Il filo che unisce, l’iniziativa dal basso per rendere più colorato il Natale in val Borbera
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Alessandria - La granny square, conosciuta anche come la “piastrella della nonna”, è una lavorazione all’uncinetto molto diffusa negli anni settanta da cui prendevano forma coperte da letto, scialli, plaid e sciarpe coloratissimi. In ogni casa ce n’era almeno una. Come si realizza? La granny square è una creazione formata da tanti quadrati traforati in cui si alternano punti semplici, come la catenella o le maglie alta e bassa, e si mescolano filati come il cotone o la lana, dai colori allegri e vivaci.
IL FILO CHE UNISCE… I PAESI DELLA VAL BORBERA
In Piemonte, cinquant’anni dopo, le piastrelle granny tornano alla ribalta per dare colore al Natale nei Comuni della val Borbera. «Sulla scia dell’iniziativa dello scorso anno, chiamata “Segui la Capanna” (ve ne abbiamo parlato qui), stavolta collocheremo un ramo vicino a ogni presepe della valle e lo decoreremo con le tante mattonelle di lana che ci stanno già arrivando», spiega Silvia Porcile, dell’associazione Il Paese degli Spaventapasseri, che ha lanciato l’idea.
I quadrati realizzati all’uncinetto dagli abitanti della valle – e non solo – abbelliranno tutto il percorso dei presepi valborberini, lungo un itinerario dedicato che ha nuovamente messo in rete tutti i borghi, proprio con l’intento di invogliare più persone possibili a visitarli.
Ed è così che Il filo che unisce diventa molto più di una metafora: «La nostra iniziativa è aperta proprio a tutti: chiunque può far parte di questo progetto realizzando la propria mattonella insieme a noi durante gli appuntamenti che abbiamo in programma oppure lavorando a casa. Mi vengono in mente, per esempio, le signore anziane che per motivi di salute non possono uscire: anche loro possono sentirsi parte dell’iniziativa, inviandoci le proprie creazioni o consegnandole al nostro punto di raccolta, la Locanda Pertuso a Cantalupo Ligure».
L’idea ha subito suscitato l’entusiasmo di tantissime persone che in pochi giorni hanno aderito alla proposta di Silvia e ora sono al lavoro per realizzare le piastrelline decorative: una signora genovese ne ha già preparate quasi trenta, così come alcune donne di Cosola, Arquata Scrivia e dintorni che hanno sfoderato le borse con i gomitoli e oliato i ferri per dedicarsi allo sferruzzo natalizio. Una felice conseguenza di tutta questa euforia è stata la voglia di dare ulteriore seguito al progetto convogliando questa energia nella realizzazione di tanti piccoli polpi di cotone – sì, proprio quelli della octopus therapy di cui vi abbiamo parlato qui – da donare ai piccoli prematuri degli ospedali pediatrici.
COME PRENDERE PARTE ALL’INIZIATIVA
«Il bello è che può partecipare anche chi vive a New York [sorride, ndr], perché ci può spedire le sue mattonelle con cui noi addobberemo tutti i vari rami sparsi per i diversi comuni della valle». Chi invece non ha mai preso in mano un ferro può raggiungere Silvia ai laboratori che si tengono a Vendèrsi, dove una volontaria, la signora Marcella, regala un po’ del proprio tempo per insegnare i rudimenti di uncinetto ai principianti e per seguire chi è già pratico di lavori a maglia.
E non ci sono restrizioni: «Le creazioni possono essere quadrate, rotonde, esagonali, di cotone, di lana, monocolore, rosa, verdi, gialle, blu, birulò!», conclude Silvia. Il prossimo appuntamento? Il 12 novembre alle ore 15:30, al workshop di piastrelline granny all’interno degli spazi della canonica di Vendèrsi.
Al progetto Il filo che unisce hanno aderito tantissime realtà locali: Associazione Il Paese degli Spaventapasseri, Associazione Roba da Streije, Circolo Acli di Vigo e tutte le Pro Loco del territorio: Albera, Persi, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Cosola, Mongiardino Ligure, Roccaforte Ligure e Rocchetta Ligure.
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