La rete veneta di agricoltura sociale, un modello che unisce natura e solidarietà
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Venezia, Veneto - Casa di Anna è avvolta nel grigiore, il sole arriverà a illuminare i campi e le strutture solo più tardi, eppure la bellezza di questo luogo emerge prepotente. È una mattina di dicembre e sono qui, nella campagna veneziana, con le mie colleghe Sara Ancorato e Susanna Piccin. L’occasione l’invito a portare lo sguardo di Italia che Cambia all’evento finale di Coop4work dal titolo Le fattorie sociali nell’agricoltura che cambia.
Casa di Anna è «una fattoria sociale e azienda agricola fondata nel 2014 per Anna, una donna con una disabilità gravissima, e per creare uno spazio per persone con bisogni diversi che trovassero nell’agricoltura una risposta», spiega Alice Pietropoli, responsabile delle attività sociali di Casa di Anna.
Questo «spazio di pace e verde a due passi da Mestre, in cui produzione agricola, inserimento socio-lavorativo, ricettività, turismo sostenibile, didattica per le scuole, azioni di valorizzazione del patrimonio eno-gastronomico locale ed eventi culturali si intrecciano» rappresenta bene la varietà di esperienze che compongono l’universo dell’agricoltura sociale.
Sotto questo cappello si muovono non solo cooperative e imprese sociali, ma una molteplicità di forme organizzative che rende ancora più importante l’obiettivo che Coop4work si è data: creare nell’ambito sociale delle cooperative agricole sociali che si occupano dell’inserimento lavorativo in un modello in cui riconoscersi, facendo rete e confrontandosi nella diversità. Coop4work è un progetto nato nel 2019 in seno a Irecoop Veneto, riferimento regionale per formazione, consulenza e ricerca a sostegno della crescita e del cambiamento di persone, organizzazioni e reti attraverso la promozione di valori cooperativi, finanziato da PSR Veneto.
La prima grande sfida di questo progetto – raccontano Daniela Galante e Paola Spinuso, rispettivamente direttrice e vicedirettrice di Irecoop Veneto – è stata quella di tradurre online gran parte del percorso progettato per essere in presenza. Nonostante le difficoltà sono stati 120 i partecipanti attivi nel corso dei due incontri in presenza e soprattutto si sono attivati tavoli di lavoro facilitati, anche grazie alla collaborazione con Dyaloghi, spin-off dell’Università di Padova.
Inoltre sono stati realizzati dei webinar che hanno permesso di approfondire aspetti essenziali come le sinergie con le istituzioni, gli strumenti di sostegno per i progetti di agricoltura sociale, di osservare con un approccio sistemico e cooperativo le tematiche della sostenibilità, dell’agricoltura biologica oltre che approfondire i modelli possibili di business per questo settore.
Agricoltura e sociale sono dunque in Veneto due mondi che guardano al futuro insieme. Una ricerca collettiva che in questi quasi quattro anni di progetto ha studiato da vicino le esperienze di agricoltura sociale, «un modello di sviluppo economico e culturale innovativo, in grado di promuovere capacità collettive e individuali, e allo stesso tempo produrre lavoro e reddito, che ha l’obiettivo di migliorare lo stato di salute fisico e mentale di persone in particolari situazioni di disagio attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo, la riabilitazione e la condivisione di obiettivi ed interessi.»
Ne è nata una rete che nell’evento finale emerge già pronta per proseguire insieme un confronto stabile e iniziare una sperimentazione pratica di quanto sviluppato. Come Italia che Cambia il nostro contributo al momento di confronto si è sostanziato nella narrazione delle numerose esperienze che abbiamo raccontato in questi anni, esempi portati per stimolare il lavoro dei tavoli per la creazione di un manifesto per le fattorie sociali, ultimo momento condiviso di questo evento finale e già punto di partenza per un nuovo progetto della rete dell’agricoltura sociale veneta.
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