8 Nov 2022

Agricoltura aeroponica: una possibile soluzione per modelli produttivi più sostenibili?

Scritto da: Davide Artusi

Natura e tecnologia a prima vista possono sembrare due concetti antitetici, ma è davvero così? Con il fondatore de La Fattoria di Pol, prima azienda ligure a coltivare basilico con la tecnica dell'agricoltura aeroponica, parliamo di questo metodo produttivo e delle opportunità che offre per ridurre le cattive pratiche agricole come il consumo eccessivo di acqua e l'utilizzo di sostanze chimiche.

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Savona - L’agricoltura è alla base della vita. Fin dall’alba dei tempi l’uomo ha dovuto imparare a coltivare la terra per produrre alimenti di prima necessità che lo potessero sfamare. Le pratiche usate in campo agricolo, con il passare delle epoche, dei secoli e degli anni, si sono notevolmente trasformate, pur rimanendo ancorate all’esigenza principale dell’uomo, ovvero dare alla luce prodotti sani e genuini in grado di “riempire la pancia”.

Paolo Gazzotti è una delle tante persone che ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al settore dell’agricoltura, provando però a innovarlo per affrontare le sfide di fronte a cui quest’epoca ci porrà e ci sta già ponendo. La peculiarità del suo progetto, La Fattoria di Pol, è quella di concentrarsi sull’agricoltura aeroponica, termine con cui si intende la coltivazione di qualsiasi pianta attraverso una particolare tecnica agricola che non prevede l’utilizzo di alcun tipo di substrato di coltivazione.

La Fattoria di Pol sorge nel Comune di Borghetto Santo Spirito, nella provincia di Savona, ed è il primo impianto aeroponico del basilico in Liguria. Il processo di crescita della pianta in agricoltura aeroponica avviene in serre, in ambienti protetti capaci di assicurare alle coltivazioni habitat e temperature perfette per il loro sano sviluppo.

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L’assenza del terreno e la presenza di un ambiente chiuso permettono alle piante di crescere con maggiore velocità e più in abbondanza; questo grazie anche alla minore esposizione agli agenti infestanti, che vanno a rallentare e rovinare lo sviluppo della coltivazione. Al posto della terra vengono utilizzate delle particolari soluzioni acquose, arricchite con delle sostanze nutritive, che andranno nebulizzate con una certa periodicità direttamente sulle radici del basilico coltivato.

«Studiavo ingegneria elettrica – racconta Paolo – e le tematiche relative alla crisi energetica e a quella climatica le ho iniziate a sentire sempre più vicine. Sono sempre stato attratto dal mondo dell’agricoltura, anche per via del fatto che ho trascorso la mia infanzia in campagna e ad essa sono sempre stato legato. Piano piano ho iniziato a informarmi riguardo a nuovi metodi di coltivazione, in particolare quello aeroponico».

Così Paolo ha deciso di realizzare un prototipo di coltivazione aeroponica in casa: «La produzione di piante è stata davvero incredibile e non me lo aspettavo, per questo mi sono dedicato maggiormente a questa nuova tecnica agricola. Un mio amico mi ha offerto la sua veranda per poter testare questa forma di agricoltura e abbiamo iniziato a coltivare del basilico. La coltivazione è esplosa e io ho deciso di continuare su questa via, andando a costruire un primo impianto e una prima serra dedicata all’agricoltura aeroponica».

L’agricoltura aeroponica riduce del 60% il consumo di fertilizzanti e del 95% quello di acqua rispetto a una coltivazione a terra

«Abbiamo intrapreso dei rapporti commerciali con dei produttori di pesto», spiega Paolo proseguendo il racconto. «I ristoratori erano contenti del prodotto e la prima cosa che notavano era che si ossidava molto meno; inoltre il gusto era molto buono. Legalmente l’azienda è nata nel 2017, ma il primo impianto è stato realizzato a fine 2020, a causa sia del Covid che di altre problematiche che si sono succedute. La prima partita di basilico che ci hanno consegnato era malata e abbiamo dovuto quindi ripartire da capo, iniziando effettivamente a giugno 2021».

È interessante analizzare possibili vantaggi che l’agricoltura aeroponica presenta. Come già abbiamo visto, le piante crescono con maggiore velocità e in maggiore quantità: l’incremento produttivo di una coltivazione aeroponica di basilico o di altri ortaggi può arrivare fino al 30/40%. Inoltre, lo sviluppo della pianta è più sano: l’assenza del terreno permette di eliminare i rischi biologici connessi al ricircolo dell’acqua e alla possibilità di proliferazione di batteri e funghi, che possono danneggiare la crescita.

Anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale l’agricoltura aeroponica sembra avere ottime potenzialità. Questa tecnica infatti riduce del 60% il consumo di fertilizzanti e del 95% quello di acqua rispetto a una coltivazione a terra. Una delle cause più ricorrenti di inquinamento delle falde acquifere è la dispersione di concime nel terreno, che in un sistema chiuso come in quello della coltivazione aeroponica viene contenuta grazie alla nebulizzazione diretta sulle radici delle piante.

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L’agricoltura aeroponica non è però una tecnica adatta a tutte le tipologie di colture, in primis quelle estensive. Questo tipo di coltivazione infatti ha costi molto elevati iniziali che non tutti possono sostenere. Per di più necessita di molto spazio, che fra l’altro deve essere coperto e controllato.

Questi ultimi problemi sono stati messi in luce anche da Fabio Pinzi, uno dei massimi esperti di permacultura e nuovi modelli agricoli in Italia. Si tratta di una forma agricola che si porta dietro anche delle problematiche non indifferenti, come ad esempio, oltre ai costi estremamente alti, anche la richiesta di altissime professionalità.

«Rimane un campo dove si può lavorare in modo scientifico – afferma Fabio – perché rappresenta un modo per trovare delle soluzioni e per formulare delle risposte alle tante domande che ci stiamo facendo, dalla mancanza di suolo alla caduta delle risorse, e così via. Dal punto di vista dell’agricoltura industriale è una tecnica agricola vincente, che sicuramente prima o poi pagherà. I prodotti dell’agricoltura aeroponica, inoltre, non hanno sempre un valore alimentare e di salubrità al pari a quelli coltivati in maniera naturale».

«Dunque, da un punto di vista scientifico – osserva Pinzi – non sono per eliminare l’agricoltura aeroponica ma anzi per incentivarla, per arrivare però a delle soluzioni diverse da quelle che ci sono ora, che sembrano alle volte schierarsi più dal lato dell’industria e dell’artificialità, che dalla parte dell’uomo».

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Pur ottimizzando gli spazi e riducendo la quantità di acqua usata, ci spiega Fabio, l’agricoltura aeroponica ha dei costi ambientali altissimi, sia per la grande quantità di materiali usati per la costruzione dell’ambiente chiuso in cui vengono fatti crescere i prodotti, sia per la chimica che sta dietro alla loro alimentazione.

«A breve inizieremo i lavori per un impianto geotermico – riprende Paolo – che fungerà da riscaldamento d’inverno e raffreddamento d’estate, in modo tale da far crescere il basilico alla giusta temperatura. Inoltre, vogliamo costruire un impianto fotovoltaico con accumulo, per gestire un parco led che ci permetterà di coltivare basilico 365 giorni l’anno, 24 ore su 24».

La Fattoria di Pol rappresenta un esempio di azienda agricola innovativa, un tentativo di proporre nuovi modelli per sostituire quelli attuali, che hanno già dimostrato di avere un impatto fortemente negativo sul territorio e sull’intero ecosistema. L’aeroponica costituisce un esempio che, per il momento, non è possibile estendere a tutti i tipi di coltivazione ma che, tra luci e ombre, rappresenta un modo di fare agricoltura diverso da quello che tutti conosciamo.

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