15 Dic 2022

Sperone 167, Palermo e Lecce unite dall’arte per una rigenerazione urbana e sociale – Io Faccio Così #369

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli
Riprese di: Filippo Susinno
Montaggio di: Paolo Cignini

Da circa un anno un processo di rigenerazione urbana e sociale lega il quartiere Sperone di Palermo con il quartiere 167 di Lecce. Grazie a un’idea di Igor Scalisi Palminteri è nato Sperone 167, un'alleanza di reti, persone e associazioni che promuove l'arte come mezzo per stimolare la cittadinanza a essere attiva e a prendersi cura dei luoghi che vive.

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Palermo - I quartieri di confine, non solo geografici, sono luoghi dove tutto è possibile, dove l’umanità nelle sue forme diverse e contraddittorie si confonde per dare vita a comunità complesse, desiderose e bisognose di attenzioni, di richieste e di diritti “normali” che dovrebbero spettare a ogni cittadina e cittadino. Passeggiare per le vie del quartiere Sperone, alla periferia sud-est di Palermo, è come fare un viaggio tra le tante periferie italiane e del mondo.

Nessuna piazza, nessuno spazio che possa agevolare la comunità e la socialità. Solo crocevia, strade in cui scorre la vita di migliaia di persone, spesso sperse e confuse, che non per piacere ma per “necessità” si adattano a una vita che non è la loro. In luoghi come questi ci si rende conto delle potenzialità e della resilienza – parola molto abusata ma in contesti del genere tanto vera – di cui noi, uomini e donne, siamo capaci.

In questi luoghi sbocciano tra i progetti più innovativi e significativi che altrove non troverebbero la linfa necessaria per essere nutriti. Come Sperone 167, un processo creativo e sociale in atto che lega Palermo a Lecce. A raccontarcelo è Antonella Di Bartolo, da dieci anni preside dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini. «Ho scelto di venire qui, pur non avendo alcuna esperienza da dirigente, ispirata da Don Puglisi. Sono molto cambiata da allora, qui sono diventata adulta, ho cancellato i pregiudizi che mi portavo dietro e oggi mi sento in debito di riconoscenza nei confronti di questo luogo che mi ha dato moltissimo, professionalmente e personalmente».

UN TUFFO NEL QUARTIERE…

Lo Sperone ha una sua identità forte: il nome fa riferimento a un’antica usanza del luogo tipica del ‘700 quando, su una piramide di pietra detta appunto “sperone”, venivano appesi i corpi squartati di coloro che venivano giustiziati. Oggi è noto come una delle piazze di spaccio più grandi del sud Italia. Un quartiere disagiato dove lo Stato non sembra essere presente, dove la macro e la microcriminalità trovano facilmente consenso.

Una dispersione scolastica del 27,3% – che oggi, grazie anche al lavoro della preside Antonella, è scesa all’1,45% – e strutture fatiscenti: un plesso della scuola aveva le lavagne al posto delle porte nei bagni e un intero piano completamente distrutto da un incendio doloso. 1500 bambini dagli 0 ai 3 anni senza un asilo nido e tantissimi adulti sfiduciati, abbandonati e soli. La scuola è l’unica istituzione presente.

Per diversi mesi il quartiere è rimasto al buio e la scuola ha sopperito a questa mancanza illuminando tutte le notti i passaggi pedonali. Un punto di luce e di possibilità non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, un luogo dove incubare idee e progetti di futuro, creare nuove alleanza anche al di fuori delle aule per dare speranza anche alla comunità e al territorio. 

Un’idea semplice quanto rivoluzionaria che invita la cittadinanza a prendersi cura dei luoghi in cui vive

L’INIZIO DI UN PROGETTO DI RIGENERAZIONE SOCIALE

L’occasione è arrivata grazie a un edificio abbandonato, un asilo nido mai entrato in funzione distrutto da un incendio, chiamato dai bambini “la casa degli orrori”. Un luogo di morte, di prostituzione e spaccio, proprio di fronte uno dei plessi della scuola Sperone-Pertini. Nei primi mesi del 2019 l’edificio è stato abbattuto, un momento di festa di quartiere e un punto di svolta.

È iniziata una collaborazione con l’ordine degli archetti del Comune di Palermo, l’accademia di Belle Arti, il dipartimento di Urbanistica dell’Università di Palermo per progettare un nuovo asilo e uno spazio per il tempo libero. I disegni dei bambini e le idee venute fuori durante un’assemblea di quartiere che si è tenuta nella piazza delle parole – un anfiteatro creato all’interno della scuola – sono stati interpretati dagli architetti e sono diventati un progetto, consegnato all’amministrazione il 6 maggio 2019 al termine del percorso Lab Sperone Children.

IGOR SCALISI PALMINTERI E L’ASSOCIAZIONE ARTE DI CRESCERE

Il progetto, ad oggi, non ha trovato nessuna realizzazione, ma il quartiere sta vivendo una nuova fase grazie all’artista Igor Scalisi Palminteri. Un primo murale, Sangue e Latte, è stato realizzato da lui a ottobre 2019 per l’associazione Arte di Crescere di Palermo, che da anni si dedica alla promozione dell’allattamento materno, all’alimentazione e alla cura delle relazioni. Sulla parete di un palazzo di edilizia popolare di sette piani in via 27 Maggio, lì dove sono stati progettati un nuovo asilo e un nuovo spazio giochi, campeggia l’immagine di una donna che allatta la propria figlia.

sperone streetart 167 lecce palermo4

«È un augurio di buona salute di prosperità, il primo murale nel quartiere. È stata molto bella la risposta da parte della gente, dei ragazzi, delle giovani mamme, delle donne e degli uomini che si domandavano il perché di questa tematica. Ha toccato le corde della relazione di cura che c’è tra mamma e bambino e quindi per noi è stato molto bello ricevere questo feedback positivo», racconta Monica Garraffa, mamma e volontaria dell’associazione.

SPERONE 167: PALERMO – LECCE, ANDATA E RITORNO

A gennaio del 2022, dopo una pausa dovuta al Covid, è nata un’alleanza creativa voluta, pensata e immaginata da Igor Scalisi Palminteri, Chekos – uno street artist di Lecce – e Danilo Longi di Afea Art & Rooms. Un progetto di gemellaggio tra Palermo e Lecce attraverso il linguaggio del visual e dell’arte. 

Un processo di rivitalizzazione dal basso di due quartieri periferici e popolari: lo Sperone di Palermo e il quartiere 167 di Lecce – quest’ ultimo prende il nome dalla legge che ha voluto l’edilizia popolare – che ha come punto di origine la realizzazione di due grandi murales nelle due città. Un’idea semplice quanto rivoluzionaria che invita la cittadinanza a prendersi cura dei luoghi in cui vive.

Un impatto diretto e indiretto sul territorio che ha visto il coinvolgimento di diversi attori: le comunità scolastiche – attraverso la collaborazione tra gli Istituti Comprensivi Sperone-Pertini di Palermo e G. Stomeo – P. Zimbalo di Lecce – e la comunità locale. Allo Sperone adesso si contano sei murales e il quartiere comincia a raccontarsi con una narrazione diversa. Nuove storie legate alla comunità, all’arte, alla bellezza e alle prospettive, anche turistiche, che possono essere l’alternativa legale per un futuro diverso.

Uno degli incontri di Sperone 167

Grazie a una donazione dell’associazione Arte di Crescere si è avviato uno scambio tra le mamme dello Sperone e quelle di Lecce, per vivere insieme questa esperienza artistica e sociale. Per la prima volta alcune madri del quartiere hanno viaggiato per andare a esplorare una nuova città. «In contesti come lo Sperone la cosa più grave è rassegnarsi», osserva Antonella Di Bartolo. «Costruire, come dice anche Renzo Piano, è un atto d’amore. I muri spesso sono delle barriere e il fatto che Sperone 167 continui a interpretarli in maniera diversa è molto bello».

«Immaginiamo dei viaggi per i nostri bambini, contaminazioni con realtà territoriali molto differenti. Immaginiamo di continuare a usare l’arte come pretesto per raccontare una storia diversa del quartiere e cercare di richiamare l’attenzione nei confronti delle istituzioni affinché siano più presenti», conclude Antonella. L’Italia che cambia è anche questo. Per Antonella e Monica è una comunità in movimento, fatta da singoli, cittadini e cittadine che insieme si potenziano e si nutrono reciprocamente immaginando scenari differenti di presente e di futuro.

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