Presentato il primo atlante mai realizzato sulla pesca a strascico illegale nelle aree protette
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Finalmente arriva uno strumento che consente di individuare chi pesca a strascico dove non dovrebbe nel Mediterraneo. È un nuovo Atlante mai realizzato prima che mappa le aree permanentemente chiuse alla pesca a strascico indagando sulle attività di pesca che in esse si svolgono, nonostante i divieti. È stato recentemente lanciato dalla Med Sea Alliance, un movimento creato nel 2020 che riunisce Ong e altri gruppi della società civile impegnati nel migliorare la salute e la produttività del Mar Mediterraneo.
L’Atlante mostra oltre 350 aree del Mediterraneo vietate in maniera permanente alla pesca a strascico, mappate da MedReAct e utilizza i tracciati satellitari dei pescherecci dell’Automatic Identification System (AIS) analizzati da Global Fishing Watch per valutare eventuali violazioni, nonché i dati forniti dalle autorità di controllo della pesca. È la prima volta che è stato possibile mappare le infrazioni presunte e confermate su tale scala nelle aree chiuse alla pesca a strascico nel Mar Mediterraneo.
Nel periodo che va da gennaio 2020 a dicembre 2021, l’Atlante ha documentato presunta attività di pesca a strascico in 35 aree protette del Mediterraneo da parte di 305 pescherecci, per un totale di 9.518 giorni di pesca presunta. Inoltre vengono illustrati – sulla base di una ricerca condotta da MedReAct su dati riportati dai media di Italia, Francia, Spagna, Turchia, Egitto, Tunisia, Algeria e Marocco e dalle autorità di controllo nazionali – circa 170 casi di infrazioni confermate tra gennaio 2018 e dicembre 2020.
Tra queste rientrano le violazioni accertate in Italia, unico Paese che ha fornito chiari dati, e che tra gennaio 2018 e giugno 2021 ha registrato 85 infrazioni sanzionate, di cui 80 nelle zone di restrizione alla pesca istituite dalla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo e 5 nelle aree marine protette. Per quello che riguarda invece le infrazioni presunte in 178 aree italiane chiuse alla pesca a strascico, l’analisi dell’Atlas evidenzia possibili attività di pesca illegale in 14 aree protette da parte di 114 pescherecci dal 2020 al 2021. In concomitanza con il lancio dell’Atlante, MedReAct ha pubblicato un’inchiesta sulla Zona di Tutela Biologica (ZTB ) delle isole Tremiti che conferma le indicazioni dell’Atlante.
«La nostra indagine sulla ZTB delle Isole Tremiti rivela come quest’area sia protetta solo sulla carta anche per l’assenza di controlli, come denunciato dai piccoli pescatori che subiscono le incursioni illegali della pesca a strascico», ha dichiarato Domitilla Senni, responsabile di MedReAct. «Chiediamo al nuovo Governo italiano di garantire che i divieti di pesca a strascico siano pienamente applicati per sostenere il recupero degli stock ittici e la tutela degli habitat sensibili».
L’analisi delle presunte infrazioni si basa sui dati AIS, sistema utilizzato per la sicurezza in mare, incrociati con il Registro della Flotta dell’UE e con altre serie di dati pertinenti, per dedurre il comportamento dei pescherecci potenzialmente dediti alla pesca a strascico all’interno delle zone vietate. Mentre l’AIS è obbligatorio per tutti i pescherecci battenti bandiera di uno Stato dell’UE di lunghezza superiore a 15 metri, nel Mediterraneo non europeo l’AIS non è richiesto dalla maggior parte degli Stati. Per questo motivo la maggior parte delle presunte infrazioni è stata riscontrata da parte delle flotte UE.
Oggi il 75% degli stock ittici del Mediterraneo è soggetto a sovrasfruttamento. Combattere le pratiche di pesca illegale, nel Mediterraneo non è solo essenziale per recuperare gli stock ittici, ma anche per proteggere la sua biodiversità unica e le comunità che da generazioni dipendono dalle sue risorse marine.
Le aree marine protette, le zone di restrizione della pesca, le zone di tutela biologica e i Natura 2000, sono un prerequisito per il recupero e la protezione del Mar Mediterraneo. L’evidenza di casi presunti o confermati di pesca a strascico nelle aree protette suggerisce che la pesca illegale ne sta minando la sostenibilità, in un momento in cui altri fattori di stress, come la pesca eccessiva, il cambiamento climatico e l’inquinamento, stanno già avendo un impatto sulle popolazioni ittiche.
MedReact ha chiesto ai governi di proteggere efficacemente le aree chiuse dalla pesca a strascico attraverso la piena applicazione delle norme esistenti e una maggiore trasparenza. Ha inoltre chiesto di indagare sulle potenziali violazioni, prendere provvedimenti e fornire informazioni pubbliche sui casi confermati. Clicca qui per saperne di più e dare il tuo contributo a questa battaglia fondamentale per i nostri mari e le creature che li abitano.
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