27 Dic 2022

Educazione all’aperto: un esempio concreto per capire perché è fondamentale

Scritto da: Redazione

Esaminiamo il caso de La Farfalla, un asilo nido attivo nel mantovano, per portare alla luce gli elementi determinanti dell'educazione all'aperto. Dai benefici per l'organismo a quelli per l'apprendimento, dallo sviluppo delle autonomie all'arricchimento delle relazioni, ecco un'analisi dei vantaggi di questo approccio pedagogico fornita dai protagonisti e dalle protagoniste del progetto.

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Mantova, Lombardia - Rilanciamo la prima infanzia alla scoperta della natura, del benessere e della condivisione. È grazie a questo intento che ha preso vita lo speciale progetto pedagogico con cui la cooperativa sociale Archè onlus di Castel Goffredo, in provincia di Mantova, a partire da gennaio 2021, ha rinnovato l’asilo nido La Farfalla sviluppando un percorso che intreccia educazione all’aperto e sostenibilità.

Al centro dell’attenzione i diritti dei bambini e delle bambine, la promozione del loro benessere e del rispetto dell’ambiente. Il nido è definito IN (indoor) e OUT (outdoor) perché caratterizzato da una continuità sul fronte degli spazi esterni e interni dove in entrambi vengono garantiti attenzione ecologica e contatto autentico con la natura.

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EDUCAZIONE E SOSTENIBILITÀ: GIOCHI BIODEGRADABILI, PLASTICA ASSENTE IN GIARDINO, IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Il progetto di educazione all’aperto del nido La Farfalla si configura come uno dei primi nel mantovano, suscitando interesse anche da parte di altri territori. In quasi 24 mesi di attività sono stati coinvolti circa 30 bambini con le relative famiglie e ben 12 figure professionali dell’ambito pedagogico, educativo e ausiliario. Con loro anche un architetto, Nicola Vitale, che ha realizzato il progetto per lo spazio esterno dell’asilo, dove la plastica è assente e i giochi sono totalmente biodegradabili, come ad esempio lo scivolo in erba, la casetta di terra cruda, il percorso sensoriale.

In coerenza con il modello proposto, per la pulizia degli ambienti viene utilizzata una macchina a vapore acqueo, escludendo detersivi e prodotti inquinanti. Presente anche un impianto fotovoltaico. Diversi studi confermano come l’educazione all’aperto favorisca maggiormente nei bambini il gioco, l’autonomia, l’esplorazione e la psicomotricità naturale, obiettivi concretizzati nel caso del nido IN e OUT attraverso diverse proposte all’aria aperta come a esempio la palestra di psicomotricità naturale, il laboratorio dei profumi, l’orto educativo, le tane naturali per il gioco, l’atelier dell’acqua, lo spazio riflessivo.

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Lo staff dell’asilo nido La Farfalla
DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI TUTELATI E GENITORI SODDISFATTI: “COSÌ I BAMBINI SI AMMALANO DI MENO E SONO PIÙ AUTONOMI”

Il progetto ha destato sempre più stima da parte dei genitori, come conferma Chiara Compagnoni, mamma di un bambino di 2 anni: «Ho potuto constatare in mio figlio maggiore autonomia e anche una nuova predisposizione a utilizzare elementi naturali per creare giochi di fantasia», spiega. «Ora è lui per primo a chiedere di uscire anche se è nuvoloso e cammina molto, infatti da tempo non utilizziamo più il passeggino. Vorrei che questo tipo di progetto fosse realizzato anche nelle scuole dell’infanzia perché ho visto con i miei occhi quanto sia importante per i bambini».

«Con questo progetto tuteliamo quelli che Gianfranco Zavalloni definiva i diritti naturali dei bambini e delle bambine e che purtroppo spesso vengono negati per rispondere invece alle esigenze degli adulti», sottolinea Cristina Bertazzoni, formatrice e docente universitaria esperta in pedagogia e pratica educativa outdoor, consulente di Arché. «C’è almeno un secolo di studi che ci confermano che l’outdoor ha effetti benefici incredibili sullo sviluppo affettivo, cognitivo, fisico e anche civico, perché così i bambini si sentono parte del pianeta con cui creano una relazione profonda e sviluppano una sensibilità ecologica».

Non un semplice stare all’aria aperta ma vivere emozioni, conoscenze e sensazioni a contatto con la natura, scoprendone i ritmi, la bellezza e imparando a rispettarla nelle diverse stagioni e sfumature. Cristina Bertazzoni evidenzia come sia «dimostrato che i bambini che trascorrono più tempo all’esterno si ammalano meno e sviluppano una psicomotricità naturale migliorando la coordinazione motoria. Come diceva Rousseau, i primi maestri di filosofia sono i nostri piedi, le nostre mani e i nostri occhi».

Nell’ambiente esterno i bambini sono infatti valorizzati nelle loro peculiarità, i tempi di ognuno vengono accolti e rispettati ed è favorita una maggiore possibilità di autonomia

L’EDUCAZIONE ALL’APERTO FAVORISCE NEI BAMBINI LA CREATIVITÀ, MAGGIORE INCLUSIONE E AUTONOMIA: IL PROGETTO DIVENTA TEMA DI RICERCA

Sabrina Tonini, coordinatrice dei servizi all’infanzia della cooperativa Arché, esplicita i risvolti trasversalmente positivi del progetto: «Le educatrici hanno adottato un diversa postura educativa attraverso un’osservazione che garantisce ai bambini maggiore libertà di esplorare la natura. Inoltre è stata un’opportunità di riscoperta per i genitori che hanno rivissuto con piacere ricordi della loro infanzia condividendo lo stupore dei loro figli a contatto con gli elementi naturali. Le stesse riunioni con loro sono realizzate all’aria aperta e vissute come un’esperienza di piacevole condivisione».

Sara Beschi, psicologa che cura la supervisione nell’ambito dell’equipe pedagogica, evidenzia: «Uno dei punti di forza del progetto è l’inclusività: sperimentandosi nell’ambiente esterno i bambini sono infatti valorizzati nelle loro peculiarità. I tempi di ognuno vengono accolti e rispettati ed è favorita una maggiore possibilità di autonomia con effetti benefici a livello emotivo».

Il percorso si è avvalso anche di un’accurata ricerca scientifica condotta da Cinzia Fossati, educatrice. «Lo studio ha coinvolto un’osservazione quotidiana – spiega – insieme a interviste di tipo narrativo rivolte alle figure coinvolte nel progetto. Il percorso scardina diversi stereotipi come quello che si esca per far “sfogare” i bambini o che l’esterno sia un luogo meno sicuro dell’interno. I bambini hanno potuto sperimentare la loro fantasia e motricità a contatto con la natura».

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TEMPO ALL’ARIA APERTA: UN DIRITTO POCO CONSIDERATO FIN DALLA PRIMA INFANZIA ANCHE NELLE SCUOLE ITALIANE

Nel tempo sono diverse le ricerche svolte all’estero, ma anche in Italia, che hanno denunciato la penuria di tempo che i bambini e gli adolescenti trascorrono all’aria aperta e gli effetti deleteri che ciò determina sulla loro salute fisica, psichica e persino sullo sviluppo motorio, come fatto emergere da uno studio condotto dalla Regione Lazio. Un altro studio realizzato al Barcelona Institute for Global Health, in collaborazione con altre realtà, ha evidenziato che crescere circondati dal verde favorisce lo sviluppo del cervello nei bambini.

Una ricerca condotta in Australia e che ha coinvolto diversi Paesi anni fa ha esplicitato un dato disarmante, ossia il fatto che ai detenuti dei contesti carcerari di massima sicurezza americani venissero garantite almeno due ore all’aperto ogni giorno, mentre la metà dei bambini in tutto il mondo passerebbe meno di un’ora all’esterno (ne abbiamo parlato qua). Anche in Italia sta emergendo come negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, che comprendono la fascia 3-6 anni, in diversi casi si consideri lo stare all’aria aperta una possibilità da attivare solo se resta tempo e non un diritto fondamentale da garantire a priori ai bambini e alle bambine come dovrebbe essere.

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