La Fattoria di Cinzia: “Recupero animali che aiutano chi è in difficoltà”
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Savona - Parcheggio in un piccolo piazzale davanti a un ristorante, chiuso essendo mattina. Chiedo di Cinzia. Mi indicano un sentiero circondato da grandi alberi e piccole piante invasate. In mezzo a questo verde intenso scorgo una porta in legno rossa. Mi emoziono: non so bene spiegare il motivo. Percepisco l’importanza di quella soglia, di un possibile mondo inaspettato che sta al di là e che solo varcando quella piccola porta rossa potrò conoscere. E così accade.
Mi avvicino, busso e provo ad aprire la porta. Cinzia è seduta su di una sedia davanti al tavolo che mi sta di fronte. É girata di schiena e appena mi sente si volta e si alza per venirmi incontro. Fronte ampia che racchiude oceani di pensieri, occhi chiari e profondi e una delicatezza d’animo di chi ha imparato a guarire le proprie ferite interiori e rispetta quelle degli altri.
LA SUA STORIA
Cinzia mi racconta che lavorava come impiegata presso uno studio legale. In un momento di cambiamento doloroso della sua vita, decide di prendersi un’aspettativa di sei mesi per prendere in gestione un rifugio montano. E durante questa esperienza conosce l’attuale marito, con cui si trasferisce in Liguria per iniziare una nuova vita insieme. Lavorano per anni insieme al ristorante di famiglia, fino a quando Cinzia decide di creare il luogo in cui ci troviamo ora.
«Ho sempre avuto una grande passione per gli animali. Avevo iniziato a prendere le caprette per i bambini, poi man mano abbiamo aggiunto le galline, i pavoni. Questa fattoria è nata da un’idea di mia figlia, che aveva immaginato diversi anni fa di creare un luogo dove gli animali potessero vivere bene, aiutando persone con disabilità e difficoltà di vario genere», racconta.
Cinzia scopre molto presto che prendendosi cura di questi animali era la prima ad avere dei benefici. E così apre le porte, la sua porta rossa, a scuole, RSA, bambini e ragazzi con disturbi psicofisici: ognuno a suo modo ha la possibilità di interagire con questi animali e poter avere una relazione con loro, creando un filo invisibile e muto fatto di sguardi, carezze, amore e comprensione.
GLI ANIMALI
Cinzia ci tiene molto a spiegarmi che lei non fa allevamento di nessun animale: «Io recupero solo animali che in alternativa non avrebbero un posto dove stare e do loro una casa. Sono esseri che spesso arrivano da famiglie che acquistano animali per i figli e poi si rendono conto che non possono tenerli; oppure sono stati salvati dal macello o ancora superstiti di atti violenti umani, come il caso di due gatti ritrovati in un pozzo, ancora vivi ma ciechi».
Tra i primi animali inseriti nella fattoria ci sono dei pappagalli: «Parlano molto e ti fanno passare i pensieri. Sono allegri, colorati. La persona che mi aveva avviato a questo mondo si ammalò e mi chiese di poter prendermi cura io di una buona parte dei suoi animali. E accettai». In poco tempo i pappagalli della voliera si sono moltiplicati con l’arrivo dei nuovi, alla ricerca di una casa sostitutiva.
Oggi nella fattoria vivono e convivono animali di questo genere: criceti, conigli, pappagalli, galline, gatti, alpaca, emù, maiali, pecore, asini, pony, lama. Ogni animale ha la sua storia e le sue ferite che si porta con sé, come d’altronde noi umani. Ma a vederli qui, tutti insieme in questo luogo di pace, mi vien da sperare che abbiano trovato, ognuno a modo suo, di guarire le ferite e darsi una seconda possibilità. Questa volta insieme.
UN POSTO PER IL CUORE
Cinzia mi accoglie, ma ci mette un po’ a farlo con quell’apertura e fiducia che spesso mi capita di incontrare nelle persone che intervisto. Ed è lei a spiegarmi il motivo, più tardi: «Questa è la mia casa, il mio luogo di guarigione. Voglio che le persone lo comprendano e che entrino con le punte dei piedi qui, portando rispetto a tutti e tutto». Comprendo allora che La Fattoria di Cinzia è il luogo del suo cuore.
Noi tutti abbiamo un posto dove ci sentiamo davvero al sicuro, dove possiamo esprimere noi stessi, dove lasciarci andare trovando amore tutto intorno a noi. Andate a trovare Cinzia se passate da Albenga, ma fatelo in punta di piedi, in silenzio. Aprite voi stessi, le vostre orecchie per accogliere i versi dei tanti animali che qui hanno trovato casa o delle risate di bambini che hanno trovato gioia.
Aprite i vostri occhi alle meraviglie di forme, colori che si mescolano creando un puzzle al confine tra il reale e la fantasia. Ma soprattutto aprite il vostro cuore: siete in un luogo di guarigione. Non è tempo ora di parlare, ma di ascoltare.
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