19 Dic 2022

Carussin, la vita contadina di una famiglia che nel Monferrato porta avanti la tradizione del vino

Scritto da: Lorena Di Maria

Siamo immersi nelle campagne dell’astigiano e più precisamente nel Monferrato, terra di vigne e antiche tradizioni. Qui sorge l’azienda vinicola Carussin: un piccolo mondo dove coltivazione, vendemmia, pigiatura e imbottigliamento diventano un rituale fuori dal tempo. Oggi vi parliamo della storia di una famiglia che ha fatto di questo luogo un’occasione di riscoperta della vita contadina e del mondo agreste.

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Asti - I vini e la fattoria didattica di Luigi e Bruna, la birra di Luca e l’accoglienza a tavola di Matteo ci fanno immergere in un mondo dove le antiche tradizioni si mescolano al sapore deciso e delicato del vino. È il mondo di Carussin, azienda agricola che sorge a San Marzano Oliveto ed è conosciuta per i suoi vini piemontesi naturali da agricoltura biologica.

Ma Carussin è molto altro: è birra artigianale, è fattoria didattica, è metodo biodinamico e accoglienza di giovani woofers. Ma soprattutto, è la storia di una famiglia vivace e piena di sogni che fa della vita in campagna il senso più profondo dell’integrità del suo territorio. Ci racconta il progetto Giorgia, in un viaggio alla scoperta della vita autentica di campagna.

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Chi compone l’anima di Carussin? Parlaci di voi e delle motivazioni che vi hanno portato a intraprendere questa strada.

Carussin non ha una vera e propria anima, è composta da tante anime. Principalmente quelle di Bruna, Luigi, Luca e Matteo, poi, Giorgia ed Elisabetta. Le passioni di ognuno di noi ci permettono di realizzare i nostri sogni, che coabitano e si intersecano con i sogni altrui. Ad esempio, Bruna ama la vita e qualsiasi forma di esistenza è passione per lei; Luigi invece è legato alla campagna e il suo è un grande amore per le coltivazioni cerealicole.

Luca poi apprezza tutto ciò che rientra nel mondo del buon bere: in Carussin lo consideriamo “principe” della cantina e “re” del micro birrificio Clan!Destino. Matteo è appassionato di antroposofia, segue le vigne e un piccolo orto sperimentale. Giorgia invece si occupa della parte burocratica e mentre è alla scrivania sogna più che volentieri di lavorare in vigna. Infine c’è Elisabetta che è l’anima più razionale di Carussin, forse proprio perché non ci lavora!

Che rapporto avete con il Monferrato e in che spazi vivete e lavorate?

Viviamo nel bellissimo Monferrato, precisamente a San Marzano Oliveto, un paesino di poco più di 1.000 abitanti tra Nizza Monferrato e Canelli. Il nostro è un territorio vocato a Barbera, Moscato e ad alberi di melo. A Carussin non si trovano solo vigne, qui coesistono campi di grano, orzo e mais, c’è un frutteto, un bosco e un piccolo orto.

Non mancano poi gli animali: abbiamo spazi destinati agli asini e al pollaio, vivono con noi oche, anatre, galline, polli, maialini e una capretta. La cantina di Carussin ospita le proprie uve così come le uve di altri produttori non ancora organizzati che vengono lavorate con le nostre pigiatrici, presse, vasche e altri strumenti da lavoro.

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Definite i vostri vini “a basso impatto antropico”. Ci spieghi cosa significa per voi, quali sono le tipologie di vino e in che modo vi impegnate a rispettare la terra?

Come recita Cesare Pavese, “Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro…”. Ecco, interpretiamo questo passo de La luna e i falò applicando il minimo intervento umano sia sul suolo che sulla pianta. Non ci intromettiamo per condizionare la vita, cerchiamo di collaborare, di contribuire a far “respirare” bene la Terra e le piante. Di conseguenza ne beneficia tutto ciò che vive nell’ecosistema e che coltiviamo, rispettandone la vita. Carussin nasce coltivando Barbera e Moscato, che sono tutt’oggi i vitigni principalmente impiantati. Nel corso degli anni si sono aggiunti alcuni piccolissimi appezzamenti di Grignolino, Dolcetto, Carica l’Asino, Cortese e Sauvignon e Blanc.

Carussin ha anche una fattoria didattica: che attività vi svolgete?

Il progetto legato alla fattoria didattica si chiama Asinoi, Pane e Coccole: accoglie scuole dell’infanzia e primaria per offrire alle famiglie supporti logistici per l’estate e durante le vacanze scolastiche. Il nome è esplicativo: abbiamo scelto Asinoi perché in Carussin ci sono dieci asinelli con i quali svolgiamo un lavoro di comunicazione non verbale che ha l’ambizione di estendersi anche al mondo vegetale.

L’asino fondamentalmente è un animale che non fa mai quello che non capisce ed è il promotore di un messaggio che vorremmo diffondere. Per quanto riguarda il termine “Pane”, pensiamo che sia necessario per il sostentamento e il nutrimento fisico. Le “Coccole” invece aiutano la salute psicofisica del genere umano.

Il valore dell’Amore e del Rispetto sono i fondamenti che fino ad ora hanno guidato le nostre scelte di Vita e nella nostra Vita, inscindibile, vi è l’amore per la Terra

L’Azienda agricola Carussin con il progetto “Asinoi, Pane e Coccole” si connota, dopo anni di esperienza agricola, come un’opportunità offerta alle scuole per far conoscere il mondo agreste: la cultura, le tradizioni della vita contadina, i prodotti e gli animali, il contatto diretto con la vita di campagna. La Fattoria assume perciò le caratteristiche di un “laboratorio educativo”, un contesto di apprendimento e di conoscenza strettamente collegato con il percorso scolastico.

Per noi è un’esperienza diretta che consente ai visitatori di scoprire un mondo – quello della campagna e della produzione agricola – che è sempre più lontano e dimenticato, ma che rimane un fondamentale contributo economico e culturale per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese.

A proposito di educazione: qual è la vostra missione pedagogica e sociale?

Oggi la scuola è sempre più una “scuola di città” che si sviluppa dentro alle quattro mura dell’aula scolastica, lontano dalla vita contadina. Ciò sta facendo emergere un fenomeno: la presenza di bambini e giovani che non hanno contatti e non conoscono l’ambiente naturale che li circonda. Spesso nelle mense scolastiche il cibo arriva già precotto e il pranzo viene servito a in vaschette di plastica o di alluminio. Ciò segnala un ulteriore distacco fra mondo rurale e mondo industriale, fra città e campagna, fra il luogo dove si produce e quello dove si consuma il cibo.

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Credo che abbiamo smarrito il concetto di stagionalità, grazie ai potenti mezzi della produzione industriale che fa arrivare sulle nostre tavole pomodori, melanzane, peperoni e altro ancora per tutto il tempo dell’anno. Anche i sapori sono ormai un ricordo lontano. Corriamo il rischio di perdere un patrimonio culturale straordinario: la genuinità e la tipicità dei prodotti agricoli delle fattorie; la conoscenza dei metodi della produzione contadina; la storia, gli usi e i costumi della vita di campagna che costituiscono una componente fondamentale del nostro tessuto culturale.

La sinergia scuola/fattoria è un fondamento straordinario per far conoscere la realtà agricola, per educare al gusto, per sviluppare una maggior consapevolezza alimentare, per avvicinare bambini e ragazzi a un lavoro che merita di essere conosciuto e diffuso anche tra i giovani. Noi di Carussin ci siamo attrezzati culturalmente e pedagogicamente per poter instaurare una importante mission educativa e sociale, coinvolgendoci personalmente ad una grande responsabilità e competenza della gestione di questo ruolo educativo.

Carussin è anche ospitalità. Ci parli degli eventi che organizzate e dei progetti di Woofing?

Dal 2011 al 2017 abbiamo dato vita a un piccolo Bistrot che abbiamo chiamato Grappolo contro luppolo, in cui servivamo taglieri, birre artigianali e vino di nostra produzione e dei nostri amici. Cinque anni fa abbiamo però deciso di chiuderlo per focalizzarci sulla nostra attività principale agricola ed enologica. Avendo già uno spazio adibito all’accoglienza, lo sfruttiamo oggi come sala degustazioni per far assaggiare i nostri vini, organizziamo eventi privati (su prenotazione) o feste a tema poiché la voglia di condividere la nostra avventura non è mai venuta meno.

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Infine, accogliamo i Woofers, volontari che attraverso l’adesione all’associazione WWOOF possono assaporare per un tempo concordato cosa significhi lavorare la terra e seguirne i ritmi. Si tratta di un’esperienza unica, fatta di nuove conoscenze e condivisione. A Carussin arriva gente da tutto il mondo e ognuno porta la propria storia e passione. Durante la loro permanenza da noi, offriamo ai woofers cibo e un posto dove stare. Li accogliamo in famiglia e cerchiamo di trasmettere loro i nostri valori.

A proposito, quali sono i valori che in tutti questi anni vi hanno accompagnato in questo progetto?

Il valore dell’Amore e del Rispetto sono i fondamenti che fino ad ora hanno guidato le nostre scelte di Vita e nella nostra Vita, inscindibile, vi è l’amore per la Terra.

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