Basta una Zampa: dopo il Covid i “dottori a quattro zampe” tornano a portare sollievo ai piccoli pazienti
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Milano, Lombardia - L’incontro con Ludovica Vanni – presidente e socia fondatrice di For a Smile Onlus – si è tenuto in due occasioni diverse. La prima via zoom, la seconda tra nelle corsie del reparto pediatrico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta dove, per la prima volta dopo il periodo Covid, i cani del progetto di dog pet therapy Basta una Zampa sono potuti ritornare nelle camere dei bambini ospedalizzati.
Che sia tramite uno schermo di PC o di persona, ciò che non cambia è l’entusiasmo coinvolgente di Ludovica, professionista nell’ambito della comunicazione e delle pubbliche relazioni, che nel 2006 – in una Torino prossima ai Giochi Olimpici invernali – ha dato vita a For a Smile Onlus, organizzazione senza scopo di lucro che mette i bisogni dei bambini al centro della propria opera.
Acqua, cibo, salute e sviluppo sono le esigenze che For A Smile cerca di soddisfare a beneficio dei più piccoli attraverso raccolte fondi, campagne di sensibilizzazione e mobilitazione di attori e risorse. Durante la nostra conversazione, Ludovica ci racconta emozionata di quanto in questi anni sia stato realizzato sia all’estero – in Brasile, Etiopia, Congo e Kenya – grazie a preziose collaborazioni, con l’Istituto Cottolengo e la Società San Vincenzo De Paoli per esempio, che in Italia.
Il progetto di dog pet therapy Basta una Zampa si inscrive proprio in questo impegno. Probabilmente a molti di noi è capitato di sentir parlare di iniziative di questo tipo. Tuttavia, solo pochi avranno avuto la fortuna di assistere alla magia che scaturisce dall’incontro tra un cane e una bambina o un bambino in una corsia di ospedale. Prima di farvi entrare con noi nel reparto pediatrico del Besta in un grigio pomeriggio milanese apparentemente come tanti, vi raccontiamo la grande organizzazione e il lavoro di squadra che c’è dietro a questi incontri, di cui For a Smile è il motore trainante.
Gli attori coinvolti sono diversi, ognuno con il proprio ruolo: coadiutori professionisti I.A.A (interventi assistiti con animali) con i loro cani, pedagogisti, psicologi, medici veterinari, medici pediatri e genitori. «For a Smile stipula una convenzione con l’ospedale e con la cooperativa che mette a disposizione i coadiutori I.A.A con i propri cani, il medico veterinario e la responsabile pedagogista per un periodo di almeno sei mesi per incontri a cadenza settimanale o bimensile», ci spiega Ludovica.
«Nel caso dell’ospedale Besta collaboriamo con la Cooperativa sociale Tempo per l’Infanzia, che da anni si occupa della promozione del benessere dei minori e delle loro famiglie. Gli interventi assistiti con gli animali sono riconosciuti e disciplinati dal Ministro della Salute: i cagnolini coinvolti fanno un vero e proprio lavoro insieme al coadiutore. Ogni turno in reparto dura due ore e prevede l’alternarsi di due coppie di cani con i loro accompagnatori. In questo modo, ogni bambino riesce a passare almeno un quarto d’ora di tempo speciale e individuale insieme al cane».
Quando arriviamo con Ludovica all’interno del cortile dell’Istituto Neurologico Besta – nel giorno della ripresa delle attività congelate da più di due anni – la grande emozione dei presenti vince l’istituzionalità del momento. Sono presenti il Presidente della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta, Andrea Gambini, insieme al Dott. Lauria Pinter, Direttore Scientifico, le pediatre, le caposala, la pedagogista Elena Sposito e il presidente della cooperativa Tempo per L’Infanzia, Silvio Tursi, insieme al medico veterinario Marzia Possenti e alle quattro coadiutrici I.A.A con i propri cani.
Giusto il tempo per le foto di rito e ci troviamo subito in reparto, accompagnati dalla dottoressa Zibordi, neuropsichiatra infantile. L’arrivo dei cani non passa inosservato tra le stanze dei bambini. Le reazioni sono diverse a seconda dell’età, del carattere e del momento. Una volta entrato nella camera, il cane è completamente dedicato al bambino e, con il grande supporto del coadiutore, si relaziona con lui e con il genitore presente.
C’è chi ricerca subito il contatto fisico, l’abbraccio e le carezze; i più grandi interagiscono tramite giochi più articolati; ci sono piccoli più titubanti, altri più espansivi. «L’incontro è sempre preparato con cura in base alle esigenze di ognuno tramite colloqui di equipe con genitori e pediatri», spiega Elena Sposito, responsabile pedagogista di Tempo per l’infanzia.
Assistervi è molto emozionante perché si tratta di un’interazione non verbale intensa, di gioco e di sorrisi. Esami, diagnosi e cure sono solitamente accompagnati da grande paura, tristezza e disorientamento. Tutto ciò che dovrebbe caratterizzare la vita allegra di un bambino viene messo da parte a favore delle cure necessarie nel periodo di ricovero. L’arrivo dei cani di Basta una zampa stravolge la quotidianità della malattia e della riabilitazione.
Improvvisamente, ai bambini viene una grande voglia di scendere dal letto, di muoversi e di giocare. I benefici sono fisici, ma anche emotivi e psicologici. «La capacità dei bambini di comunicare in modo non verbale e la curiosità vengono stimolate. L’interazione con il cane aumenta la fiducia in sé stessi e permette ai bambini di dare libero sfogo alle emozioni», spiega Ludovica.
«In una fase così delicata e incerta come quella dell’ospedalizzazione, i bambini hanno la possibilità di avere un contatto prezioso con il mondo esterno. La presenza dei cani in reparto rompe gli schemi. Seppur consapevoli della situazione dei piccoli con cui interagiscono, i cani giocano con i bambini a prescindere dalla malattia o dalla loro condizione. Non ci sono giudizi, pensieri o sguardi preoccupati. L’interazione tra umano e animale porta a delle sorprese meravigliose», aggiunge sempre Ludovica, mentre siamo appoggiate alla porta di una delle camere guardando un po’ emozionate quello che succede all’interno. E gli sguardi sollevati delle mamme parlano da soli.
Il gioco spontaneo con i cani riesce ad arrivare laddove anche le cure e la presenza di medici e famiglie faticano ad arrivare. O meglio, potremmo dire che l’interazione con gli animali addirittura favorisce e arricchisce cura e riabilitazione. Dall’inizio del progetto ad oggi, Basta una Zampa ha interessato non solo dieci ospedali a Milano, Torino e Roma ma anche numerose scuole.
La ripresa delle attività è appena iniziata e presto nuovi poli ospedalieri saranno coinvolti. L’incontro con Ludovica, la passione per gli altri e la sua grande capacità di creare relazioni ci ha permesso di aprire una porta su un mondo fatto da persone che con professionalità e cuore lavorano per cambiare un pezzetto di realtà e insieme – dato che parliamo dei più piccoli – di futuro.
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