Kanö sartoria sociale, la bottega artigianale dove si cuciono tessuti, sogni e interculturalità
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Messina - Si dice che l’amore sia il motore di tutto. Di certo è il motore di Kanö sartoria sociale, il negozio-bottega a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il cui nome in mandinka – la lingua parlata in alcuni paesi africani – significa proprio “amore”. Amore per il cucito, l’artigianato, i tessuti e le realizzazioni ecosostenibili nonché per i progetti sociali. Amore che lega da più di cinque anni le due anime di Kanö, il sarto gambiano, italiano d’adozione, Faburama Ceesay e sua moglie, la cooperante e pedagogista siciliana Marica D’Amico.
Amori da cui è scaturita, quasi per caso, l’idea di puntare su macchina da cucire, ago, filo e tessuti africani per un progetto imprenditoriale e, allo stesso, tempo sociale. È stato infatti quasi per caso che Marica – che ormai dal 2005 frequenta Rwanda, Eritrea e ora anche Gambia – di ritorno dal viaggio annuale in Africa nel 2017 decide di portare al suo Faburama, che invece era rimasto in Sicilia, dove era arrivato nel 2014, alcuni tessuti tipici.
LA NASCITA DI KANÖ SARTORIA SOCIALE
«Faburama mi aveva raccontato che sin da bambino cuciva e sognava di diventare sarto e stilista. E così ho pensato potesse essere carino portargli dei tessuti tipici per la realizzazione di qualche accessorio o vestito», racconta Marica. «Sin dall’età di 7 anni ho coltivato la mia passione per la sartoria. In Gambia ho studiato e lavorato sodo per formarmi come sarto-stilista. In Italia avrei potuto abbandonare questa passione ma ho voluto trasformarla in un progetto di vita», aggiunge Faburama.
Quelle stoffe sono state i piccoli semi d’amore da cui è nata, appunto, Kanö sartoria sociale. Prima un progetto online, che diventa nel 2021 una bottega-negozio. «Ho ritrovato la passione per il mio mestiere in molti artigiani con cui ho costruito e continuo a costruire per progettare e realizzare», dice il sarto. «L’idea è quella di creare insieme, anche nel segno di esperienze, professionalità, usi, costumi, lingue, stili e materiali differenti con l’obiettivo di dar vita a manufatti unici».
E per farlo utilizza principalmente tessuto wax, tessuto tipico africano reperito direttamente in alcuni paesi africani nel rispetto della filiera etica, ma anche altri tessuti naturali. Il motto di Kanö è infatti la bellezza risiede nella diversità. Ed è questo sentire che Marica e Faburama cercano di portare avanti con il loro progetti. In Via Garibaldi 108 infatti non solo si producono e vendono vestiti su misura, gioielli, prodotti di cartoleria e oggetti per la casa, ma si entra in un mondo di multiculturalità come se ne trovano sempre più in Sicilia – ad esempio le due realtà palermitane Kirmal e BarConi.
KANÖ, PROGETTO IMPRENDITORIALE E SOCIALE
La bottega-negozio organizza infatti presentazioni di libri, aperitivi solidali, espone opere realizzate da artigiani e artisti locali e migranti. «Prima ancora di essere un progetto commerciale Kanö è un progetto sociale che collabora con tante realtà. Collaboriamo con gli SPRAAR per dare ai giovani migranti la possibilità di imparare un lavoro e realizziamo anche manufatti legati a progettualità umanitarie in paesi africani. In particolare, una parte del ricavato viene utilizzato per finanziare progetti educativi, sportivi, agricoli promossi da Anymore onlus in Rwanda e Gambia».
Marica infatti collabora con Anymore Onlus da tanti anni e la nascita di Kanö sartoria sociale, dove si occupa delle vendite e delle public relation, non l’ha allontanata dall’associazione, anzi. «Compriamo direttamente le stoffe sul posto almeno una volta l’anno e collaboriamo con le persone del posto. Vendiamo prodotti artigianali e cibo in due bazar equosolidali dell’associazione».
I SOGNI DI MARICA E FABURAMA, LE ANIME DI KANÖ
«Il nostro essere coppia ci permette di coltivare ogni giorno sia l’amore che nutriamo l’un per l’altra nel rispetto delle differenze, sia quello verso gli altri e verso il continente africano che per noi è un esempio di bellezza, maestosità e mistero», raccontano. Tra un modello tagliato ad occhio – Faburama non usa cartamodelli ma ha una tecnica tutta sua che gli permette di realizzare abiti su misura conoscendo taglie e guardando una foto – e un progetto umanitario da realizzare, Marica e Faburama disegnano nuovi modelli di integrazione e cooperazione.
Nati dal basso, da un seme piccolo diventato un albero maestoso, i cui rami sono nuovi e interessanti progetti. «L’anno scorso abbiamo scritto Welcome Direzione Sud!, un libro per bambini che ha come tema dominante il viaggio e che racconta un’Africa diversa da quella che spesso si racconta. Un’Africa bella, quella che fa nascere un sorriso, che incuriosisce e fa innamorare. Un libro di cui parte del ricavato viene, appunto, devoluto in beneficenza». Idee e progetti che si inseguono nella vitale sartoria sociale che è ormai un punto di riferimento a Barcellona Pozzo di Gotto.
E due di questi progetti e di sogni Marica e Faburama hanno voluto rivelarceli alla fine di questa chiaccherata: «Vogliamo aprire in Gambia una scuola di taglio e cucito per avviare una produzione locale che possa diventare un lavoro per tanti giovani e tante giovani. E poi c’è il nostro progetto di allargare la famiglia che si sta realizzando visto che a maggio nascerà il nostro primo figlio o figlia».
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