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Mi arriva una mail, all’improvviso, come tutte le mail dopo tutto. Testo asciuttissimo. Una certa Alessandra Monti mi segnala, senza giri di parole, un suo libro uscito lo scorso giugno. Il titolo è altrettanto asciutto: Cane lupo, animale guida. Io sono un chiacchierone, quasi barocco come si evince anche dall’attacco di questo articolo, eppure questo approccio minimal mi incuriosisce, ma soprattutto mi incuriosiscono le quattro parole del titolo. Sono staccate tra loro, non contengono verbi, eppure riassumono molti dei mondi a me cari.
Cane: sono un educatore cinofilo e amo follemente i cani. Lupo: sono cresciuto con un piccolo lupo e i lupi sono in assoluto gli animali che più mi richiamano a livello archetipale – ho persino pianto ascoltando Luigi Boitani parlare di loro. Animale: come tutte e tutti voi sono un animale. Guida: sì, penso che gli “altri animali” possano guidarci, in particolare i cani, i lupi, i cane-lupi, ma conosco anche i percorsi “sciamanici” in cui si parla di animali guida in altri modi e altri mondi.
Chiedo ad Alessandra di mandarmi il libro. Il suo editore, Do It Human, provvede gentilmente. Ci metto un po’ a leggerlo, ne sto leggendo altri cinque, è estate… una borraccia mal chiusa me lo inzuppa, odio rovinare i libri. Eppure alla fine lo finisco e va bene così. Perché il libro di Alessandra è un insieme di libri, di mondi, di esperienze, di imprevisti destabilizzanti – come una borraccia che ti inzuppa un libro caro.
In parte è un libro che parla di cinofilia, di cani-lupi, di lupi cecoslovacchi, di convivenza con loro, di riscoperta da parte di Alessandra dei mondi antichi, di accettazione da parte di branchi di lupi, di Paesi lontani, Mongolia, nord Europa, America. In parte è un libro che parla di ricerca spirituale, costellazioni famigliari, ayahuasca, sciamanesimo. In parte è un libro che parla di noi, del nostro stare al mondo, dell’essere un po’ cani, un po’ lupi, un po’ animali, un po’ guide.
Quel che forse facciamo fatica a fare e l’altro pezzo: lasciarci guidare. Sembra una mancanza quindi. Ma il sottotitolo del libro ci viene incontro, ci salva dall’ego: come farsi educare da un essere speciale. Ecco, non fraintendete. L’essere speciale non siete voi (noi) che scopriamo come educare un cane. L’essere speciale è lui (lei): il cane (lupo?) che – se glielo concediamo – ci può educare.
Come farsi educare da un essere speciale |
Ovviamente ho ricontattato Alessandra e ci siamo fatti una bella chiacchierata, per ora via zoom. Ecco qualche stralcio: «Sì, lo so – mi dice l’autrice quando le faccio notare la natura multiforme del suo testo –, è un po’ schizofrenico, come sono io. Credo che gli accessi alla conoscenza siano diversi. Ho alternato quasi inconsapevolmente un approccio più tecnico a uno spirituale, uno emozionale a uno scientifico, che per me convivono, così come vari aspetti convivono nel cane lupo».
Nel libro traspare come Alessandra per prima si sia fatta “educare” dai cani lupi. Le chiedo cosa le abbiano insegnato in particolare. «Tantissime cose, sia sul risparmio energetico che sulla vera collaborazione e sul senso della comunità. Mi hanno inoltre insegnato le sfaccettature, che sono funzionali, il rientrare rapidamente dagli stati emotivi di tensione, anziché persistere in una arrabbiatura. Mi hanno insegnato l’ascolto, il godersi il momento».
Io penso alle mie esperienze con piccoli lupi e grandi cani e non posso che concordare. Alba, una meticcia salvata dal canile, mi insegnò la felicità immotivata, la salvezza dalla depressione, le risate di gioia. Lilli, attuale compagna di vita e altrettanto meticcia salvata dal canile, mi ricorda ogni giorno quanto possa essere infinito uno sguardo, mi spinge a uscire di casa quando non ne ho voglia, mi scioglie con la sua infinita dolcezza. Zed – il lupetto con cui crebbi – mi insegnò un po’ tutto il resto, a ululare, a essere paziente, a correre come un matto, ad amare sempre, a prescindere.
Ma torniamo da Alessandra. Le confido che ho qualche resistenza verso “i cani di razza”. Spesso tendono a riprodurre malattie dovute agli incroci tra consanguinei, ma soprattutto mi spaventa l’idea di “comprare” un animale. Certo, da educatore negli ultimi anni ho compreso quanto sia importante conoscere le caratteristiche delle razze. Solo in questo modo ogni essere umano può garantire una vita dignitosa al proprio amico peloso.
E Alessandra? Consiglia cani lupo ai suoi clienti? «Io non lo consiglio, racconto quali sono le esigenze base e chiedo se sono in grado di garantirle al momento in cui l’acquistano. Esistono molti tipi di cane lupo e ci sono ovviamente molte diversità. Il cane lupo non è un cane che consiglio di prendere per i bambini, ma è un cane che sa stare in famiglia, se l’umano di riferimento che ha scelto di avere questo cane è un buon ponte tra il cane e il bambino».
La nostra chiacchierata continua a lungo e tocca diversi argomenti, ma la maggior parte è racchiusa in queste righe o nel libro che – spero – state per leggere. Chiudo con una riflessione di Alessandra sul “binomio” essere umano-cane lupo: «Cerco sempre di ascoltare il binomio e di decifrare i messaggi che manda il cane lupo. Dopo il primo incontro spesso le persone mi dicono “vabbè ho capito che devo lavorare su di me”, ma senza che io li avessi invitati a farlo. Ecco. Questo è l’approccio sistemico messo in pratica».
A prova di cane lupo (e persino di essere umano)!
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