3 Nov 2022

L’impegno di Nicolò Govoni: “L’educazione può cambiare il mondo, un bambino alla volta”

Scritto da: Angela Giannandrea

La sua avventura è partita in un hotspot per migranti ai confini dell'Europa e oggi l'associazione che ha fondato insieme ad altri e altre cooperanti gestisce scuole che portano avanti progetti di educazione inclusiva nei luoghi più "difficili" del pianeta. Ecco la storia di Nicolò Govoni, giovane presidente e co-fondatore dell'associazione Still I Rise e autore di diversi libri sui temi dell'educazione e della cooperazione internazionale.

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Può un giovane introverso, ribelle e irrequieto trovare il suo posto nel mondo e rivoluzionare non solo la sua vita, ma anche quella di tanti altri minori? L’esperienza di Nicolò Govoni ci dimostra che è possibile. La sua storia è singolare e incredibile nel suo genere. Potremmo definirlo un outsider inconsapevole che, in tempi non sospetti, ignorava di essere un ragazzo prodigio che darà vita, nel giro di pochissimo tempo, a un’impresa educativa globale, quasi utopica per la sua complessità: costruire, insieme a volontari e donatori, scuole incredibili per riscrivere il futuro non solo di minori profughi, rifugiati e vulnerabili, ma quello di tutti.

Nicolò è un ragazzo cremonese, classe 1993. All’età di vent’anni decide di concedersi una pausa di riflessione per capire cosa vuole fare da grande e parte per la sua prima missione di volontariato in un orfanotrofio in India. Si ferma lì per quattro anni e nel frattempo consegue la laurea in Giornalismo. Diventa scrittore e un fervente attivista per i Diritti Umani. Nel 2017 autopubblica l’e-book Bianco come Dio per sponsorizzare l’istruzione dei bambini dell’orfanotrofio dove opera come volontario. Il libro diventa un caso editoriale.

Nel 2018 prosegue la sua missione a Samos, in Grecia. Le ingiustizie e le irregolarità che ogni giorno si perpetrano sotto i suoi occhi lo spingono a trovare una soluzione e nel 2019 diventano contenuto di denuncia, nel suo secondo libro Se fosse tuo figlio, edito da Rizzoli, in cui racconta senza filtri i soprusi da parte delle autorità greche sui profughi.

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Il tempo passa, l’esperienza umanitaria si arricchisce e Nicolò matura una maggiore consapevolezza di sé e del senso che vuole dare alla sua vita. Con altre due volontarie sul campo, Giulia Cicoli, Sarah Ruzek, e sette soci fondatori italiani, dà vita a Still I Rise, la prima organizzazione internazionale umanitaria indipendente che offre gratuitamente educazione, sicurezza e protezione ai minori profughi, svantaggiati, orfani e dimenticati nei punti più critici del globo. È un’educazione di élite, che prevede anche il prestigioso percorso del Baccalaureato Internazionale.

L’indipendenza è un valore fondamentale per Still I Rise. Un’autonomia che riesce a perseguire grazie anche alle donazioni private, rifiutando fin dall’inizio finanziamenti da parte di Governi, Unione Europea e organismi sopranazionali. Ogni progetto prende forma sempre partendo dai bisogni delle comunità in cui Still I Rise interviene e lo fa con un doppio approccio educativo: “in emergenza”, ripristinando il diritto all’infanzia’ o “per riabilitare, cioè per difendere il potenziale e ricostruire un futuro.

Il primo progetto sul campo viene inaugurato a Mazì, in Grecia con la creazione di una Scuola di Emergenza e Riabilitazione per bambini profughi dell’hotspot di Samos. Uno spazio sicuro e lontano dalle condizioni disumane del campo che accoglie bambini che non avevano accesso alla scuola pubblica. Non c’era alcuna organizzazione che provvedesse alla loro educazione, protezione e difesa dei diritti umani. È proprio lì che Still I Rise sperimenta il suo metodo educativo: fare scuola per cambiare il mondo, un bambino alla volta.

L’associazione co-fondata da Nicolò Govoni testa un modello che riabilita i minori, afflitti da traumi, privazioni e i vulnerabili in genere, per restituire loro la possibilità di un futuro migliore e di successo. Lo fa avvalendosi di coordinatori e volontari competenti, appassionati, in luoghi accoglienti e familiari. La scuola è casa. Un porto sicuro dove formarsi e autodeterminarsi in libertà e nel rispetto di sé stessi, degli altri e dell’ambiente circostante. Still I Rise crede nel potere trasformativo dell’educazione.

Se Fosse Tuo Figlio
Incontro con un bambino migrante. Una storia vera.
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È un’impresa audace, rischiosa, non priva di intoppi burocratici, organizzativi, legali e anche di natura mafiosa, con casi di controllo e intromissioni delle istituzioni pubbliche locali in cambio di finanziamenti o permessi facilitati. Still I Rise, di contro, non scende mai a compromessi e non si arrende. Combatte per essere libera di poter operare solo secondo i propri valori e le proprie convinzioni in modo onesto, legale e trasparente.

Un fallimento o una sconfitta, per restare fedeli ai propri principi, sono parte integrante di una vittoria. E con il suo coraggio, la sua grinta e determinazione, Nicolò Govoni non si arrende e guida il suo staff verso nuovi progetti educativi in altri luoghi di emergenza facendo tesoro dell’esperienza pregressa. Non mancano denunce, advocacy e testimonianze per ridare voce a chi per troppo tempo si è visto negare i propri diritti e a chi vuole operare onestamente senza dover scendere a loschi compromessi.

La prima denuncia è stata a carico dell’amministrazione del campo profughi di Samos in collaborazione con Help Refugees Uk. È la prima volta nella storia che una Ong si fa carico di un procedimento legale contro i gestori di un sistema che da troppo tempo abusa impunemente dei più deboli. Sono seguite due interrogazioni parlamentari presso il Parlamento Europeo in cui la Commissione è stata invitata a rispondere e poi una terza interrogazione parlamentare al Ministero italiani per gli Affari Europei.

È stata una soddisfazione per tutti loro apprendere della decisione urgente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul caso di cinque studenti minori non accompagnati. Quanto accaduto apre la strada a nuove battaglie per i diritti dei bambini profughi e rifugiati. Sprona a non arrendersi. Tra le varie iniziative coraggiose c’è anche la proposta di una petizione per aprire migliaia di corridoi umanitari, uno per ogni Comune italiano. Un’ idea che prende spunto dal Comune di Offida, che ha organizzato autonomamente il primo corridoio umanitario comunale accogliendo una famiglia siriana per garantire loro un futuro migliore.

Nl 2020 Nicolò Govoni è tra i nominati al Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per l’educazione e la protezione dei bambini rifugiati

Dopo l’esperienza greca Still I Rise apre altri centri educativi nei punti più critici delle migrazioni globali. Lo fa nel nord-ovest della Siria, dove si sta consumando la crisi umanitaria più grave del mondo, e nella Repubblica Democratica del Congo per accogliere i bambini impiegati nelle miniere di cobalto e rame. Oltre a scuole di emergenza e riabilitazione, apre anche scuole internazionali di altissima qualità nei luoghi in cui i profughi si stabiliscono per tempi lunghi, come è avvenuto in Turchia o Kenya. E offre un diploma internazionale riconosciuto trai più validi al mondo: un’impresa educativa che nessuno ha mai implementato prima.

È in programma l’apertura di scuole anche in America Latina e in Italia. Il Sud America è un luogo dove sono presenti milioni di richiedenti asilo e rifugiati, ma nessuno ne parla. L’Italia è sempre stato un crocevia di flussi migratori nel Mediterraneo. L’obiettivo è quello di creare una prima scuola internazionale per bambini profughi integrandosi con le soluzioni già adottate sul territorio. Le scuole Still I Rise offrono un anno preparatorio perché molte delle storie dei loro studenti sono fatte di percorsi interrotti, anni persi, traumi. Quindi è necessario accoglierli in classe e restituire loro la bellezza, il loro valore come esseri umani.

Dopo il primo anno, si accede a un corso di studio di sei anni, che poi aprirà loro le porte alle migliori università del mondo e alle più influenti posizioni lavorative. Oggi Nicolò Govoni è arrivato a un punto del suo percorso inimmaginabile e inusuale per la sua età e per il modo indipendente con cui porta avanti la sua missione. Still I Rise è presente in otto paesi e da lavoro a cento persone nel mondo. E non è finita qui perché per i prossimi dieci anni si è prefissato traguardi molto più ambiziosi e lodevoli.

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È difficile restare indifferenti davanti alla sua personalità e onestà intellettuale, all’entusiasmo, alla determinazione e alla passione con cui cerca di superare gli ostacoli che incontra quotidianamente nel suo tanto arduo quanto affascinante intento. L’obiettivo è rivoluzionare il campo dell’educazione a livello internazionale per cambiare in meglio il mondo che abitiamo. E si evince da ciò che scrive sui suoi canali social o dice dal vivo, quando si ha il piacere di ascoltarlo durante i tour di presentazione dei suoi libri.

Nel 2020, in qualità di Presidente e Direttore esecutivo di Still I Rise, è tra i nominati al Premio Nobel per la Pace per il suo impegno a favore dell’educazione e della protezione dei bambini rifugiati. “Ho ricevuto la nomina al Nobel per la Pace e ringrazio i Consiglieri sammarinesi Sara Conti e Paolo Berardi per aver creduto in me, per aver proposto la mia nomina al Nobel. È la prima volta nella storia di San Marino che lo Stato candida qualcuno al Nobel”, aveva scritto commentando la notizia. A giugno dello stesso anno gli viene conferito il Premio CIDU per i Diritti Umani dal Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per le sue attività di sensibilizzazione in tema di rifugiati e migranti. È recente la notizia dell’invito da parte dell’Università di Oxford e ancora tante altre sorprese e soddisfazioni lo attendono. In fondo, se le merita tutte.

In uno dei suoi post, Nicolò Govoni scrive: “Questa è la mia vita e non la cambierei per niente al mondo neanche quando pare impossibile. Questa scuola, invece, queste persone sono diventate qualcosa di più grande. Sono diventate un luogo da cui allontanarsi solo trattenendo il respiro. Sono il mio ossigeno. Sono tutta la mia vita. E se questa è follia, allora sì, sono proprio pazzo. E ne vado fiero”.

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