Sperone 167, Palermo e Lecce unite dall’arte per una rigenerazione urbana e sociale – Io Faccio Così #369
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Palermo - I quartieri di confine, non solo geografici, sono luoghi dove tutto è possibile, dove l’umanità nelle sue forme diverse e contraddittorie si confonde per dare vita a comunità complesse, desiderose e bisognose di attenzioni, di richieste e di diritti “normali” che dovrebbero spettare a ogni cittadina e cittadino. Passeggiare per le vie del quartiere Sperone, alla periferia sud-est di Palermo, è come fare un viaggio tra le tante periferie italiane e del mondo.
Nessuna piazza, nessuno spazio che possa agevolare la comunità e la socialità. Solo crocevia, strade in cui scorre la vita di migliaia di persone, spesso sperse e confuse, che non per piacere ma per “necessità” si adattano a una vita che non è la loro. In luoghi come questi ci si rende conto delle potenzialità e della resilienza – parola molto abusata ma in contesti del genere tanto vera – di cui noi, uomini e donne, siamo capaci.
In questi luoghi sbocciano tra i progetti più innovativi e significativi che altrove non troverebbero la linfa necessaria per essere nutriti. Come Sperone 167, un processo creativo e sociale in atto che lega Palermo a Lecce. A raccontarcelo è Antonella Di Bartolo, da dieci anni preside dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini. «Ho scelto di venire qui, pur non avendo alcuna esperienza da dirigente, ispirata da Don Puglisi. Sono molto cambiata da allora, qui sono diventata adulta, ho cancellato i pregiudizi che mi portavo dietro e oggi mi sento in debito di riconoscenza nei confronti di questo luogo che mi ha dato moltissimo, professionalmente e personalmente».
UN TUFFO NEL QUARTIERE…
Lo Sperone ha una sua identità forte: il nome fa riferimento a un’antica usanza del luogo tipica del ‘700 quando, su una piramide di pietra detta appunto “sperone”, venivano appesi i corpi squartati di coloro che venivano giustiziati. Oggi è noto come una delle piazze di spaccio più grandi del sud Italia. Un quartiere disagiato dove lo Stato non sembra essere presente, dove la macro e la microcriminalità trovano facilmente consenso.
Una dispersione scolastica del 27,3% – che oggi, grazie anche al lavoro della preside Antonella, è scesa all’1,45% – e strutture fatiscenti: un plesso della scuola aveva le lavagne al posto delle porte nei bagni e un intero piano completamente distrutto da un incendio doloso. 1500 bambini dagli 0 ai 3 anni senza un asilo nido e tantissimi adulti sfiduciati, abbandonati e soli. La scuola è l’unica istituzione presente.
Per diversi mesi il quartiere è rimasto al buio e la scuola ha sopperito a questa mancanza illuminando tutte le notti i passaggi pedonali. Un punto di luce e di possibilità non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, un luogo dove incubare idee e progetti di futuro, creare nuove alleanza anche al di fuori delle aule per dare speranza anche alla comunità e al territorio.
L’INIZIO DI UN PROGETTO DI RIGENERAZIONE SOCIALE
L’occasione è arrivata grazie a un edificio abbandonato, un asilo nido mai entrato in funzione distrutto da un incendio, chiamato dai bambini “la casa degli orrori”. Un luogo di morte, di prostituzione e spaccio, proprio di fronte uno dei plessi della scuola Sperone-Pertini. Nei primi mesi del 2019 l’edificio è stato abbattuto, un momento di festa di quartiere e un punto di svolta.
È iniziata una collaborazione con l’ordine degli archetti del Comune di Palermo, l’accademia di Belle Arti, il dipartimento di Urbanistica dell’Università di Palermo per progettare un nuovo asilo e uno spazio per il tempo libero. I disegni dei bambini e le idee venute fuori durante un’assemblea di quartiere che si è tenuta nella piazza delle parole – un anfiteatro creato all’interno della scuola – sono stati interpretati dagli architetti e sono diventati un progetto, consegnato all’amministrazione il 6 maggio 2019 al termine del percorso Lab Sperone Children.
IGOR SCALISI PALMINTERI E L’ASSOCIAZIONE ARTE DI CRESCERE
Il progetto, ad oggi, non ha trovato nessuna realizzazione, ma il quartiere sta vivendo una nuova fase grazie all’artista Igor Scalisi Palminteri. Un primo murale, Sangue e Latte, è stato realizzato da lui a ottobre 2019 per l’associazione Arte di Crescere di Palermo, che da anni si dedica alla promozione dell’allattamento materno, all’alimentazione e alla cura delle relazioni. Sulla parete di un palazzo di edilizia popolare di sette piani in via 27 Maggio, lì dove sono stati progettati un nuovo asilo e un nuovo spazio giochi, campeggia l’immagine di una donna che allatta la propria figlia.
«È un augurio di buona salute di prosperità, il primo murale nel quartiere. È stata molto bella la risposta da parte della gente, dei ragazzi, delle giovani mamme, delle donne e degli uomini che si domandavano il perché di questa tematica. Ha toccato le corde della relazione di cura che c’è tra mamma e bambino e quindi per noi è stato molto bello ricevere questo feedback positivo», racconta Monica Garraffa, mamma e volontaria dell’associazione.
SPERONE 167: PALERMO – LECCE, ANDATA E RITORNO
A gennaio del 2022, dopo una pausa dovuta al Covid, è nata un’alleanza creativa voluta, pensata e immaginata da Igor Scalisi Palminteri, Chekos – uno street artist di Lecce – e Danilo Longi di Afea Art & Rooms. Un progetto di gemellaggio tra Palermo e Lecce attraverso il linguaggio del visual e dell’arte.
Un processo di rivitalizzazione dal basso di due quartieri periferici e popolari: lo Sperone di Palermo e il quartiere 167 di Lecce – quest’ ultimo prende il nome dalla legge che ha voluto l’edilizia popolare – che ha come punto di origine la realizzazione di due grandi murales nelle due città. Un’idea semplice quanto rivoluzionaria che invita la cittadinanza a prendersi cura dei luoghi in cui vive.
Un impatto diretto e indiretto sul territorio che ha visto il coinvolgimento di diversi attori: le comunità scolastiche – attraverso la collaborazione tra gli Istituti Comprensivi Sperone-Pertini di Palermo e G. Stomeo – P. Zimbalo di Lecce – e la comunità locale. Allo Sperone adesso si contano sei murales e il quartiere comincia a raccontarsi con una narrazione diversa. Nuove storie legate alla comunità, all’arte, alla bellezza e alle prospettive, anche turistiche, che possono essere l’alternativa legale per un futuro diverso.
Grazie a una donazione dell’associazione Arte di Crescere si è avviato uno scambio tra le mamme dello Sperone e quelle di Lecce, per vivere insieme questa esperienza artistica e sociale. Per la prima volta alcune madri del quartiere hanno viaggiato per andare a esplorare una nuova città. «In contesti come lo Sperone la cosa più grave è rassegnarsi», osserva Antonella Di Bartolo. «Costruire, come dice anche Renzo Piano, è un atto d’amore. I muri spesso sono delle barriere e il fatto che Sperone 167 continui a interpretarli in maniera diversa è molto bello».
«Immaginiamo dei viaggi per i nostri bambini, contaminazioni con realtà territoriali molto differenti. Immaginiamo di continuare a usare l’arte come pretesto per raccontare una storia diversa del quartiere e cercare di richiamare l’attenzione nei confronti delle istituzioni affinché siano più presenti», conclude Antonella. L’Italia che cambia è anche questo. Per Antonella e Monica è una comunità in movimento, fatta da singoli, cittadini e cittadine che insieme si potenziano e si nutrono reciprocamente immaginando scenari differenti di presente e di futuro.
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