2 Dic 2022

Boccia-cosi duci, dalla ricetta misteriosa di un panettone una passione si trasforma in progetto

Scritto da: Maria Enza Giannetto

Vi raccontiamo la storia di Simone Rindone, che con il sostegno del gemello Alessandro e della famiglia ha deciso di tornare da Milano nella sua Riesi, in provincia di Caltanissetta, e investire sulla passione per i grandi lievitati che gli è stata trasmessa dal nonno. Da poco ha aperto la sua azienda di panettoni e colombe lavorando con farine locali e lievito madre.

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Caltanissetta - Può una ricetta annotata su un’agenda cambiare il corso di una vita? Di certo nel caso di Simone e Alessandro Rindon – anime, cuori e cervelli di Boccia-cosi duci – può far intraprendere un percorso diverso da quello che si stava percorrendo. E può fare innamorare di un sogno, spingendo a fantasticare su nuove incredibili strade da esplorare. La ricetta in questione è quella di un panettone e questa storia nasce in un laboratorio di pasticceria di Riesi, in provincia di Caltanissetta.

Protagonisti delle storia – a parte la ricetta sull’agenda di nonno Santo – sono due fratelli gemelli che oggi hanno 25 anni: Alessandro, dottorando di ricerca in diritto amministrativo all’Università Bicocca di Milano, e Simone, cui mancano tre esami per laurearsi in Ingegneria Gestionale a Bergamo. Tre esami che deve sostenere da tre anni, da quando appunto una passione latente che in fondo lo accompagnava sin da bambino è esplosa, portandolo ad avviare, nella sua amata Riesi, l’attività di produzione di grandi lievitati (panettoni e colombe) Boccia-cosi duci.

BOCCIA-COSI DUCI, DA RIESI A MILANO E RITORNO

Ma andiamo con ordine, per rintracciare in questa storia l’amore per la tradizione e per le proprie radici che ha portato oggi Simone, con il sostegno del fratello e dei genitori, a credere in un sogno fatto di lievito madre, pistacchio, farine locali e tanto, tanto lavoro. Nati e cresciuti a Riesi, i fratelli Rindone a 13 anni lasciano la Sicilia per seguire mamma Irene che intanto ha cominciato a insegnare a Milano. «Abbiamo frequentato in Lombardia la terza media e ogni due o al massimo tre settimane tornavamo a Riesi per stare con papà e i nonni», raccontano Simone e Alessandro.

Simone-Santo-Alessandro Rindone_Boccia-cosi duci
Simone, nonno Santo e Alessandro Rindone

«Ogni volta che tornavamo a Milano sentivamo uno strappo: i nonni invecchiavano e a ogni partenza sentivamo una grande ansia, come se quella fosse l’ultima volta che li vedevamo». In ogni caso, tutte le estati, le vacanze lunghe, e ogni volta che possono Simone e Alessandro tornano in Sicilia dove passano giornate intere – «più Simone che io», ammette Alessandro – ad aiutare nella pasticceria di famiglia e soprattutto a sostenere nonno Santo, conosciuto da tutti in paese come Lu Zzi Santo Boccia – soprannome cui i gemelli Rindone hanno reso omaggio con Boccia-cosi duci.

«Mi infilavo nel laboratorio e cercavo di carpire i segreti del nonno, soprattutto per quanto riguarda i lievitati che mi affascinavano come avevano conquistato lui», sottolinea Simone. Una curiosità che cresce, ma che resta un hobby, una passione famigliare anche perché – Alessandro non ne fa mistero – «essendo cresciuti in una famiglia di pasticceri e panificatori conosciamo i sacrifici di chi ha un’attività che non permette di chiudere per le feste e ti costringe a orari proibitivi».

BOCCIA-COSI DUCI, LA RICETTA MISTERIOSA DEL PANETTONE

Quando nonno Santo muore, nel gennaio 2019, Simone comincia a guardare ancora con maggiore attenzione alle sue ricette e soprattutto a quella misteriosa di un panettone, annotata con la grafia del nonno, ma mai realizzata in pasticceria e commercializzata. «In realtà, lui il panettone l’ha fatto solo qualche volta per la famiglia – raccontano – e mai realizzato in pasticceria, probabilmente perché fino a qualche anno fa, produrre panettoni tradizionali in Sicilia non era un’attività così diffusa».

Boccia-cosi duci panettone
Boccia-cosi duci panettone

«Nostro nonno però era un gran curioso, sempre con la voglia di portarsi avanti, per cui immaginiamo che quella ricetta gli sia arrivata da qualche amico o parente che viveva al nord e che l’abbia custodita in attesa di avere il tempo di metterla a punto e trasformarla in una sua specialità. Ecco perché oggi quello che più ci dispiace è che non abbia potuto assaggiare il panettone che porta il suo soprannome», sottolineano. Il primo panettone realizzato da Simone infatti viene sfornato a Natale 2019.

«Come sempre – raccontano – eravamo in Sicilia per le festività e per aiutare papà in pasticceria». Stavolta però quella “misteriosa” ricetta sbuca dall’agenda in modo più dirompente. Simone, cui già il nonno aveva insegnato i segreti del lievito per la brioche con il tuppo, non resiste: deve provarci. Prova, riprova, sbaglia e perfeziona, anche un po’ tra gli sbuffi di papà Gaetano che lo sprona a non perdere tempo e a dedicarsi alle specialità in cui sono maestri. Alla fine fa assaggiare il panettone al pistacchio a un intenditore – «noi siamo entrambi allergici alla frutta secca e non potevamo», dicono – che lo rassicura sulla sua bontà.

Simone ama lavorare con il lievito madre, cercare prodotti del territorio, impastare le farine locali, provare nuovi abbinamenti come cioccolato e frutti di bosco, eseguire la pirlatura manuale e riporre il prodotto tradizionale nella scatola con il marchio Boccia-cosi duci.

BOCCIA-COSI DUCI, DA 80 A 5000 PANETTONI ARTIGIANALI

A quel punto, Simone acquista maggiore fiducia e Alessandro lo sprona e lo aiuta occupandosi di logistica e marketing: «Vendiamo i nostri primi 80 panettoni proprio a Natale 2019 e per noi è un gran successo». A quel punto si pensa di replicare il successo a Pasqua con le colombe. Intanto però arriva il Covid. I due fratelli riescono a tornare a Riesi e cominciano a dedicarsi alle colombe ma intanto papà si ammala di Covid e resta per più di un mese lontano dal laboratorio.

E mentre Simone impasta e sforna, Alessandro pensa ad avviare l’attività degli ordini, della prevendita e delle spedizioni. A Pasqua 2020, dal laboratorio escono 800 colombe a marchio Boccia-cosi duci. A quel punto per Simone non c’è più dubbio: «È questo quello che voglio fare», comunica ai genitori che non nascondono un po’ di preoccupazione per questo nuovo progetto e il loro desiderio che il figlio completi gli studi universitari in ingegneria.

Boccia cosi duci - temporary store
Boccia cosi duci – temporary store

Un progetto che Simone vuole di certo realizzare, ma che per ora è passato in secondo piano rispetto alla cura per i lievitati e per la voglia di fare arrivare Boccia-cosi duci e la passione ereditata dal nonno in giro per il mondo. Per questo, sei mesi fa, Simone ha aperto la sua ditta. Ama preparare panettoni e colombe, ama lavorare con il lievito madre, cercare prodotti del territorio, impastare le farine locali, provare nuovi abbinamenti come cioccolato e frutti di bosco, eseguire la pirlatura manuale e riporre il prodotto tradizionale nella scatola con il marchio Boccia-cosi duci.

E mentre la produzione è aumentata – ormai si viaggia sui 5000 panettoni e sulle 5000 colombe – Simone continua a fare tutto manualmente senza ricorrere ad alcun macchinario. Alessandro lo sostiene con i fornitori, gli ordini, le spedizioni e creando la rete. «Siamo piccolini e ci basiamo molto sul passaparola, ma la forza del sogno è grande». Un sogno che parla di legami di famiglia, di amore per la tradizione, il territorio e di voglia di restituire un po’ di bene al proprio paese.

«Ci piacerebbe – confessano in chiusura – riuscire a ingrandirci e assumere giovani lavoratori. Il sogno più grande è riuscire a crescere, mantenere la produzione sempre a Riesi, dove tutto è nato, e magari aprire degli store in grandi città come Milano e Roma. Intanto per quest’anno ci gustiamo la grande soddisfazione di aver inviato il primo panettone a marchio Boccia-cosi duci a Houston. Siamo sicuri che nonno ne sarebbe stato felicissimo».

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