6 Dic 2022

Il Gridas e il “modello Scampia”: unire le forze per far rinascere le periferie – Dove eravamo rimasti #7

Scritto da: Francesco Bevilacqua

L'immaginario cambia, le mappe finiscono sottosopra e la periferia diventa centro. Non è solo un esercizio mentale, è la realtà. Lo testimonia ciò che sta avvenendo a Scampia dove, a dieci anni di distanza dalla nostra prima visita, le iniziative, le associazioni, la partecipazione e la sensibilità sono aumentate esponenzialmente, dando luogo a un vero e proprio modello di rinascita e rigenerazione.

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Campania - Dieci anni fa il camper di Italia Che Cambia si affacciò timidamente fra le cattedrali di cemento di Scampia per cercare la bellezza proprio là dove – avevano decretato i mass media e l’opinione pubblica – risiedevano solo criminalità, povertà, degrado, disperazione. E la trovò, questa bellezza. Già all’epoca c’erano tante associazioni che stavano piantando semi e raccogliendo i frutti di cambiamento positivo.

Oggi, dieci anni dopo, possiamo quasi parlare di “modello Scampia” per designare un sistema di attivismo, associazionismo, lavoro di rete, partecipazione e co-creazione dal basso che non solo ha cambiato il volto della periferia napoletana, ma rappresenta un caso replicabile ovunque. Ne parlo con Martina Pignataro del GRIDAS, il gruppo di risveglio dal sonno, una delle realtà storiche di Scampia. L’occasione è la pubblicazione in streaming gratuito e perpetuo – prevista per mercoledì 14 dicembre – di Scampia Felix, il film che racconta la realtà del territorio le cui riprese sono iniziate nel 2015 e che è stato presentato nel 2017.

SCAMPIA FELIX E TRACCE

«Il film è nato come esigenza di allargare il progetto del libro Sulle tracce di Felice Pignataro, che all’epoca raccontava la storia di sole quattro o cinque realtà di Scampia», mi spiega Martina. Oltre al GRIDAS infatti, si parlava del Circolo Legambiente La Gru, di Chi rom e…chi no, del Centro Territoriale Mammut e di Vo.diSca – Marotta&Cafiero Editori.

«Tutto quindi ebbe inizio dal libro dopo la conoscenza con il regista siciliano Francesco Di Martino, che venne da noi a proiettare un suo primo film sui migranti e che volle fare questo suo tributo a Felice Pignataro, conosciuto tramite noi, e anche al quartiere che aveva “scoperto” di persona superando i pregiudizi che già allora lo attanagliavano».

IL MODELLO DI COPRODUZIONE

Dicevamo del “modello Scampia”. Martina torna più volte sull’importanza di questo approccio, che si fonda sul sostegno reciproco fra piccole realtà e coproduzione e che «è il nostro metodo, strutturato e perfetto per uscire dalla cerchia di conoscenze e allargare le maglie della rete, anche sostenendo progetti che riteniamo validi e in grado di consolidare le relazioni». Non per niente lo stesso libro sul carnevale di Scampia nacque come coproduzione popolare.

«Il concetto di base è cercare persone e comunità interessate a un progetto e portarlo avanti insieme per realizzare iniziative che altrimenti, da soli, sarebbero insostenibili». Scampia Felix è un esempio perfetto: «A partire dal 14 dicembre sarà online sulla piattaforma openDDB. È un lavoro realizzato dal basso sia come partecipazione – a partire da quella del regista, con cui erano nate altre sinergie in passato, ma anche dei musicisti e delle altre persone che hanno contribuito – sia perché è stato finanziato con un crowdfunding».

La partecipazione è cresciuta molto, di pari passo con la faida c’è stato un riscatto dei cittadini che spesso non viene raccontato

Non è infatti un caso che il GRIDAS e le realtà di Scampia intrattengano un rapporto di collaborazione stretto e proficuo con la piattaforma Produzioni dal Basso – che ha ospitato le campagne per finanziare la realizzazione sia del libro che del film – e con il suo spin-off openDDB, con cui esiste un costante rapporto di confronto e scambio sui vari progetti editoriali e cinematografici.

IL GRIDAS E LA SUA RETE

Tantissime cose sono successe da quel lontano 2013, quando conoscemmo per la prima volta il GRIDAS e la rete di Scampia. Martina spiegava che nel libro dedicato a Felice Pignataro sono citate poche pionieristiche realtà, ma oggi quelle stesse storie si sono evolute, come Marotta&Cafiero che, oltre ad aver recentemente festeggiato la pubblicazione del duecentesimo titolo, ha creato la Scugnizzeria, uno spazio con libreria, teatro, equo-bar e l'”ospedale del libro”, dove si usano vecchi macchinari per stampare come una volta.

«Dopo due anni di pandemia e la sentenza di sgombero abbiamo dovuto per forza rallentare le attività, ma abbiamo mantenuto l’appuntamento fisso del carnevale e vorremmo riprendere, quando sarà possibile, quello del cineforum settimanale, che nel corso del tempo si è spostato sempre più verso film prodotti e distribuiti dal basso. Ci piace conoscere le storie che vengono raccontate, supportarle e intessere la rete sociale», racconta Martina.

gridas scampia

E il carnevale? Oggi il GRIDAS ha un ruolo di coordinamento, anche perché le associazioni del territorio sono cresciute molto e ora sono autonome, creano il loro carro e declinano in modo originale il tema dell’anno. «Poi ci sono tante persone e realtà che arrivano anche da fuori, la partecipazione e la consapevolezza sono aumentate parecchio», aggiunge Martina. «Nel 2021 abbiamo proposto il carnevale a distanza, nel 2022 è stato fatto ma con un po’ di difficoltà sempre a causa del Covid. Stiamo già lavorando all’edizione 2023».

COM’È CAMBIATA SCAMPIA

Gli anni di lavoro del GRIDAS e delle altre realtà di Scampia hanno dato i loro frutti: «Nel tempo sono nate altre associazioni, non tutte in rete con noi ma comunque in relazione con il territorio; la partecipazione è cresciuta molto, di pari passo con la faida c’è stato un riscatto dei cittadini che spesso non viene raccontato», ricorda Martina Pignataro. A queste nuove realtà, e a tante altre che stanno animando le periferie italiane, dedicheremo una serie di approfondimenti con l’anno nuovo.

Proprio questa grande crescita di attivismo e di associazioni ha suscitato la necessità di raccontare quello che di nuovo stava accadendo nella periferia napoletana, sempre partendo dalle realtà storiche narrate nel libro: «Scampia Felix è nato così. L’organizzazione del carnevale è una scusa per parlare di tutto quello che c’è dietro, per valorizzare la rete di legami e di lavoro quotidiano sul territorio, che non è solo il corteo dei carri, ma la costruzione di un tessuto comune».

La diretta da Scampia del 17 settembre 2022 in cui abbiamo parlato di integrazione sociale con Mirella La Magna e Barbara Pierro

Negli anni si è rafforzato molto il lavoro di rete, anche fuori dalle mura cittadine, «per esempio con la tappa napoletana del Mediterraneo Antirazzista, giunta ormai alla sua decima edizione e nata da uno scambio con associazioni di Palermo», ricorda Martina. «Oltre al carnevale infatti ci sono molti appuntamenti fissi che consolidano i legami fra realtà diverse e questo arricchisce molto il territorio e favorisce la partecipazione e il coinvolgimento delle scuole».

Esiste una nota stonata nella sinfonia di Scampia? Purtroppo sì e secondo Martina è «l’assenza atavica delle istituzioni: è stata fatta molta repressione nei confronti della criminalità, ma poi non è stato fatto nulla per risollevare il quartiere, dare opportunità lavorative. Come GRIDAS abbiamo interpellato il sindaco sulla vicenda dello sgombero e, anche solo per conoscerlo, l’abbiamo invitato a due nostri eventi, ma non è mai venuto né ha mandato nessuno».

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