9 Nov 2022

Produrre cibo sano e biologico attorno a una comunità: l’esempio virtuoso della CSA del chierese

Scritto da: Lorena Di Maria

Le parole chiave sono sostenibilità ambientale, mutualismo e giustizia sociale: con questi pochi ingredienti è possibile sostenere un’agricoltura che guarda verso una direzione precisa, quella di una trasformazione radicale del sistema agro-alimentare. Ora anche la collina del chierese ha la sua CSA – comunità che supporta l’agricoltura. Un modello innovativo e sostenibile che si basa su un patto tra chi produce e chi consuma, nel rispetto di regole condivise.

Salva nei preferiti

Torino - È possibile contribuire alla creazione di un modello socio-economico di prossimità che parta dal nostro modo di concepire l’agricoltura e che abbia benefici sull’intera comunità? Noi siamo convinti di sì e gli esempi che stanno nascendo in tutta Italia ne sono una testimonianza sempre più concreta.

Parliamo delle CSA, comunità che supportano l’agricoltura: si tratta di un sistema di vendita e distribuzione diretta sul territorio grazie a un partenariato tra uno o più agricoltori e una comunità di sostenitoriconsumatori uniti tra loro in rete. A una quota di adesione corrisponde una fornitura di verdure e ortaggi per tutto il periodo di produzione: così, dal basso, è possibile raccogliere i frutti di un lavoro collettivo dove tutti ci guadagnano e la grande distribuzione ne risente.

Oggi vi raccontiamo l’esempio della nascente Comunità a Supporto dell’Agricoltura chiamata CioCheMangio, nata sulla collina del chierese, in provincia di Torino. Qui l’associazione CioCheVale è impegnata da anni nella valorizzazione dei luoghi e delle piccole comunità che li abitano attraverso la riscoperta dei saperi locali e la creazione di una micro economia che metta al centro il territorio.

CSA CioCheVale1
IL CIBO COME BENE COMUNE

Come ci racconta Pietro Liotta, membro dell’associazione CioCheVale e coordinatore della nuova CSA, «la nostra Comunità a Supporto dell’Agricoltura è nata a gennaio 2022. In questi anni sui territori della collina abbiamo creato relazioni con le numerose aziende agricole e le cascine, disseminate nei piccoli paesi. Aziende che credono in un’agricoltura fatta di cibo locale, naturale, biologico. Insomma, sana e legata ai ritmi naturali della terra».

Diversi anni fa Pietro Liotta e Alberto Guggino, presidente di CioCheVale, hanno partecipato a uno dei corsi organizzati da Casacomune, scuola di formazione e dialogo culturale nata dal Gruppo Abele, e incentrato sul tema del cibo che cambia il mondo. «In quest’occasione abbiamo conosciuto la Cooperativa Arvaia di Bologna, che in Italia è stata tra le prime a mettere in piedi la realtà della CSA. Siamo rimasti affascinati dal loro progetto, che si sposava perfettamente con la nostra visione. Lo scorso anno la nostra opportunità si è presentata: abbiamo vinto un bando e dato l’avvio alla nostra Comunità a Supporto dell’Agricoltura».

DALLA TERRA ALLA TAVOLA: COME FUNZIONA LA CSA

Oggi l’associazione ha la sua piccola comunità di soci: tra questi ci sono 8 aziende agricole che coltivano ortaggi e verdura, biologica e naturale, alle quali si aggiungono oltre 60 soci fruitori, che possiamo definire “consumatori” e sostenitori del progetto. Ogni martedì i soci produttori effettuano le consegne, che avvengono presso il Garden Le Serre di Chieri, che ha donato all’associazione uno spazio dedicato. «Durante la mattina arrivano tutti i prodotti che le aziende agricole hanno raccolto il giorno prima della consegna: si tratta principalmente di ortaggi e verdure, che ovviamente cambiano in base al raccolto stagionale».

CSA CioCheVale

Una volta avvenuta la consegna, i soci volontari si mettono all’opera e preparano le cassette, dal peso di circa 5,5 chili, che verranno destinate alla comunità che ha aderito alla CSA. «Prestiamo molta attenzione alla disposizione dei prodotti all’interno delle cassette, che è uguale per tutti». Per i soci volontari la preparazione dei panieri è anche un modo per trascorrere piacevolmente del tempo insieme e partecipare alla vita comunitaria. Arrivato il pomeriggio, è finalmente il momento della consegna: i soci fruitori ritirano i panieri con i prodotti che da una volta all’altra sono anche una sorpresa.

«Non sapere in anticipo quale verdura ti verrà consegnata nella settimana può sembrare un punto di debolezza, ma in realtà è un punto di forza. Mangiare sano significa cucinare in relazione a quello che la terra ti ha dato in quel preciso momento. Inoltre, sulla base della stagione, tra soci ci scambiamo delle ricette per poter cucinare con i prodotti ricevuti. Un piccolo gesto che rende lo scambio ancora più piacevole e condiviso».

LA SALVAGUARDIA DEI PICCOLI AGRICOLTORI LOCALI

Il progetto è stato subito un successo: è partito a gennaio 2022 e in pochi mesi, tra il passaparola e gli eventi di promozione organizzati, ha raggiunto un totale di oltre 60 soci fruitori. Una piccola comunità che quotidianamente riceve nuove adesioni e che sembra destinata a crescere. Per la nuova annualità, che va da settembre 2022 a giugno 2023, i soci produttori e fruitori hanno definito anticipatamente il piano colturale per le diverse stagioni.

Noi stiamo contribuendo a un cambiamento che parte dal basso e sta generando un fatturato di cui beneficiano innanzitutto i nostri agricoltori e di conseguenza tutto il territorio

«Insieme abbiamo stabilito le quantità e i prodotti che verranno consegnati durante il periodo di riferimento. Il piano prevede la consegna di tre panieri mensili contenenti ortaggi e verdure, per i quali i soci corrispondono annualmente una quota. A questo paniere si aggiunge una cassetta extra mensile e facoltativa da ordinare su prenotazione e contenente trasformati, uova biologiche e farina».

I vantaggi di progettare in sinergia un piano colturale sono diversi: sulla base del numero dei soci partecipanti, nella fase di semina ogni agricoltore ha modo di coltivare il giusto quantitativo senza sprechi nella produzione. Un altro vantaggio è la continuità: in questo modo è possibile creare una comunità unita che consuma i prodotti regolarmente e che ha un rapporto strettissimo con il produttore.

Durante l’anno i soci organizzano in media tre assemblee per definire l’avanzamento delle attività, progettare iniziative future di comunità e confrontarsi sugli aspetti legati alla sostenibilità del progetto. «Siamo tutti molto attivi nel fare proposte che si basano sui valori della nostra iniziativa, ovvero tutela della biodiversità di un territorio e della diversità dell’agricoltura attraverso la salvaguardia dei piccoli agricoltori, creazione di comunità e solidarietà».

CSA Chierese6
I VALORI

Spieghiamoli meglio. Innanzitutto uno dei valori più grandi del progetto è il rispetto dell’ambiente. Produttori e produttrici si impegnano a coltivare con metodi naturali e agroecologici, valorizzando e preservando le eccellenze locali, senza l’uso di fertilizzanti di sintesi e pesticidi. Tutto ciò ha poi chiaramente delle ricadute positive sul contributo all’economia locale. E qui si inserisce il tema dell’equo compenso: i soci si impegnano a garantire il giusto compenso a chi produce, attraverso il versamento di una quota annuale. 

«Il nostro è un piccolo cambiamento che parte dal basso con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso in cui progressivamente si intrecciano altri fattori come l’economia del territorio, la crescita di una comunità in cui si rafforzano i legami e la connessione tra le persone, oltre che la maggiore consapevolezza del proprio territorio».  

Un altro vantaggio è poi la riduzione degli sprechi: «Abbiamo stimato che consegneremo circa 10.000 chili di prodotti senza imballaggi», questo grazie all’eliminazione totale di plastica nelle fasi di trasporto e consegna degli alimenti. La CSA sta inoltre costruendo una comunità basata sulla solidarietà. Ogni socio devolve una parte della quota corrisposta all’Associazione Reciprocamensa di Chieri che prepara giornalmente pasti caldi per persone in stato di disagio economico.

Infine, un altro vantaggio risultante dall’accordo tra agricoltore e consumatore è il forte senso di responsabilità e fiducia reciproca. «Se un socio produttore ha un problema causato da una grandinata o dalla siccità e non potrà consegnare i suoi prodotti, il socio fruitore si assume il rischio, consapevolmente, di ricevere un minor quantitativo di prodotti. Nel nostro progetto c’è infatti una forte condivisione del rischio e delle opportunità. Capita che in alcuni periodi dell’anno i nostri produttori ottengano una quantità di ortaggi e verdura superiore al previsto, che viene ugualmente distribuita ai soci fruitori o, come sovente capita, le eccedenze vengono anche donate a Reciprocamensa».

LA RESILIENZA CHE PARTE DA UN TERRITORIO

I soci che attualmente fanno parte della CSA del chierese provengono da Comuni come Pecetto, Pino, Chieri, Baldissero Torinese, Montaldo e altri ancora. «Giorno dopo giorno si sta creando una piccola comunità tra persone che vivono in paesi diversi e che prima non avevano avuto modo di conoscersi e condividere un progetto comune», ci spiega Pietro Liotta.

La collaborazione avviene anche nelle piccole cose, come ad esempio gli spostamenti: «Al posto di recarsi al punto di consegna con sei vetture, alcuni dei nostri soci si auto-organizzano in modo che a turno ognuno possa ritirare le cassette per tutti, distribuendole casa per casa alle altre persone. In questo modo si risparmia tempo, si riduce l’inquinamento e si collabora in sinergia».

I produttori che hanno aderito alla CSA sono quasi tutti giovani con un’età compresa tra i 22 anni e 35 anni e si dedicano all’agricoltura con passione e molta competenza. Tutti loro hanno sposato la sostenibilità a trecentosessanta gradi. «Nei mesi scorsi con i soci abbiamo organizzato delle visite presso le cascine dei nostri agricoltori, per scoprire le aziende, partecipare talvolta alle loro attività e mostrare loro la provenienza dei prodotti che finivano sulle loro tavole».

Dalla terra alla tavola, insomma. Questo significa essere realmente responsabili verso il cibo che mangiamo ed essere consapevoli del potere che si ottiene quando produttori e consumatori collaborano fianco a fianco. Noi non ci stanchiamo mai di ripeterlo: sono i cambiamenti che arrivano dal basso a fare realmente la differenza. Allora, perché non unirsi a questo piccolo grande cambiamento?

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete
Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”
Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”

Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”
Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(8) "piemonte"