Tertulia: vivere e lavorare in mezzo alla natura è possibile – Io Faccio Così #365
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Firenze, Toscana - Nell’era dell’individualismo imperante si diffondono sempre di più i luoghi e le situazioni che creano una condivisione, un momento di incontro e confronto in cui anche semplici attività acquistano un valore importante per il semplice fatto di essere vissute insieme ad altri. La nuova frontiera, dopo il coworking, è il coliving e lo sanno bene Francesco Boldrini e Giorgia Andreoli, co-fondatori di Tertulia, a Vicchio di Mugello.
Francesco, ingegnere, ha sempre lavorato in ufficio a Milano. Durante la settimana sosteneva i “soliti” ritmi della città meneghina per poi dedicarsi nel weekend a ciò che gli piaceva di più. “Perché non fare il contrario?”, ha pensato. Aveva voglia di costruire qualcosa che avesse senso e che andasse a buon fine – lavorando per il settore pubblico spesso i progetti finivano nei cassetti, in otto anni ne ha visti solo tre realizzati – e di vivere in sintonia con i suoi valori.
La città era diventata insostenibile, così 17 anni anni fa ha deciso di andare a vivere in un borgo abbandonato, a Vicchio di Mugello. Ha acquistato un terreno con un rudere e dopo tanto lavoro e tante esperienze è arrivato al punto in cui si trova oggi. Giorgia ha intrapreso questo viaggio circa tre mesi dopo, per caso, come ci racconta nella video-intervista che trovate qui sotto. Da allora non è andata più via, anzi, la famiglia si è allargata con l’arrivo di tre figli.
«Tertulia racchiude tanti valori ed esperienze che abbiamo vissuto in tutti questi anni», racconta. «A Milano ero psicologa e quasi psicoterapeuta, lavoravo in una scuola di management nell’area sanitaria. Amavo il mio lavoro, ero integrata nei ritmi milanesi, facevo mille cose. Ho incontrato Francesco tramite degli amici in comune, mi ha intrigato subito il suo progetto e sebbene a Milano facessi attenzione a vivere secondo certi valori – vegetariana, senza macchina, sempre in bici – qui mi è sembrato di realizzare progetti più grandi legati al benessere del pianeta e al rispetto e alla cura di tutti gli esseri viventi».
COS’È TERTULIA OGGI?
Tertulia oggi è un coliving/coworking, un posto che accoglie nomadi digitali, lavoratori in remoto da tutto il mondo, persone alla ricerca di un equilibrio tra tempo libero e lavoro, in un’esperienza di comunità e contatto con la natura, il territorio e l’agricoltura. Un progetto in rete con altri posti simili in Europa, basato sul desiderio di Francesco e Giorgia di far stare bene tutti coloro che vivono lì: dagli ospiti, agli animali, ai loro figli, alle piante e al sistema che vive intorno. Tertulia vuol dire incontro di persone che si confrontano intorno a un tema.
«Il coliving è una parola adesso molto in voga, noi accogliamo una decina di persone che si ritrovano a vivere in mezzo al bosco. Offriamo, oltre all’affitto della stanza, una serie di servizi tra spazi privati e spazi condivisi. Qui gestire il tempo libero diventa interessante e dà un valore aggiunto rispetto a lavorare da remoto da solo a casa. Organizzare una cena insieme, ad esempio, sembra una banalità ma richiede interagire con gli altri così come organizzare una passeggiata, un weekend insieme. Una “comunità leggera e dinamica” che, grazie al cambio continuo di ospiti, permette di scoprire e conoscere più mondi e persone».
L’unica responsabilità è avere cura degli altri e degli spazi comuni: «Serve accogliere le modalità di ciascuno con uno sguardo più allargato verso i bisogni degli altri. Ogni lunedì sera abbiamo una riunione in inglese con tutti gli ospiti per organizzare la nuova settimana, più altri momenti di condivisione come le cene o le barnight, le notti in fienile, che permettono di raccontarci o di raccontare una tematica che ci sta a cuore», continua Francesco.
COS’ERA PRIMA TERTULIA?
Nel corso degli anni Francesco e Giorgia hanno dato più volti alla loro attività. Prima di essere un coliving sono passati dall’ospitalità all’organizzazione di corsi, per arrivare all’accoglienza dei migranti. Per nove anni sono stati un centro di accoglienza dei richiedenti asilo, grazie all’associazione Le case. Diversamente dagli altri centri, che accoglievano anche 30-40 ospiti, a Vicchio arrivavano due persone alla volta. A seguito del decreto Salvini l’esperienza è stata interrotta, poiché non era più possibile instaurare un rapporto umano, di cuore e di fiducia con le persone ospitate, era tutto limitato ad un aspetto più formale e burocratico.
Da qualche mese Tertulia ospita una ragazza ucraina. «Fino al giorno prima della guerra lavorava come imprenditrice. Adesso è un elemento fondante del coliving, siamo molto felici di averla. Appena arrivata le abbiamo proposto se aveva voglia di collaborare con noi, proprio come facevamo in passato con gli altri migranti, per farla sentire parte del sistema. Si è presa degli incarichi che hanno a che fare con la cura del posto e delle relazioni. È una forza della natura. Abbiamo attivato per lei un progetto Erasmus for entrepreneurs e siamo riusciti ad avere una borsa di lavoro della durata di tre mesi», continua Giorgia.
RINASCITA RURALE E TERRITORIO
Impatto, rigenerazione ed ecologia sono temi centrali nel lavoro di ristrutturazione e ripopolamento compiuto da Francesco e Giorgia nel corso di questi anni. Hanno cercato di integrare sistemi rispettosi e migliorativi dell’ambiente: fitodepurazione, pannelli fotovoltaici, riscaldamento a legno sono alcuni degli accorgimenti adottati. Tertulia è anche un’azienda agricola che produce marroni del Mugello e olio, oltre ad avere un orto comunitario. Un laboratorio permanente di sostenibilità che vuole offrire alle persone delle esperienze da cui imparare. L’obiettivo è dare degli input a partire da piccoli gesti della vita quotidiana, senza mai obbligare nessuno.
La presenza di Tertulia sta dando energia e linfa a un’area interna, in crisi e spopolata. Francesco e Giorgia facilitano l’incontro delle persone che vengono a vivere un’esperienza nel loro coliving con il territorio intorno. Capita che questi soggiorni diano inizio a nuove vite. Un ragazza, ad esempio, ha deciso di lasciare Milano e affittare una casa in zona, mentre un ragazzo tedesco ha scelto di comprare una casa vicino Tertulia e iniziare i lavori in ottica comunitaria, imparando il valore del fare le cose insieme agli altri, ritrovando lo spirito, il piacere e la voglia di ascoltarsi in comunità.
Secondo Francesco e Giorgia sono proprio questi i valori fondanti dell’Italia che cambia: valorizzare i processi in atto e aprirsi verso gli altri e sé stessi per accogliere le diversità infondendo fiducia. Poggiando su questi fondamenti, nonostante le difficoltà, giorno dopo giorno si può contribuire insieme per migliorare il mondo.
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