Remedia: erbe medicinali e alberi per la cura del corpo e per una vita più consapevole – Dove eravamo rimasti #6
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Cesena, Emilia-Romagna - Vi è mai capitato di incontrare persone talmente integre, belle e armoniose da incarnare fino in fondo non solo ciò che dicono di essere, ma anche ciò che fanno effettivamente? È raro che si verifichi, lo ammetto, ma quando avviene è una spinta a guardarsi dentro e cercare la versione migliore di noi, per provare a incarnarla e migliorarci.
É ciò che mi è successo conoscendo Lucilla Satanassi e Hubert Bosch di Remedia: un bagno di armonia, bellezza e presenza che non lascerebbe indifferente neanche il più cinico di noi. Opposti e al tempo stesso complementari: difficile descriverli a chi non li conosce. La sensazione provata è di una completezza al di fuori del tempo: sono infatti in grado di unire le tradizioni e le conoscenze del passato, abbracciando gli strumenti del presente, ma con uno sguardo verso il futuro collettivo.
In loro e in ciò che fanno la capacità pragmatica di solidità e la stabilità delle radici di un albero – connesse in rete al mondo circostante – sembrano mescolarsi in maniera equilibrata alla sua chioma svettante, riuscendo così a emergere e guardare laddove in molti non riescono ancora ad arrivare con il pensiero, per poter scorgere nuove vie da mostrare e percorrere.
E due persone così non potevano che dar vita a una realtà come quella di Remedia: nata da una visione condivisa trent’anni fa, produce da allora, tramite il metodo bioenergetico, piante officinali e derivati per il benessere e la cura delle persone. A cinque anni dall’incontro con Paolo Cignini vi racconto, con il cuore pieno di gratitudine e stima per queste due persone così speciali, cosa è avvenuto in questi ultimi anni tramite le parole di Lucilla e del figlio e socio Shankara Bosch.
TUTTO CAMBIA, MA NON SEMPRE
Trent’anni di vita sono tanti per un’azienda e da allora molte cose sono cambiate, ma i valori e l’intento di fondo sono rimasti gli stessi, come mi racconta Lucilla: «Credo che in questi anni Remedia sia cresciuta come fa naturalmente un seme: inizialmente ghianda, oggi è cresciuta divenendo una bellissima pianticella. C’è stato un approfondimento di alcuni aspetti, come le radici che si muovono verso la terra, e un apparato che è cresciuto in maniera più visibile verso l’alto espandendosi. Vedo quindi una crescita che è però commisurata all’identità che già aveva alla sua nascita».
L’intento contenuto dal seme ha continuato a sbocciare, crescere, senza cambiare la sua natura. E fra le cose che non sono mutate in questo tempo c’è l’importanza del contatto diretto con le persone: «Dalla piccola realtà che Remedia era ai suoi albori – mi racconta Shankara –, con piccole aree coltivate e una vendita attraverso bancarelle locali, oggi si è trasformata e ampliata, ma la scelta di ridurre al minimo figure o realtà che facessero tra tremite è rimasta, cambiandone le modalità».
Avendo infatti come obiettivo riuscire a diffondere il più possibile i benefici che le piante possono avere sulle persone, il team di Remedia si è aperto anche ad alcuni rivenditori, «che chiamiamo “diffusori” e che almeno una volta all’anno accogliamo e riformiamo qui in azienda, affinché possano conoscere in profondità ciò che facciamo e come lo facciamo, potendolo poi diffondere», continua Shankara.
NUOVI SOCI, NUOVE IDEE
La più grande novità di questi ultimi anni per Remedia è stato l’ampliamento a livello societario e decisionale a nuovi soci: a quelli storici che hanno dato vita al progetto aziendale, ovvero Hubert e Lucilla, si sono infatti affiancati tre nuovi ingressi. Il primo è stato Salvatore Satanassi, fratello di Lucilla, che molti anni fa è entrato con un ruolo più ampio. Avendo iniziato a lavorare nel laboratorio aziendale, si è poi laureato in naturopatia e oggi è il punto di riferimento esperto per molti clienti, anche attraverso gli approfondimenti che propone tramite libri pubblicati della casa editrice Humusedizioni e non solo.
Da fine 2018 si sono poi aggiunti anche i due figli di Hubert e Lucilla: Shankara e Shanti. «Sia io che mia sorella – mi racconta Shankara – vediamo il nostro futuro qui e ci è sembrato un passo naturale da compiere. Io ho iniziato a lavorare in azienda che ero diciassettenne e dopo i primi quattro anni passati all’interno del laboratorio erboristico è nata la necessità di una figura che si occupasse della parte agricola e ho preso la palla al balzo. Non avevo esperienza, ma negli anni ho appreso molto e oggi sono responsabile del reparto agricolo».
Shanti invece ha studiato moda a Perugia prima di iniziare a lavorare presso l’azienda di famiglia: oggi si occupa della parte amministrativa, oltre a coordinare l’area marketing e seguire la linea di moda etica ed ecologica Beijaflor, che unisce il benessere naturale all’ethical fashion.
L’EQUILIBRIO DI CONCILIARE LAVORO E VITA PRIVATA
Ad oggi Remedia si occupa di “allevare” oltre 300 specie diverse di piante officinali, attraverso il metodo bioenergetico, trasformandole in circa 1200 prodotti disponibili a catalogo, che parrebbero a un occhio esterno e superficiale un numero incredibilmente alto rispetto alle dimensioni dell’azienda. Dietro però vi è una volontà ben precisa: «Abbiamo deciso consapevolmente – mi spiega Lucilla – di tenere anche preparati di cui vendiamo pochi prodotti all’anno, perché sappiamo che possono essere molto utili in casi specifici e forse proprio per questo hanno un’importanza uguale o addirittura superiore agli altri».
E per poter arrivare a una produttività così ampia, oggi lavorano una quarantina di persone in azienda, in diversi ambiti: dal settore agricolo a quello di trasformazione delle piante, dalla vendita alla comunicazione. Ma indipendentemente dall’area di competenza specifica, ognuna di loro possiede una serie di vantaggi non comuni nel lavorare per Remedia: qui infatti le persone e i loro bisogni hanno un’importanza equivalente alle esigenze lavorative.
«Conciliare lavoro, produttività e aspetti umani e personali non è sempre semplice, ma ci proviamo ogni giorno. Siamo cresciuti e più si cresce più è complicato, ma l’obiettivo è quello di continuare a migliorare la qualità del lavoro, cercando di essere più flessibili possibile negli orari, a seconda delle esigenze quotidiane delle persone, dando la possibilità a loro di scegliere».
«Un altro aspetto è il luogo di lavoro: abbiamo infatti deciso di ampliarci, creando uno spazio nuovo progettato secondo il vastu [tecnica indiana di architettura olistica, ndr] e con uno studio specifico di luci, materiali utilizzati e non solo. Oltre a questo, realizzeremo una struttura di qualità in bioarchitettura che permetterà di trascorrere ancor meglio il tempo lavorativo qui a Remedia. Pensiamo che lavorare sia importante, ma vivere ancor di più».
Anche le modalità per prendere decisioni è cambiata in questi anni: dagli esperimenti con sociocrazia e metodo del consenso, attraverso una condivisione con tutti i collaboratori, si è deciso da qualche anno di mixare i due elementi di base. In base a questo nuovo assetto, il triangolo che delinea una gerarchia interna alle aree produttive si intreccia in modo naturale con un cerchio, che consente di condividere internamente le esigenze, raccogliere i feedback più allargati, per poi poter prendere una decisione operativa in maniera autonoma (anche conosciuto come metodo TEAL).
I MESSAGGI DEGLI ALBERI
Attraverso i prodotti di Remedia vengono diffusi messaggi intrinseci propri delle diverse tipologie di alberi: «Il mondo vegetale conteniene dei messaggi, dei nutrimenti di vario genere; gli alberi rappresentano, ognuno a suo modo, degli archetipi che accompagnano l’umanità in alcuni passaggi. Si tratta infatti di messaggi rivolti alla collettività».
Da qui una linea di prodotti acquistabili da Remedia dal nome Spiriti degli Alberi, suddivisi in tre macro tipologie: i primi alberi, chiamati i pionieri, permettono di riconnettersi a sé stessi e al compito fondamentale nei confronti della natura circostante. I secondi sono sette, sono chiamati i luminosi e sono rivolti a creare unità in ciò che solitamente percepiamo come diviso, lavorando così sugli aspetti duali: il primo ad esempio, il noce, lavora sia sulla parte delle viscere addominali e sull’apparato digestivo che sul cervello, ma anche rafforzando la parte più istintuale con quella più consapevole.
In questo momento Hubert e Lucilla stanno approndendo e studiando alberi di piccole dimensioni e un po’ dimenticati che verranno definiti “i magici”. «Sono alberi che aiutano a risvegliare aspetti magici – da magus, ovvero “essere capaci di” – che tutti noi possediamo, attitudini che in altre ere erano riconosciute e utilizzate, ma che oggi abbiamo delegato a strumenti esterni da noi o abbiamo perso perché non abbiamo mai neppure immaginato di avere nostre». Gli alberi quindi hanno la possibilità di accompagnarci verso un futuro di grandi potenzialità, che è già presente e aspetta solo di essere vissuto.
IL FUTURO CHECI ATTENDE É BIO E DIVERSO
Quando parliamo del futuro che ci attende, Lucilla ha le idee chiare: «C’è un nuovo mondo che sta emergendo, credo che più che cambiare questa umanità si stia riconoscendo. Una realtà che sta fuoriuscendo da ciò che fino a pochi anni fa era sotterraneo sta venendo alla luce proponendo alternative al mondo che finora abbiamo conosciuto. E ciò lo possiamo vedere da come le persone oggi si approcciano alle piante».
«Organizziamo seminari in cui accompagniamo chi partecipa a prendere contatto con questi esseri viventi tra i più evoluti nel regno vegetale, che sono gli alberi, e anche persone che non hanno mai fatto prima esperienze di questo tipo entrano subito in relazione con loro, scambiando. Siamo tutti ormai pronti a riconoscere un tipo di vita che esiste oltre a noi e non c’è più quella vergogna nel mostrarlo, come avveniva nei decenni precedenti».
E conclude: «È solo la biodiversità che ci potrà offrire un futuro: se è vero che esiste un certo tipo di mondo, dall’altra parte nuove realtà stanno emergendo e ciò è e sarà molto interessante per l’evoluzione di tutti noi in questo pianeta». Con questa prospettiva di evoluzione luminosa saluto Lucilla e Shankara e con loro tutta Remedia, pensando alle tante realtà incontrate ogni giorno che emergono nella loro unicità e grata alle guide vegetali che silenziosamente stanno supportando questa meravigliosa moltitudine umana in cammino.
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