Daisy, la scuola elementare che adotta il metodo finlandese per crescere bambini consapevoli
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Torino - Gli studenti sono felici quando sono in classe? Che cosa potrebbe accrescere la loro felicità? E la felicità potrebbe trasformarsi in passione per lo studio?. Spesso il vero cambiamento parte da una semplice e spontanea domanda. A farsela in questo caso è un gruppo di donne che sono al tempo stesso tante anime diverse: insegnanti, artiste, scrittrici e filosofe, convinte sostenitrici della possibilità di innovare realmente la scuola che abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Loro sono Nicoletta Coppo, scrittrice e dirigente scolastica; Monica Ferri, curatrice di mostre internazionali e docente; Micol Rigoni, matematica e scienziata; Caterina Pennisi, appassionata di linguistica e Alessia Castelli, graphic designer e illustratrice. Le loro domande curiose sono presto diventate il punto di partenza di un progetto scolastico che intende rivoluzionare il nostro modo di concepire l’educazione scolastica, che sogna di stravolgere i ruoli e di dare speranza ai futuri adulti di un domani.
Ciò che le accomuna è l’attenzione verso l’estero, in particolare per i modelli pedagogici scandinavi. In più occasioni hanno visitato realtà scolastiche virtuose tra Danimarca, Svezia e Finlandia, scambiando esperienze con i docenti del posto e assorbendo quante più nozioni possibili. Dal momento che il sistema didattico finlandese ha fama di essere il migliore al mondo, hanno scelto di prenderne spunto per dare vita a una scuola che oggi è la prima ad adottare a tutti gli effetti il metodo finlandese in Italia e che è riconosciuta dal Ministero finlandese – ne abbiamo parlato qua.
IL PERCORSO FIN QUI
Possiamo dire che a Chieri l’innovazione sia già di casa: infatti il Liceo Pascal, nato nel ‘76, è stato uno dei primi licei paritari italiani. Tra le sue fondatrici c’è Nicoletta Coppo, che oggi ci parla della futura scuola finlandese che nascerà a settembre 2023 nei locali di un istituto scolastico che aveva chiuso i battenti. Come ci racconta, «l’idea chiaramente non è partita dall’oggi all’indomani, ma è il risultato di un lungo periodo di ricerche e studio». È durante il periodo pandemico, quando la scuola ahimè è stata vittima di uno dei suoi periodi più bui, che il progetto ha visto la luce.
«Vogliamo crescere bambini curiosi, dinamici e liberi, preparati al confronto internazionale e capaci di sviluppare un pensiero critico autonomo e strutturato». Come ci spiega Nicoletta, è questo è il sogno delle insegnanti di Chieri, così come dei numerosi istituti italiani – ovvero quelli del metodo MOF – che seguono il cosiddetto Modello Organizzativo Finlandese, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. «Negli anni ci siamo rese conto che nelle nostre scuole, di ogni ordine e grado, è presente una didattica obsoleta che ci ha spinto a iniziare un percorso di profondo rinnovamento in questa direzione».
«Rispetto alle scuole MOF noi vogliamo fare qualcosa di più: ci stiamo organizzando per ottenere il doppo accreditamento, ovvero avere la parità italiana e l’accreditamento finlandese», aggiunge Nicoletta. In questi mesi infatti le insegnati hanno avuto un supporto molto incisivo dalle istituzioni e per l’accreditamento sono attualmente seguite da Giovanni Dionisio, Console Onorario di Finlandia e responsabile per il Piemonte e la Valle D’Aosta.
CAPOVOLGERE LE LEZIONI: ORARI, COMPITI E METODO DI LAVORO
«Prima dell’apertura della futura scuola elementare Daisy abbiamo sperimentato il metodo sulle classi del liceo e della media, con risultati stupefacenti. Per noi è importante applicare il metodo finlandese ai bambini delle elementari perché assorbono gli insegnamenti come delle piccole spugne e sono privi di sovrastrutture», spiegano.
Far crescere dei bambini con un pensiero critico, strutturato e autonomo: le attività didattiche alla scuola elementare Daisy si fonderanno su cooperazione, rispetto, integrazione ed empatia. «Vogliamo abbattere qualsiasi tipo di competizione, proprio come ci mostra il modello finlandese». Metodo che da un lato attingerà dalla Finlandia e dall’altro verrà adattato alla scuola italiana perché, lo sappiamo, la cultura finlandese è profondamente diversa dalla nostra cultura mediterranea.
«Le lezioni, come al nord, hanno una durata di 45 minuti più 15 minuti di pausa durante i quali i bambini possono leggere un libro, stare in silenzio, giocare in autonomia o con altri compagni». Nella scuola finlandese inoltre un liceale ha al massimo un quarto d’ora di compiti: i compiti e le esercitazioni infatti si esauriscono in classe.
«I genitori hanno giornate molto fitte di lavoro e impegni e non sempre riescono a seguire i propri figli nello studio. Sono infatti molte le mamme e i papà del nostro istituto che condividono lo stesso pensiero: “Noi torniamo a casa e finiamo per trascorrere il sabato e la domenica a fare i compiti”. Questo non è giusto, non è funzionale per i nostri tempi. Pensiamo che la scuola debba assolvere al suo dovere, quindi insegnare».
Nicoletta ci ricorda anche che insegnare significa innanzitutto rispettare le diverse capacità di ognuno e per questo le docenti sono tenute di volta in volta a preparare una lezione su misura per la classe. E l’esempio che ci fa Nicoletta è calzante: «È un po’ come far realizzare un abito studiato appositamente da un sarto, al posto che acquistarne uno preconfezionato in un grande magazzino».
La lezione, di conseguenza, diventa profondamente diversa dalla tradizionale “alla cattedra”. «Non avremo più una lezione frontale con l’insegnante che dalla sua cattedra spiega e i ragazzi recepiscono, per poi tornare a casa, fare i compiti e restituirli all’insegnante. Il nuovo modello si basa innanzitutto sul concetto di cooperazione e abbatte ogni competizione: l’insegnante riunisce gli studenti e le studentesse a gruppi per lavorare in equipe, che insieme si occuperanno di discutere, realizzare presentazioni o lavori in gruppo e li restituiranno alla classe».
UNA SCUOLA A MISURA DI BAMBINO E BAMBINA
Abbiamo detto che la lezione si capovolge: i ragazzi imparano a condividere le idee, il materiale scolastico e l’aula stessa, intesa come bene comune. «C’è un ribaltamento dell’idea scuola che in Italia si appoggia a un’idea obsoleta – quasi “da libro Cuore” – che oggi non è più funzionale. Noi dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi i valori importanti come empatia, condivisione e cooperazione, che saranno i valori che si porteranno dietro per tutta la vita».
Tra i progetti che saranno promossi dall’International Daisy Primary School vi saranno l’orto didattico, le letture in biblioteca, le attività per accrescere le competenze digitali, le lezioni in inglese e di cinese, le classi di yoga e mindfulness. «Insegneremo fin dalla prima elementare etica e filosofia, daremo spazio al modo di pensare e al mondo di confrontarsi, proporzionati sull’età dei bambini».
Gli spazi saranno di essenziale importanza per l’apprendimento, con biblioteche e laboratori condivisi dove apprendere attraverso il “learning by doing”, angoli dedicati alla lettura silenziosa – conosciuti come “quite time lounge” –, luoghi dove gli insegnanti svolgeranno lezioni aperte al pubblico, luoghi per il dialogo con il territorio e per l’integrazione tra giovani e anziani, poltrone per riposare la mente tra una lezione e l’altra – il cosiddetto “chill chat corner” – e infine la scuola diventerà itinerante e prevedrà uscite sul territorio con finalità educative.
«Recentemente abbiamo organizzato gli open day mostrare alle famiglie gli spazi e conoscere i programmi scolastici. Stiamo proseguendo verso l’accreditamento e inoltre stiamo progettando un gemellaggio con una scuola finlandese, per formarci e far diventare il progetto della scuola elementare Daisy sempre più reale».
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