rampe e trick più complessi garantendo la massima sicurezza.
In che modo lavorate sull’accessibilità e sull’inclusione?
Accessibilità e inclusione sono due pilastri del nostro metodo e dell’aria che si respira a Bunker SkatePark. Nel 2018 abbiamo incontrato Toyota, che ci ha proposto di prendere parte al suo progetto Wheelpark e insieme abbiamo realizzato alcune rampe per essere fruibili anche con la sedia a rotelle, promuovendo una nuova disciplina affine allo skateboarding, il WCMX [la sigla è un mix fra wheelchair, sedia a rotelle in inglese, BMX, ndr]. Con Ilaria Naef abbiamo lavorato per far conoscere questa disciplina anche in Italia e ora iniziamo ad avere le prime persone interessate a imparare.
Inoltre siamo molto vicini alle comunità LGBTQ+ e organizziamo ogni anno il Girl Skate Club, un evento non binary teso a promuovere il rispetto di tutte le identità di genere. Infine nel 2015 abbiamo lanciato il nostro progetto skatetherapy, che lavora specificatamente sul potenziamento delle funzioni esecutive, attraverso lo skateboarding, in persone con neurodiversità.
Progetti in vista per questo nuovo anno?
Sempre tantissimi: ci saranno ovviamente i nostri eventi primaverili ed estivi e siamo alla ricerca di nuovi sponsor che condividano i nostri valori e che possano contribuire a portare avanti i temi di inclusione e sostenibilità che ci sono molto cari.
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