Arte negli spazi di lavoro: l’opera collettiva di Risma11 Multifactory
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Bergamo, Lombardia - Monica Rossi è un’artista e arteterapista di Bergamo, da due anni socia di Risma11 Multifactory, il progetto di rigenerazione di un’ala della vecchia Cartiera Pigna – che vi abbiamo raccontato qui – oggi sede di un nuovo spazio di lavoro condiviso che riunisce 25 diverse attività professionali. In questa realtà così diversificata tra artisti, liberi professionisti, piccole imprese ed artigiani, Monica ha realizzato la propria tesi di arteterapia attraverso un’opera collettiva che ha coinvolto tutte le attività di Risma11.
A fungere da ispirazione per la tesi di Monica è stato il progetto Arte in Ospedale nato per portare delle esperienze artistiche all’interno dell’Ospedale di Melegnano, con lo scopo di rigenerare alcuni spazi della struttura, ma soprattutto per “prendersi cura di chi si prende cura”, dedicato ai dottori, operatori e operatrici sanitari che vivono quotidianamente gli spazi.
«L’arte può avere un ruolo decisivo nella reinterpretazione di certi spazi», racconta Monica. «I luoghi dove la nostra vita prende significato sono spesso non-luoghi: il nostro spazio di lavoro, un ospedale dove siamo ricoverati o dove è ricoverato un nostro caro, una stazione da cui quotidianamente prendiamo un mezzo. L’arte permette anche al non-luogo di perdere l’accezione negativa e di farsi “luogo” da abitare».
Da queste riflessioni Monica è partita per immaginare il lavoro proposto con i soci di Risma11. La sfida all’interno della Multifactory non era lavorare sugli spazi o rendere meno asettico l’ambiente di lavoro, ma creare con il gruppo un’opera collettiva valorizzando il percorso che come comunità di lavoratori si è raggiunto in tre anni di attività.
IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DELL’OPERA
Il percorso che ha portato alla realizzazione dell’opera è durato diversi mesi, attraverso una serie di incontri collettivi facilitati da Monica, ma anche grazie a tanti momenti individuali in cui ciascun socio si è “misurato” con l’opera. I primi incontri hanno definito la griglia di partenza, ovvero le coordinate per tracciare le linee che avrebbero composto l’opera.
Su un’asse sono state inserite le parole che definiscono la “multifactory”: responsabilità, diversità, visione, collaborazione, prospettive e così via. Tanti concetti che hanno aiutato a leggersi e raccontarsi come gruppo e comunità. Sull’altro asse, invece, ciascun socio ha elencato una serie di termini descrittivi della propria realtà lavorativa.
In un nuovo incontro collettivo è stato predisposto a terra un foglio a grandezza naturale della futura opera con la griglia completa e tutte le parole. Il compito dei partecipanti è stato quello di segnare delle tracce che collegassero le parole dei due assi, formando così un reticolo di linee e spazi, vuoti e pieni che hanno dato vita alle forme della composizione. Il disegno originale è stato diviso in 35 quadrati, poi trasferiti su altrettanti quadrati di lino che ciascun socio avrebbe poi ricamato.
In un incontro finale i vari quadrati sono stati fissati su tavolette di legno e poi appesi alla parete ricreando così il disegno di partenza. Al termine dell’incontro, dall’osservazione e dalle riflessioni sull’opera e sul processo, si è deciso di nominare l’opera collettiva Filambuli, per celebrare l’intreccio di fili e connessioni che caratterizza Risma11.
L’ARTE COME TEAM BUILDING
Creare un’opera d’arte collettiva è un’esperienza che si presta a tantissime applicazioni: può essere un capacity building, un percorso di attivazione e coinvolgimento all’interno di organizzazioni o ancora un team building in realtà aziendali per il rafforzamento dell’identità del gruppo di lavoro. La realizzazione dell’opera ha permesso tante occasioni di incontro e scambio, ma anche importanti momenti di riflessione, come è accaduto in Risma11 grazie al lavoro sulle parole che identificano la Multifactory.
Inoltre misurarsi con l’arte del ricamo, tra ago e fili, è stata una novità per molti in Multifactory che non ne avevano mai fatto esperienza prima. Nell’arteterapia infatti c’è sempre un piccolo percorso di conoscenza di sé, dato dal confronto con materiali come le stoffe, la carta, i colori o l’argilla che attingono a una memoria tattile, non verbale e che quindi ci fanno lavorare su un piano sensoriale a cui non siamo più abituati. Ora Filambuli ha trovato casa all’interno di Risma11, proprio di fronte all’angolo caffè, dove i professionisti della Multifactory accolgono ospiti e clienti e si ritrovano per i momenti di pausa, socializzazione e condivisione.
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