8 Nov 2022

Come far crescere i bambini in un ambiente educativo sano? Ecco l’esempio di Malacatù

Scritto da: Lorena Di Maria

In che modo i bambini possono crescere in un ambiente dove sviluppare i propri talenti e imparare dall'esperienza? Ce lo racconta l'esempio di Malacatù, progetto di supporto all'educazione parentale dove la didattica è esperienziale, laboratoriale, inclusiva e incidentale. Insomma... a misura di bambino e bambina!

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Torino - Desideravano un ambiente educativo in cui ogni bambino potesse esprimere se stesso, curare e sviluppare i propri talenti, apprendere con gioia e curiosità, autodeterminandosi in un contesto stimolante e non coercitivo. Oggi possiamo dirlo… ci sono proprio riusciti! Parliamo di Carola, Marco, Beatriz, Davide, Charlotte, Chiara e Caterina: amici, colleghi, educatori e sognatori. Insieme formano una equipe pedagogica che in questi anni ha dato vita a Malacatù, progetto di supporto all’istruzione parentale che sorge a Baldissero Torinese, sulla collina di Torino.

La scorsa settimana vi abbiamo raccontato la loro storia e oggi torniamo a parlarvene, per svelarvi tutti i dettagli che si celano dietro alla creazione dell’idea. Sì, perché creare da zero un progetto educativo per bambini e bambine dal 3 ai 10 anni è tutt’altro che semplice! Loro hanno scelto di ispirarsi a differenti correnti pedagogiche come l’educazione libertaria, democratica, montessoriana e l’educazione in natura e diffusa. L’obiettivo? Creare uno spazio in cui i bambini possano seguire la naturale inclinazione che hanno verso l’apprendimento, considerando ogni diversità non un limite ma un valore.

Qui i voti sono sostituiti da molta osservazione e autovalutazione collettiva. La didattica non è solo frontale, ma è anche esperienziale, laboratoriale e inclusiva. Le regole non vengono determinate “dall’alto” ma definite collettivamente con i bambini – con i bambini, avete letto bene! – attraverso lo strumento dell’assemblea.

Malacatu progetto1
UN PROGRAMMA EDUCATIVO PER OGNI BAMBINO

Come ci racconta Carola, educatrice e co-fondatrice del progetto, gli spazi di Malacatù sono pensati su misura per una didattica il più possibile esperienziale e per un apprendimento autodiretto. Conosci l’alfabeto mobile? La bilancia numerica? I regoli? Gli incastri geografici? I “pezzi sciolti”? A Malacatù puoi trovare tutti questi materiali e molto altro ancora.

Su una parete è appeso il programma educativo settimanale, che è diverso per ogni bambino e che si definisce insieme agli educatori sulla base degli obiettivi da raggiungere. «Facciamo un colloquio ogni tre mesi con ciascun bambino, sulla base del quale costruiamo una specifica agenda settimanale. Poi alla fine del trimestre andiamo a vedere se l’obiettivo è stato raggiunto e se ci sono state delle difficoltà».

Durante l’anno gli educatori e le educatrici passano tantissimo tempo a scegliere i diversi materiali di apprendimento – come dicono loro – quasi con una cura maniacale. Tra gli scaffali e i ripiani non mancano materiali per il fai da te, oggetti per plastificare, ritagliare, disegnare e colorare.

Per noi è importante che i bambini possano scegliere tra molteplici materiali adatti alla loro età e al loro modo di apprendere

«Per noi è importante che i bambini possano scegliere tra molteplici materiali adatti alla loro età e al loro modo di apprendere. Ad esempio, per imparare le tabelline ci sarà la bambina che impara più facilmente attraverso il movimento e che sceglierà il materiale Montessori o il mandala delle tabelline, così come il bambino che preferirà il libro delle tabelline perché apprende più facilmente attraverso la lettura».

STABILIRE DELLE REGOLE? SÌ, MA INSIEME!

A Malacatù le regole non sono imposte dall’alto, vengono decise insieme attraverso lo strumento dell’assemblea che si svolge due volte alla settimana con modalità precise e puntuali, partendo dai problemi reali che emergono nel gruppo. L’assemblea è anche uno strumento di risoluzione di conflitti oltre che di cooperazione per l’organizzazione di uscite e progetti. Questi ultimi vengono proposti entusiasticamente dai bambini e dagli adulti in assemblee dedicate, si raccolgono le adesioni dopo brevi spiegazioni e gli accompagnatori ne facilitano poi la realizzazione in collaborazione con chi ha avanzato la proposta.

Ne scaturiscono giornate piene di laboratori. Come il progetto biologia proposto da Daniele, che vive immerso nella meraviglia della natura grazie al lavoro dei propri genitori e ha deciso di condividere conoscenze con i suoi piccoli amici; o il progetto acrobazie al parco proposto da Maya, il progetto cartone proposto da Samuel che coordina le costruzioni dei compagni o ancora il progetto cucina in cui si scelgono e si realizzano ricette partendo dall’acquisto della materia prima (c’è un modo migliore per introdurre i numeri decimali?). 

Malacatu progetto4

Le idee dei bambini sono copiose ed esplosive: teatro, danza, disegno di navi, stop motion, campeggio, canto o collage. Proporre, spiegare, organizzare e coordinare un progetto, seppur piccolo, è un buon inizio per imparare a “stare al mondo”! Inoltre, le proposte didattiche guidate dagli accompagnatori non sono divise per età, ma in base alle singole capacità dei bambini. «È possibile, ad esempio, che ci sia una bambina di quarta che fa un italiano avanzato e una matematica più semplice o viceversa, sempre in base alle proprie competenze».

LE FAMIGLIE, PARTE ATTIVA DI UN PROCESSO PARTECIPATO

Sin dall’inizio Malacatù si è configurato come un progetto di pedagogia attiva che supporta l’istruzione parentale: qui le famiglie sono fondamentali e per questo il percorso è rivolto tanto ai bambini quanto agli adulti. Attraverso un patto educativo scuola-famiglia, le mamme e i papà aiutano tutti i giorni a costruire il progetto partecipando ai processi organizzativi attraverso lo strumento dell’assemblea.

«Abbiamo un gruppo che si chiama “Geco – genitori educatori confusi”, che coordina e organizza momenti di riunione con le famiglie su aspetti didattici ed educativi». C’è poi il “gruppo operativo” che gestisce il progetto dal punto di vista organizzativo: «Quando c’è da prendere una decisione ci basiamo sul metodo del consenso che è molto efficace».

A differenza del voto “di maggioranza”, la sociocrazia permette di dare voce a tutte le istanze, comprese le minoranze. «Certo, è possibile dire di no a una proposta, ma soltanto se si fa una controproposta che tenga il più possibile conto delle esigenze di tutti. Questo metodo lo utilizziamo anche con i bambini per prendere le decisioni: sappiamo che può essere un processo lungo ma porta molti benefici».

Malacatu progetto3
COSTRUIRE GIORNO PER GIORNO UNA COMUNITÀ EDUCANTE

Dal gruppo operativo si sviluppano poi vari sottogruppi: c’è il” gruppo manutenzione e pulizie” che coordina e organizza la manutenzione degli spazi, il “gruppo burocrazia” che si occupa degli aspetti amministrativi o il “gruppo eventi e promozione” che organizza gli eventi di autofinanziamento. Oggi il progetto è infatti autogestito e si autosostiene con le quote associative oltre che organizzando molti eventi: corsi pomeridiani aperti al pubblico, laboratori per famiglie durante i weekend, corsi di formazione sulla pedagogia, sull’educazione e la cura del sé.

«Cerchiamo di fare tante cose affinché i genitori collaborino e creino una rete: coloro che vengono da lontano, ad esempio, si organizzano a turno per portare i bambini a scuola e hanno creato un gruppetto che si chiama “Via vai”. Inoltre, noi non abbiamo una mensa e per questo abbiamo un gruppo che si chiama “salva persone” e a turno ci occupiamo dei bambini di altri in modo da lasciare del tempo libero ai genitori!».

Malacatù si definisce un progetto pubblico, nel senso che, nonostante ci sia una quota di partecipazione – che l’equipe pedagogica vorrebbe un giorno estinguere grazie ai progetti di autofinanziamento – rispetta i tempi e le capacità di tutti. Quella che ci mostra oggi è la realizzazione concreta di un immaginario: a piccoli passi e dal basso sta creando una comunità educante dove la crescita dei bambini e delle bambine viene al primo posto.

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